Roma 23 Giugno 2020

La rivolta dei teatranti. Lo spettacolo dal vivo, il più colpito dalla pandemia del Covid-19, è in subbuglio: Si preannuncia un’estate “calda” e un autunno ancora più “caldo”: le regole imposte dal cosiddetto Comitato scientifico, composto evidentemente da persone che non hanno mai, o raramente, frequentato sale teatrali, sono irricevibili da parte di coloro che vivono sul e per il palcoscenico. E non si tratta solo di attori, famosi o meno noti, bensì di tutte le maestranze che lavorano dietro le quinte: scenografi, costumisti, datori luci, macchinisti…..
Il settore più sofferente è il teatro privato che, non potendo usufruire di fondi statali, può contare solo sulle vendite al botteghino. E se in una sala che può contenere 900 spettatori, si è costretti ad ospitarne, per il distanziamento sociale, solo 200 (numero che oltre al pubblico, comprende anche i lavoratori spettacolo), è facile immaginare il problema economico. Per ora solo le rappresentazioni all’aperto possono accogliere una platea maggiore ed è in questo ambito che, nonostante l’emergenza, i teatranti reagiscono con nuove proposte… per non morire. Insomma, la creatività artistica non si arrende e risponde con energica determinazione alle limitazioni imposte dalle regole sanitarie. È questo il caso, per esempio, del Teatro Greco di Siracusa: un sito magico e antico.

Un’immagine che rende bene la magia del teatro greco di Siracusa: può contenere fino a 5mila spettatori (foto di Noemi Buonconsiglio)

«Le rappresentazioni classiche – spiega il sovrintendente Antonio Calbi – sono un’utopia realizzata: furono inventate dal conte Tommaso Gargallo e si inaugurarono con Agamennone il 16 aprile 1914. Prima di allora il Teatro Greco era mezzo coperto dalla terra, diventato una cava di pietra, vi erano costruiti dei mulini e vi pascolavano le capre. L’invenzione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, che oggi compie 106 anni, è il primo esempio di valorizzazione di un bene archeologico: una festa sociale per Siracusa, che muove un giro di affari di 37 milioni di euro nei 6 mesi di attività, un’esperienza unica per gli attori, che recitano davanti a 5mila spettatori, guardandoli in faccia uno ad uno. E infatti il pubblico arriva, o meglio, arrivava anche due ore prima dell’inizio dello spettacolo e si divertiva a fare la ola come fosse allo stadio, per poi seguire, in religioso silenzio, la rappresentazione scenica».

Antonio Calbi, Sovrintendente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa

La stagione che era stata programmata quest’anno ed è stata rimandata al 2021, era dedicata al tema Verità nascoste. Comprendeva due tragedie di Euripide, Le baccanti e Ifigenia, rispettivamente con le regie di Carlos Padrissa della Fura dels Baus e di Jacopo Gassman, e la commedia Le nuvole di Aristofane con la regia di Antonio Calenda, protagonisti gli attori Luca e Paolo.
«Abbiamo progettato un nuovo cartellone, intitolato Per voci sole – riprende Calbi – . Si apre il 10 luglio con l’evento musicale del premio Oscar Nicola Piovani, con il libretto di Vincenzo Cerami, intitolato L’isola della luce, dedicato al mito di Apollo e alla luce, con le voci recitanti di Massimo Popolizio e Tosca; si chiude il 30 agosto con una performance dell’artista rumeno Mircea Cantor, Premio Duchamp 2011, intitolata The sound of my body is the memory of my presence, che coinvolgerà gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico in un rituale artistico a forte impatto simbolico, per celebrare il ritorno alla vita dopo la pandemia. Tra l’inizio e la fine del programma, avremo a cadenza settimanale “cerimonie con attore e musica”: reading e monologhi con i protagonisti del teatro e del cinema italiano che non hanno mai recitato a Siracusa, ovvero Laura Morante, Lella Costa, Isabella Ragonese, Luigi Lo Cascio e Claudio Santamaria. Il filo rosso scelto è quello di riscritture di autori del ‘900, tra cui Marguerite Yourcenar e Ghiannis Ritsos».

La fontana di Diana in Piazza Archimede a Siracusa, opera di Giulio Moschetti, 1907 (foto di darkeyed)

Un programma agguerrito, sia pure in versione contenuta: da 5mila, gli spettatori scendono a 480 e, in estrema sicurezza, saranno accolti sul palcoscenico che si trasforma in platea, mentre gli attori reciteranno sulla gradinata. Gli spettacoli, inoltre, verranno anche trasmessi in streaming: «Sì, anche se per me – osserva il sovrintendente – il teatro resta l’arte di relazione per eccellenza. Il teatro è un vero e proprio parlamento sociale e cultura, un’agorà aperta a tutti. Non a caso, ai tempi di Atene, il teatro faceva bene al singolo e alla Polis… la catarsi di Aristotele ce l’ha ben spiegato: una funzione che è potente anche oggi. L’universalità e l’attualità del Teatro Greco – aggiunge Calbi – sono pari solo a quelle di Shakespeare. Perché nel corpus di tragedie e commedie greche antiche che ci sono pervenute c’è tutto: sentimenti, riflessioni, dialoghi, amori, guerre, e poi il rapporto con gli Dei, con la loro malizia, i loro capricci. Insomma, c’è l’etica, la filosofia, la politica, le scienze e le arti tutte. Un luogo così dovrebbe essere patrimonio dell’umanità dell’Unesco e, come tale, tutelato e promosso».
Insomma, a Siracusa, isola della luce, ci attende un’estate speciale: «I teatri – conclude Calbi – devono tornare a essere aperti in tanti modi, rigenerando i propri formati e i propri palinsesti. Getteremo i semi per un teatro che si confronta con le criticità di oggi e prova a immaginare un nuovo futuro».

Immagine di apertura: il teatro greco di Siracusa, costruito nel V Secolo a.C., rifatto nel III Secolo a.C., modificato in epoca romana (foto di Noemi Buonconsiglio)

Romana, laureata in Lettere e Filosofia all’università La Sapienza, è critico teatrale e giornalista professionista. Lavora da molti anni al "Corriere della Sera", dove si occupa di Cultura e Spettacolo. Membro della giuria del Premio Roma-Campidoglio, della giuria del Premio Nazionale Le Maschere del Teatro, del Premio Pavoncella dedicato alla creatività femminile, del Premio teatrale Persefone, presiede la giuria del Premio Rodolfo Valentino. Dal 2018 è docente nei Master di Metodologia della critica teatrale e di Drammaturgia e Sceneggiatura all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Al Festival di Spoleto nel 2011 è stato realizzato il suo progetto "Donna-contro: in memoria di Oriana Fallaci", rappresentato poi in molti teatri italiani e a New York. Con l’editore Aliberti nel 2009 ha pubblicato "Tu dentro di me," sul tema della maternità surrogata, e nel 2010 "Oltre lo specchio", dedicato ai problemi dell’handicap. È anche autrice di una biografia di Rodolfo Valentino, edita nel 2013 da RTI-Fivestore Mediaset. Il suo terzo romanzo, "Quel segno sulla fronte", pubblicato nel 2014 (Imprimatur Editore), affronta il tema spinoso del traffico di organi. Nel 2021 le è stato assegnato il Premio "Biagio Agnes" per il cinema.

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