Reggio Calabria 27 Aprile 2024
Il Comune di Villa San Giovanni, ci ripensa, annunciando un dibattito pubblico in vista della Conferenza dei Servizi, per meglio analizzare i rilievi della Commissione Tecnico-Scientifica. Mentre le associazioni ambientaliste sono sul piede di guerra e gli “espropriandi” pronti a dare battaglia. Sono previsti in Calabria otto siti, che dovranno servire per alloggiare personale e cantieri. E verrà anticipata l’apertura di uffici di consulenza. La WeBuild, il gruppo imprenditoriale che dovrà gestire la costruzione del Ponte, in collaborazione con la Regione, ha avviato corsi di formazione per circa 400 operai/tecnici.

Per l’attraversamento stabile tra Calabria e Sicilia, si preannunciano tempi lunghi. Molta carne al fuoco, ma restano molti dubbi ambientali, strutturali, sociali, legali e culturali. Equamente divisi i pro ed i contro tra i tecnici di settore. E mentre si discute, bisognerebbe anche aspettare la decisione del Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Bisognerebbe anche vedere dove saranno reperiti ulteriori fondi per completare l’opera. E poi, ancora, manca un progetto definitivo globale, e reale, di tutto quello che dovrebbe essere costruito intorno all’attraversamento stabile tra Calabria e Sicilia. Il Ponte ad unica campata più recentemente costruito è quello, inaugurato nel 2022, sullo Stretto dei Dardanelli che collega Gallipoli a Lapseki in Turchia e misura 2023 metri, quello sullo Stretto di Messina, sarà di 3000 metri. Per attraversarlo uno studio della Bocconi ha calcolato che si dovrebbero impiegare 10 minuti con i consueti mezzi di trasporto, 15 minuti in treno. Nessuno però ha calcolato a che velocità dovrebbero viaggiare i mezzi su rotaie. Qualche anno fa tra l’altro era stato studiata la velocità del vento di scirocco, che nello Stretto di Messina, in alcune giornate, raggiunge i 120 km/h. Il Ponte durante quell’evento verrà chiuso? Anche se la notizia non è ufficiale, si comincia a parlare di una dismissione di traghetti ed aliscafi tra Calabria e Sicilia. Si punterebbe quindi ad un monopolio dei trasporti della società “Stretto di Messina”.

Tornando ai cantieri, l’impatto ambientale toccherebbe non solo Villa San Giovanni e Cannitello, ma arriverebbe addirittura a Gioia Tauro e ed in provincia di Vibo Valentia. Per quanto riguarda i costi dell’attraversamento stabile tra Calabria e Sicilia conosciamo solo l’onere economico del Ponte, ma ancora nessuno ha parlato di quanto verrebbero a costare gli espropri, l’apertura dei cantieri, la probabile delocalizzazione della stazione di Villa e di circa 40 chilometri di strada ferroviaria che dovrebbe essere costruita ex novo.

Poi c’è la questione dei terremoti. Gli esperti della società “Stretto di Messina”, sostengono che il Ponte resisterà a sismi anche di fortissima intensità, ma dimenticano che al centro delle due sponde c’è una faglia paragonata a quella di San’Andreas in California, la cui profondità non è riuscita a calcolare l’oceanografico Jacques-Yves Cousteau. Esistono anche degli studi che hanno calcolato che le coste tra Punta Faro a Messina e Punta Pezzo a Villa si avvicinano di circa 1,5 millimetri ogni due anni. Di tutte queste ultime perplessità non se ne parla, alimentando dubbi che pongono diversi interrogativi sulla reale fattibilità dell’attraversamento stabile tra Calabria e Sicilia.
Troppo presto ancora per parlare di probabili sub appalti e quindi di possibili infiltrazioni mafiose, anche se da qualche settimana le Procure Distrettuali Antimafia calabresi hanno accertato che alcuni dei terreni che dovrebbero essere espropriati risulterebbero di proprietà di potenti cosche del reggino, del vibonese e del catanzarese. Anche su questo punto si dovrebbe tentare di fare chiarezza.

Ricordiamo che tra Calabria e Sicilia sono migliaia le persone che dovrebbero abbandonare case ed esercizi commerciali. Nessuno ancora ha preannunciato dove andranno a stare e dove eventualmente varie attività economiche potrebbero riaprire. Anche tra diversi esponenti politici si comincia a dubitare della reale fattibilità dell’opera. C’è chi aspetta la posa della prima pietra, e c’è chi apertamente prevede un’incompiuta, con eventuali danni ambientali difficilmente recuperabili. In Calabria purtroppo di cattedrali nel deserto, soprattutto nel reggino, ce ne sono già molte, ricordiamo le Officine Grandi Riparazioni con annesso porto a Saline Joniche, la Liquichimica, ponti e strade inaugurate e dopo anni ancora impercorribili.

Nel comprensorio di Villa San Giovanni, bisognerà stare molto attenti per evitare che il Ponte sullo Stretto di Messina si trasformi negli epici mostri di Scilla e Cariddi. Le sirene che tentarono di ammaliare Ulisse, come ci ricorda Omero, stanno tentando di incantare un territorio ed i suoi abitanti, che cominciano a guardare con occhio critico e valutare queste promesse che si ripetono da quasi cinquant’anni. La posa della prima pietra è stata prevista per questa estate, ma esposti, contestazioni ed opposizioni agli espropri potrebbero allungare i tempi. Praticamente si è in un limbo di incertezze, che rischiano di far saltare ancora una volta promesse e proclami. La strada da fare sembra essere ancora lunga e tortuosa. Il Ponte sullo Stretto di Messina resterà ancora un sogno?
Immagine di apertura: come dovrebbe presentarsi il ponte sospeso sullo stretto di Messina (fonte: La Stampa)