Milano 21 dicembre 2021

Oltre il settanta per cento degli italiani negli ultimi 12 mesi ha deciso di fare movimento o di praticare uno sport. Tra i motivi, al primo posto la salvaguardia della salute (62 per cento), poi la necessità di staccare la spina dalla routine e dalle problematiche quotidiane (38 per cento). Si tratta di un cambiamento nelle scelte e nelle priorità tra prima e dopo la pandemia. Un quadro, riguardo al binomio sport e benessere, decisamente mutato in meglio. Un adattamento positivo ai cambiamenti socio-ambientali.

In questo difficile anno molte persone si sono avvicinate alla tecniche corporee antistress, di vario tipo e genere

Ma che cosa è accaduto durante il primo anno di pandemia? Gli italiani si sono ritrovati più stanchi ed esausti, più nervosi e meno felici rispetto a prima dello scoppio di questa emergenza sanitaria e a un italiano su cinque è mancata la palestra e il poter svolgere sport di contatto, come giocare a calcio. È quanto riscontrato dall’analisi “Sport & Benessere” dell’Osservatorio Hybrid Lifestyle di Nomisma (società di consulenza fondata nel 1981 a Bologna da un gruppo di economisti, tra cui Romano Prodi, con il sostegno di alcune banche e  imprenditori) che ha voluto verificare come e perché gli italiani hanno deciso di dedicarsi allo sport in seguito al cambiamento che il Covid 19 ha portato nella nostra vita.

Durante il periodo del lockdown hanno avuto successo i programmi per fare ginnastica a casa, anche con i propri figli (foto di Ketut Subiyanto)

«Il Coronavirus ha stravolto la quotidianità di ognuno di noi. Le restrizioni sociali e fisiche imposte hanno sfidato la nostra capacità di adattamento. Oggi, rispetto alla prima ondata della pandemia, ci sentiamo più stanchi ed esausti, molto nervosi, meno felici e con poche energie. In questo periodo ci preoccupiamo principalmente del benessere economico nostro e della nostra famiglia (46%), delle prospettive future di lavoro e carriera (27%) e della salute psico-fisica sia nostra che dei nostri cari (44%) – scrivono gli analisti -. Ciò che ci è mancato di più è stato uscire con gli amici (71%) e tutti gli aspetti collegati alla socialità e al divertimento, come andare al ristorante (52%), a concerti e feste (32%), in palestra e fare sport di contatto (21%)».

Una buona percentuale di italiani ha incrementato la propria attività sportiva, soprattutto uomini e non soltanto i più giovani (foto di Rodnae Production)

Vero. Ma l’uomo ha grandi capacità di adattamento. Così, dopo più di un anno dall’inizio di questa condizione obbligata è emerso un nuovo bilanciamento per proteggere mente e corpo. Il 75% degli italiani nell’ultimo anno ha praticato un’attività sportiva (31%) o del movimento (44%) nel corso della settimana. Il 73% dichiara di praticare abbastanza movimento durante la giornata, ma solo il 39% abbastanza sport. Oggi, rispetto a prima della pandemia, quasi un italiano su due vede invariato il livello di attività sportiva, mentre il 34% ha incrementato questa buona regola di vita, delineando così un bilancio nel complesso positivo.
Lo studio Nomisma ha ricostruito l’identikit del gruppo di virtuosi che praticano sport in modo continuativo. Sono prevalentemente uomini; il 40% appartiene alla fascia d’età 25-44, mentre il 45% ha tra i 45 e i 74 anni. Il 63% ha usufruito dello smart working nell’ultimo anno e da un punto di vista geografico è possibile osservare che il 54% degli “atleti” risiede nel Nord Italia. Il 9% è composto da neofiti che hanno iniziato negli ultimi 12 mesi.

Lo jogging all’aria aperta ha avuto un vero e proprio boom durante la pandemia, soprattutto in aree verdi. E’ preferito da 8 italiani su 10 (foto Pixabay)

Complici le restrizioni imposte per garantire la sicurezza sanitaria, le principali attività svolte dagli italiani sono state la corsa o o lo jogging (72%), l’attività in palestra o gli esercizi a casa (66%), il ciclismo (53%). Per 4 italiani su 10 la pratica sportiva o di semplice movimento avviene con una frequenza di 2-3 volte alla settimana, anche se un 36% di irriducibili vi si dedica per almeno 4 o 5 giorni a settimana.
L’aria aperta è diventata la situazione ideale (effetto lockdown) per svolgere attività fisica; è preferita da 8,5 italiani su 10, di cui il 75% sceglie i parchi o la strada, mentre il 10% frequenta impianti all’aperto a pagamento. L’attività fisica risponde anche alla necessità di allontanarsi dalla routine quotidiana e di sentirsi bene con se stessi grazie alla cura del proprio aspetto fisico. È bene ricordare, però, che gli italiani sono anche spettatori: 1 su 2 segue il calcio dal vivo o sui media (TV, Internet, radio), 3 su 10 la pallavolo e 2 su 10 il basket. E che sono anche “pigri”. Il 25% degli italiani nell’ultimo anno non ha praticato sport. Di questi, il 28% ha smesso nell’ultimo anno, il 27% aveva già smesso tra 2 e 5 anni prima, mentre il 22% non lo ha mai praticato. Tra coloro che hanno svolto attività fisica in passato e ora si sono fermati, la componente pigrizia è in prima posizione tra le cause (47%), rafforzata in periodo pandemico.

Immagine di apertura: foto di Andrea Piacquadio

Scomparso improvvisamente nel 2022, era giornalista e scrittore. Nato a Roma nel 1954, si occupava di informazione medico-scientifica e sanitaria dal 1976. Ha legato gran parte della sua carriera al "Corriere della Sera". Negli ultimi anni dirigeva URBES, primo magazine italiano che si occupa di salute nelle città. Insieme a Umberto Veronesi, ha scritto "Una carezza per guarire" (Sperling & Kupfer 2004), "Le donne vogliono sapere" (Sperling & Kupfer 2006), "L’eredità di Eva" (Sperling & Kupfer 2014), "Verso la scelta vegetariana" (Giunti 2011), "I segreti di lunga vita" (Giunti 2013), "Ascoltare è la prima cura" (Sperling & Kupfer 2016). Suoi anche "L’Artusi vegetariano "(TAM editore, 2016) e "L’orto di Michelle" (Universo Editoriale, 2017) scritto con Federico Serra. L'ultimo, “Il genio in cucina” (Giunti editore, 2019)

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