Questo di dicembre è il numero di Natale, ma anche quello che festeggia il terzo compleanno de ilbuongiorno.com, che ha visto “la luce” nel dicembre del 2019. Tre anni impegnativi, in cui si è cercato di garantire approfondimenti, notizie, focus, su temi di attualità, di cultura, di costume, di medicina e altro, nonostante il Covid, la pandemia, i mesi di isolamento, la crisi economica e questa, interminabile, guerra. Vorremmo che fosse un compleanno felice, dal momento che la rivista piace, conquista nuovi lettori e anche la sua pagina Facebook ,“il buongiorno di Franca Porciani”, può contare oggi su molti followers. Ma, purtroppo, un compleanno proprio felice non è: le guerre ci sono, i migranti, bambini e adulti, continuano a naufragare, e spesso a morire, Putin non recede dal suo sinistro braccio di forza con l’Ucraina, la minaccia della bomba atomica aleggia come un fantasma anche se ci auguriamo che rimanga il day-after di un film di fantascienza. Una notizia mi ha colpita qualche giorno fa: il governo giapponese ha varato una riforma del sistema di difesa che prevede il raddoppio della spesa nazionale in questo ambito, per arrivare al 2 per cento del Pil entro il 2027 (in Italia è l’1,54 per cento). Riforma voluta dal primo ministro conservatore Fumio Kishida; una specie di rivoluzione visto che la Costituzione giapponese, scritta dalle forze occupanti americane dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, proibisce al Paese di avere un esercito e di dotarsi di “altro potenziale militare”. Finora esisteva soltanto un corpo chiamato “Forze di autodifesa” destinato a difendere il Paese da attacchi e invasioni esterne. Una novità assoluta, quindi, frutto della preoccupazione che la Cina possa in un prossimo futuro invadere l’isola di Taiwan, Stato alleato del Giappone e degli Stati Uniti, dal momento che la rivendica come parte del suo territorio. I venti di guerra soffiano e soffiano forte, purtroppo. E pensare che un’intera generazione di pacifisti alla fine degli anni Sessanta alzava la voce contro la follia della guerra con lo slogan “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” reso famoso in Italia nel 1967 da una canzone dei Giganti. Roba d’altri tempi? Non è possibile. Ci auguriamo che quella voce si faccia sentire nuovamente, forte e chiara, in tante parti del mondo. Abbiamo un gran bisogno e un gran desiderio di pace. Questo Natale deve essere un Natale di speranza……..Tanti auguri a tutti i lettori!