Milano 21 dicembre 2023

Il colpo di fortuna è che Woody Allen esiste. Magari non lotta insieme a noi, preferisce sorseggiare cocktail nella sua bella casa di Manhattan, ma esiste. E finché Dio, o chi per Lui, gli darà vita ci regala con rassicurante puntualità un film all’anno. Quest’ultimo, presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia e ora distribuito da Lucky Red come chicca natalizia, è il cinquantesimo della sua feconda filmografia. E Coup de chanche (Colpo di fortuna), titolo quanto mai azzeccato, in francese, lingua in cui è girato, ha un doppio significato: quel che da noi volgarmente si dice la botta di culo, ma anche il gioco del caso o del destino che dir si voglia.

Valérie Lemercier (la madre di Fanny), Woody Allen e Lou De Laâge (Fanny) alla presentazione del film all’ultimo Festival di Venezia

Un gioco che Allen insegue da sempre, nella vita e nel cinema, declinandolo di film in film in infinite variazioni. In questo senso Coup de chanche può parere già visto: una commedia nera, amori delitti e tradimenti su sfondo patinato. Come in Misterioso omicidio a Manhattan, Match Point, Scoop, o ancor più come l’ingiustamente trascurato Crimini e misfatti. Quel mondo di ricchi belli e eleganti che tra viaggi in Polinesia e gioielli di Cartier cela il suo cuore di tenebra, torna qui alla ribalta sullo sfondo di una Parigi incantevole, tutta virata sulle tonalità dorate dell’autunno grazie alla sapiente fotografia di Vittorio Storaro.
Ed è passeggiando per un boulevard dell’opulenta Rive Droite che la bella Fanny (Lou De Laâge) s’imbatte in Alain (Niels Schneider), ex compagno d’università e corteggiatore impenitente. Il caso li ha separati, il caso li riunisce. Scrittore riccioluto, divertente e un po’ spiantato, Alain è l’opposto di Jean (Melvil Poupaud), il marito di Fanny, affarista ambiguo con la passione dei trenini elettrici, il cui mestiere, come spiega agli impiccioni che vorrebbero capire le ragioni del suo cospicuo patrimonio, è “rendere i ricchi ancora più ricchi”. Del suo passato nessuno ne sa nulla, tranne che a un certo punto il suo socio è scomparso misteriosamente per poi riaffiorare in formato cadavere abbastanza tempo dopo da rendere vane ogni indagine. Dettagli su cui Fanny, un po’ credulona e troppo lusingata dalle sfavillanti attenzioni del marito, passa sopra.

Fanny con l’ambiguo marito (Melvil Poupaud) in una scena del film

Ma quando Alain si riaffaccia nella sua vita, tutto cambia, il suo mondo si capovolge. La soffitta bohémienne del riccioluto scribacchino appare ai suoi occhi ben più attraente del lussuoso appartamento dove vive, e i panini sbocconcellati con lui sulle panchine di incantevoli parchi parigini risultano ben più saporiti dei piatti stellati cui è abituata. In breve, sul marito nababbo che la esibisce come un trofeo, vince l’amante felicemente squattrinato. Il losco coniuge sospetta, intuisce, non vuol farsi scappare la preda. Abituato a far girare la sorte come crede lui, «La fortuna non esiste, la fortuna io la provoco», non esita a buttare alle ortiche il bon ton e rivolgersi a un tipaccio che già gli ha fatto altri “favori”.
Da qui il film assume i toni del thriller. Con la madre di Fanny, una divertente Valérie Lemercier, che si improvvisa investigatrice addentrandosi senza tema in territori insidiosi. Il delitto si addice a Allen, specie quando a compierlo sono gli insospettabili, che lo fanno con disinvoltura, senza neanche sporcarsi le mani, spinti dall’inesorabile forza del caso. Che qui dà prova inequivocabile della sua esistenza nel colpo di scena finale.
Eppure, nonostante la tensione e la bravura degli attori, la formula noir di Woody stavolta non funziona. I dialoghi arrancano a fatica, i personaggi risultano piatti, senza charme né ironia, il fascino dell’alta borghesia è opaco e senza appeal. L’aria di Parigi, solitamente così frizzante e stimolante per l’autore newyorkese, stavolta non sembra giovargli.

Scarlett Johansson con Woody Allen sul set di “Match Point” a Londra nel 2005 (foto Ansa)

Forse l’aver girato in francese, lingua che, ammette lui stesso, non padroneggia, non gli consentito la consueta libertà d’improvvisazione. Forse ci sono momenti in cui l’ispirazione viene a mancare. A 88 anni Woody si ritiene legittimamente un uomo fortunato. «Molto fortunato. Ho avuto genitori che mi amavano, moglie, figli… Anche come regista poi mi è andata bene e spero che per me questa fortuna continui». Glielo auguriamo di cuore, grati dei tanti sorrisi e deliziosi consigli di vita che ci ha regalato. Il colpo di fortuna è di averlo con noi, ci auguriamo ancora a lungo.
Nel frattempo, consiglio per le feste, riacciuffare gli altri titoli sul tema delitti con o senza castigo: da Misterioso omicidio a Manhattan a Match Point, da Scoop a Crimini e Misfatti. E magari anche Irrational Man, dove un professore di filosofia, Joaquin Phoenix, discetta e mette in pratica quella “banalità del male” che sfocia in domande choc quali: «Si può rendere il mondo migliore uccidendo le persone malvagie?». Meditate gente, meditate.

Immagine di apertura: Fanny (Lou De Laâge) e Alain (Niels Schneider) a spasso per Parigi in Colpo di fortuna dal 6 dicembre nelle sale

Nata a Venezia, giornalista professionista di lunga militanza in Cultura e Spettacoli del "Corriere della Sera" con cui tutt'ora collabora. Specialista di musica e di cinema, ha seguito per circa 30 anni i principali festival europei, da Cannes a Venezia a Berlino. Per la casa editrice Guanda ha scritto in coppia con Dario Fo quattro libri, "Il mondo secondo Fo", "Il Paese dei misteri buffi", "Un clown vi seppellirà", "Dario e Dio". E da sola, sempre per Guanda, è autrice de "Nel giardino della musica. Claudio Abbado: la vita, l'arte, l'impegno", "Ho visto un Fo" , di "Complice la notte" dedicato alla grande pianista russa Marija Judina. nel 2021, e per la Nave di Teseo del recente "La Bambolaia"

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