Sempre più italiani favorevoli alla donazione degli organi: è quanto emerge dal report Indice del Dono 2019, elaborato dal Centro Nazionale Trapianti sulla base delle dichiarazioni di volontà dei cittadini depositate in Comune durante il rilascio o il rinnovo della carta d’identità. Tra le grandi città è Cagliari la più “generosa”, mentre tra le regioni spicca la Valle d’Aosta. Per l’elaborazione del documento, il Centro ha preso in considerazione i numeri totalizzati dai 6.274 comuni in cui è possibile registrare la volontà della donazione, con una copertura del servizio pari al 92 per cento della popolazione residente. Nel complesso, nel 2019 sono state raccolte 2.319.223 dichiarazione, il 22 per cento in più rispetto al 2018. I consensi alla donazione sono stati 1.559.171 (pari al 67,2 per cento) e 760.052 le opposizioni (32,8 per cento). In totale le dichiarazioni registrare nel Sistema informativo trapianti sono arrivate a quota 6.788.457: 5.209.477 consensi e 1.578.980 opposizioni. E le liste d’attesa calano per il quarto anno consecutivo (in particolare quella per il trapianto di rene).

I dati registrano l’ottimo stato di salute della Rete nazionale trapianti, che a vent’anni dalla sua nascita (con la legge del 1999) si conferma come una delle realtà più efficienti del Servizio sanitario nazionale. Commenta Massimo Cardillo, direttore del Centro: «I numeri parziali del 2019, sostanzialmente simili a quelli del 2018, sono un dato positivo; vuol dire che la crescita che ci ha riguardato negli ultimi 5 anni si è ormai consolidata. Un elemento particolarmente significativo riguarda l’aumento degli accertamenti di morte, che sono il punto di partenza del processo di donazione. È la riprova che il nostro impegno su un sempre maggiore coinvolgimento delle rianimazioni sta pagando, a partire dalle iniziative messe in piedi con la Siaarti, la società scientifica dei rianimatori, in particolare sulla donazione a cuore fermo. Quello su cui dobbiamo lavorare ancora è la riduzione dei tassi di opposizione, ancora troppo alti, specialmente al Sud. Bisogna intensificare il lavoro di informazione verso i cittadini, che oggi incontrano più spesso il tema della donazione degli organi grazie alla possibilità di registrare la propria volontà al rinnovo della carta d’identità: solo quest’anno oltre due milioni di italiani hanno utilizzato questa possibilità, nei due terzi dei casi dicendo di sì».
Complessivamente i trapianti effettuati nel 2018 sono stati oltre 3700, di cui 3400 da donatore deceduto e 300 da vivente. Un dato che consolida il trend di crescita degli ultimi cinque anni (+20,4 per cento). Nel dettaglio, sono stati effettuati oltre 2100 trapianti di rene (di cui 287 da vivente), 1245 trapianti di fegato (86 da vivente), 233 trapianti di cuore, 143 di polmone e 41 di pancreas. Analizzando i dati su base regionale, emerge ancora una volta il quadro di un’Italia a due velocità: i volumi di attività nelle regioni centro-settentrionali sono ancora decisamente superiori a quelli del Sud.
In crescita netta l’attività di donazione a cuore fermo, una delle sfide principali in cui è impegnata la Rete nazionale trapianti.
Immagine di copertina: Gerd Altmann