Milano 27 Aprile 2023
Ai tempi odierni i patti con il Diavolo hanno perso il fascinoso alone evocato nel Faust di Goethe ma a bussare alle porte dell’Inferno c’è sempre una lunga fila: gente irretita da sette fanatiche, spesso con risvolti criminali, votate a esorcizzare la razionalità scientifica della “modernità disincantata”, che, dice Max Weber, respinge i richiami del mondo magico e animistico. Sotto la guida di un venerato capo carismatico – pure lui spesso affetto da deliri di onnipotenza e altre affezioni psicologiche abilmente occultate – nelle comunità che coltivano i fondi oscuri dell’animo umano torna in scena il Medioevo.

Un crescendo di perversioni per ingraziarsi gli inferi: “magia nera”, confusi sincretismi religiosi, esoterismi malefici, cimiteri profanati, cerimonie di “purificazione”, abusi sessuali, sanguinosi riti sadomasochisti. Il suicidio collettivo ingerendo una bevanda carica di cianuro che avvenne in Guyana nel 1978 dei 913 seguaci del gran sacerdote del Tempio del Popolo Jim Jones che predicava un “gesto rivoluzionario”, ha scritto una delle pagine più mostruose della storia recente.
In Italia il XXI secolo è stato inaugurato, giugno 2000, dal “sacrificio a Satana” di una suora di Chiavenna straziata a coltellate da tre ragazzine malate di noia decise a iniziarsi ad una setta nutrita della musica heavy metal di Marilyn Manson. Pochi anni dopo le boscaglie del Varesotto hanno consegnato alle cronache la tragica catena di omicidi e suicidi delle Bestie di Satana: il “satanismo acido”, le droghe per imprigionare il corpo e la mente. La setta fece 4 vittime accertate e 18 sospettate nella provincia di Varese dal 1998 al 2004.

Non finisce qui. Dal vecchio tronco – lo documenta Gabriele Moroni, cronista di lungo corso de Il Giorno, nel libro Sette sataniche e psicosette, edito da Diarkos – spuntano nuove organizzazioni altrettanto settarie che sfruttano piuttosto le suggestioni della “civiltà dei consumi”. Meno puzza di zolfo, ma scopi altrettanto diabolici. Appunto le Psicosette che adescano persone vulnerabili, colpite da malattie, dissidi e lutti familiari, delusioni sentimentali, crisi economiche, facili prede di fantasie regressive, diete e terapie alternative, miti e riti millenaristici, manicheismi – loro il Bene tutti gli altri il Male. Terreno fertile per i no vax e gli altri fondamentalismi che pullulano. Incontri “casuali”, pubblicità camuffata, lettere sui giornali, posta del cuore, video, offerte di lavoro, i social soprattutto …: buoni tutti i mezzi per presunti guru, guaritori, pranoterapisti, esperti di trading eccetera ad avvolgere la vittima designata in una ragnatela di illusioni. Spolpandola di personalità, affetti, e di conto corrente.
Come in un film dell’orrore il libro apre su una incredibile realtà sottotraccia di soggetti ridotti in schiavitù, isolati dalla società, proni alle imposizioni del capo.

Difficile uscire senza danni da questo girone infernale. Perse le tracce di Paolo che alla corte di una “guaritrice” – in uno sperduto casolare – si è sottoposto a stupri psicologici e fisici per rinascere da “angelo del Bene”. «Dio l’ha baciato sulla fronte – è trapelato dal giro della santona – e combatte le potenze negative». Prescritta la querela di una ragazza succube della stessa maga che le “faceva vedere” il Maligno in persona per convincerla a imitare Dio «che è omosessuale perché ama tutti: uomini, donne e bambini». Proprio Paolo testimone a difesa: libera scelta partecipare alle attività del gruppo.
Quando la macchina delle Psicosette offre il volto più laico agitando il miraggio di successi amorosi e professionali, di sviluppo personale e guadagni, e via per la tangente, si maschera da centri di benessere, palestre, corsi di autostima. All’inizio gratuiti; presto però scattano tariffe fino a mille euro a “lezione”. Rovina economica, disperazione, turbe psichiche fino al suicidio gli effetti. Stefano, un giovane di Piacenza risucchiato nella spirale di un “guru della finanza” che gli imponeva modi da vip, ha dilapidato un patrimonio. Tre anni fa in casa ha lasciato un biglietto: «Non capirete il mio gesto» ed è sparito. Il Po restituirà poi un corpo decapitato. La madre non crede si sia tolto la vita.
Nel viaggio nella nebulosa delle Sette, ispiratogli da Michele Tollis, il padre di una delle vittime delle Bestie di Satana che per sei anni ostinatamente si è trasformato in detective per dimostrare che il suo Fabio non era uno dei tanti ragazzi fuggiti da casa sollevando così il velo sulla carneficina, Moroni ha raccolto un bagaglio di incredibili testimonianze ma anche di analisi di chi ha provato a scavare da vari versanti, spesso però urtando contro muri di omertà, di insuperabili sindromi di dipendenza.

