Milano 25 Settembre 2021

La terza dose di vaccino per tutti in questo momento della pandemia da Covid-19 non appare appropriata. Tradotto: per ora non serve. Chi lo dice? La revisione effettuata da un gruppo internazionale di scienziati, tra cui alcuni dell’OMS (l’Organizzazione mondiale della sanità) e della FDA (l’agenzia federale statunitense per il controllo e l’approvazione dei farmaci). La revisione ha concluso, e la rivista inglese Lancet ne ha pubblicato i risultati, che «anche per la variante delta, l’efficacia del vaccino contro il Covid grave è così elevata che le dosi di richiamo per la popolazione generale non sono indicate in questa fase della pandemia».
La revisione ha esaminato le prove disponibili in proposito emerse dagli studi fatti finora. Facendo la media dei risultati riportati da queste ricerche, si è visto che la vaccinazione ha avuto un’efficacia del 95 per cento contro la malattia grave, sia quella dovuta alla variante delta che quella legata alla variante alfa, e di oltre l’80 per cento contro qualsiasi infezione da queste varianti. Per tutti i tipi di vaccino, l’efficacia è maggiore contro la malattia grave che contro quella lieve.

Un’immagine che dà l’idea della dimensione globale della Pandemia da Covid 19 (foto di Pete Linforth)

Altro punto chiave: nelle popolazioni con un’elevata copertura vaccinale la minoranza non vaccinata è ancora il principale fattore di trasmissione, oltre ad essere essa stessa a più alto rischio di malattia grave. Gli autori dello studio, un gran numero, americani dell’università della Florida e di quella di Washington, inglesi dell’università di Oxford e di Bristol, ma anche sudafricani, indiani e messicani, e francesi del Centro di Ricerca Epidemiologica e Statistica dell’università di Parigi, osservano che anche se i livelli di anticorpi nelle persone vaccinate diminuiscono nel tempo, questo non comporta necessariamente una riduzione dell’efficacia dei vaccini contro le malattie gravi. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la protezione è legata non soltanto alla risposta anticorpale (gli anticorpi presenti nel sangue sono i principali artefici delle difese immunitarie) che potrebbe essere di durata relativamente breve per alcuni vaccini, ma anche a quella, generalmente più duratura, garantita dalla cosiddetta immunità “cellulo-mediata”, di cui sono protagoniste particolari cellule, come i macrofagi e i linfociti.

In altri termini per gli esperti è inutile somministrare un richiamo quando ancora una grande parte della popolazione mondiale non è stata vaccinata. Le dosi vanno preservate per questo scopo. L’articolo su Lancet va controcorrente, visto che quasi tutti i Paesi ricchi puntano sulla terza dose per contrastare le varianti. Addirittura, Israele ha già annunciato la quarta. E in Italia, il commissario straordinario per la lotta al Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha dato il via libera alla terza dose del vaccino ai soggetti immunocompromessi. Molti di questi saranno chiamati direttamente dalle Asl e dagli ospedali che li hanno in cura, altri invece dovranno prenotarsi o saranno convocati dal medico di famiglia. Sono dieci le categorie di pazienti che potranno ricevere una terza dose «addizionale» di vaccino anti-Covid. La lista è contenuta in una recente circolare del ministero della Salute che individua le condizioni che danno diritto alla terza iniezione: trapianto di organo in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche; attesa di trapianto d’organo; terapie a base di cellule T; patologia oncologica; immunodeficienze primitive; immunodeficienze secondarie; dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia (asportazione della milza); Aids. Poi si passerà agli ultraottantenni e agli ospiti e al personale delle Rsa (le case di riposo per anziani). Ma si pensa, forse, di estenderlo ad altre categorie.

Secondo gli esperti, soltanto la vaccinazione a livello globale può farci uscire dalla pandemia

Ma per la popolazione generale, una terza dose proprio non è proponibile. Lo ribadisce l’autrice principale della revisione pubblicata sul Lancet, la dottoressa colombiana Ana-Maria Henao-Restrepo, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: «I vaccini contro il Covid salveranno la maggior parte delle vite se messi a disposizione di persone che sono a rischio di malattie gravi e non li hanno ancora ricevuti. Se verranno distribuiti dove farebbero meglio, possono accelerare la fine della pandemia inibendo l’ulteriore evoluzione delle varianti». «In conclusione – aggiunge la pediatra indiana Soumya Swaminathan, dal 2019 a capo della Divisione scientifica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, coautrice dello studio pubblicato sulla rivista Lancet – i vaccini attualmente disponibili sono sicuri, efficaci e salvano vite umane. Sebbene l’idea di ridurre ulteriormente il numero di casi Covid-19 migliorando l’immunità nelle persone già vaccinate sia allettante, qualsiasi decisione in tal senso dovrebbe essere basata sull’evidenza e considerare i benefici e i rischi per gli individui e la società. Queste scelte devono essere basate su prove solide e essere frutto di un dibattito scientifico a livello internazionale».

Intanto, però, fioriscono studi che tenderebbero a dimostrare che la terza dose aumenta la protezione contro la malattia in modo significativo, addirittura di cinque volte. Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono in gioco anche gli interessi delle case farmaceutiche……

Immagine di apertura: foto di Angelo Esslinger

Scomparso improvvisamente nel 2022, era giornalista e scrittore. Nato a Roma nel 1954, si occupava di informazione medico-scientifica e sanitaria dal 1976. Ha legato gran parte della sua carriera al "Corriere della Sera". Negli ultimi anni dirigeva URBES, primo magazine italiano che si occupa di salute nelle città. Insieme a Umberto Veronesi, ha scritto "Una carezza per guarire" (Sperling & Kupfer 2004), "Le donne vogliono sapere" (Sperling & Kupfer 2006), "L’eredità di Eva" (Sperling & Kupfer 2014), "Verso la scelta vegetariana" (Giunti 2011), "I segreti di lunga vita" (Giunti 2013), "Ascoltare è la prima cura" (Sperling & Kupfer 2016). Suoi anche "L’Artusi vegetariano "(TAM editore, 2016) e "L’orto di Michelle" (Universo Editoriale, 2017) scritto con Federico Serra. L'ultimo, “Il genio in cucina” (Giunti editore, 2019)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.