martedì 22 Ottobre 2024

FRANCAMENTE...

In Italia, quando una coppia mette al mondo un figlio la legge prevede due tipi di congedi a retribuzione piena: quello di maternità di cinque mesi, e quello di paternità di soli 10 giorni. Esiste poi il congedo parentale facoltativo che può essere preso da entrambi i genitori fino ai dodici anni del bambino, al 30 per cento dello stipendio per 10 mesi, ma che viene generalmente utilizzato solo dalle madri. Ora, una novità interessante: secondo la legge di bilancio per il 2024, per due mesi il congedo parentale viene retribuito all’80 per cento (fino a sei anni del figlio). I successivi sette mesi del congedo restano al 30 per cento, com’è attualmente. Dal 2025, il secondo mese del congedo verrà coperto da una indennità pari al 60 per cento, mentre resterà del 30 l’indennizzo per i mesi successivi fino a nove mesi. Un piccolo passo avanti per rendere reale quell’accudimento condiviso che nei Paesi del Nord Europa è da tempo una realtà. E non a caso, in questi Paesi si fanno più figli. A questo proposito è interessante l’esperienza di 24 grandi aziende italiane che da qualche tempo hanno introdotto autonomamente congedi di paternità a stipendio pieno più lunghi degli striminziti 10 giorni che concede lo Stato. Sono: ABB, Avanade, Barilla, Carrefour, ENEL, Engie, Findomestic, Gruppo ITAS, Gucci, Haleon, Lamborghini, Lavazza, Mondelez, Nestlé, Sanofi, SISAL, Snam, Takeda, Teleperformance, TIM, Unicoop, Unicredit, Vodafone e WBD. 22 di queste lo hanno fatto estendendo il congedo di paternità a mediamente 8,6 settimane (cioè oltre due mesi) in più rispetto ai 10 giorni previsti dalla legge, retribuendolo al 100 per cento. L’estensione è andata da un minimo di una settimana a un massimo di 26 settimane (cioè circa sei mesi). Hanno aderito all’iniziativa soprattutto i padri più giovani: il 75 per cento di quelli tra i 30 e i 39 anni. Perché lo hanno fatto? Per stare più vicino alla famiglia (l’87 per cento), o per essere più presenti nella vita dei figli (l’81 per cento). Tutti, comunque, lo rifarebbero. Complessivamente le aziende che hanno introdotto il congedo di paternità prolungato affermano di essere riuscite a promuovere una maggiore parità di genere al loro interno, ma anche ad aumentare il benessere nei dipendenti che ne hanno usufruito. Il segnale di un mutamento e  di una nuova sensibilità, finalmente?   .  

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