Numeri? Arduo farli. Comunque è un fenomeno in crescita e in Italia si ipotizzano a decine di migliaia i seguaci di almeno 500 sette tra “religiose” e “laiche”. Dai pochi dati disponibili emerge una maggioranza di vittime di sesso femminile (58 per cento) – tra cui molti minori – e diffuse forme persecutorie. Quasi il 10 per cento degli adepti crede nelle fatture. Si pesca in ogni strato socioculturale. Popolare volto tv, la conduttrice e showgirl Michelle Hunziker ha ammesso di essere rimasta cinque anni “prigioniera” di una setta.
Un libro dunque con tante voci. Francesca Capaldo, già alla guida della Squadra antisette della Polizia, illustra il modus operandi di questi gruppi, le tipologie, l’organizzazione piramidale, i metodi di indottrinamento. Dall’avvocato Ilaria Sottotetti la denuncia sui limiti di una legislazione senza normativa specifica che lascia tante scappatoie, aggravati dall’abolizione del reato di plagio. La psicoanalisi con Sara Maccario spiega le aberranti dinamiche tra vittime e carnefici, binomio che rispecchia reciproche ossessioni.

Dal 2000 il Favis, l’associazione dei famigliari delle vittime delle Sette, si batte a scopo di sostegno, informazione, collaborazione con le istituzioni. «Da anni – conferma il presidente Maurizio Alessandrini – aumentano le richieste di aiuto, tanti ragazzi si dicono pedinati da “agenti della Cia” o da emissari di “poteri occulti”». Quando Renata – erano stati i genitori a “consacrarla” fin da piccola – è riuscita a spezzare la catena del patto con una setta che pretende di parlare con Gesù e la Madonna, l’hanno tormentata con minacce di dannazione eterna, incidenti stradali, ritorsioni sul lavoro. Con pretesti ingiustificati si è tentato di toglierle la figlioletta. Renata ha avuto il coraggio di sporgere denuncia e ora è in psicoterapia. Pochi hanno la stessa forza di ribellarsi ai diavoli del terzo millennio.
Immagine di apertura: foto Pixabay
Alla luce dei fatti di cronaca, pare si debba concludere che una psicosetta può celarsi dietro una qualsiasi maschera, persino quella di un’associazione volta a emancipare il soggetto dai condizionamenti altrui. Forse le istituzioni e tutti gli organi competenti dovrebbero allertarsi ogni qualvolta pervengoano a loro, direttamente o indirettamente, segnalazioni di contesti associativi che, pur avendo come oggetto privilegiato la psiche umana e la libertà di questa, operino di fatto in più o meno aperta violazione delle leggi vigenti. Tale vigilanza è indispensabile da parte di chi di dovere e non dovrebbe ammettere distrazioni di sorta, affinché non si arrivi all’assurdo di psicosette che si costituiscano in nome di Pitagora, o di Platone, o di Kant, o persino di Freud e altri grandi studiosi della psiche, i quali, se solo sapessero di una tale profanazione della loro dottrina e/o scienza, si rivolterebbero nella tomba. Pura ipotesi estrema naturalmente, qui avanzata solo per rendere più chiaro il concetto, ma forse doverosa, se si vuole prevenire ogni rischio di danni alla persona arrecati con i mezzi di cui ordinariamente le psicosette si servono (iniziale love bombing, tentativi manipolatori per ottenere il culto del capo e la fedeltà al gruppo degli accoliti, intimidazioni psicologiche di ogni genere in caso di segnali di divergenza di opinione o di azione, sino al gaslighting e mille altre bassezze e meschinità di tal genere. Dovremmo badare di più a non lasciarci infatuare dai narcisisti maligni e dai loro lacchè, dando più valore a certi segnali sospetti che prima o poi lasciano trapelare. Nessuno è perfetto e neppure esiste il delitto perfetto.