Milano 27 Aprile 2025

La scintilla ad una mostra. Il gancio Lorenzo Viganò, un mio amico collega del Corriere della Sera, più giovane di me. «Ciao. Ti presento Bill Niada, è il presidente di una onlus». Fatta. Io che volevo vivere sette mesi all’anno all’Elba, stare tranquillo. Leggere e fare il nonno. Invece no. Una seconda vita era lì, legata ad un sì o ad un no. «Vorremmo fare un giornale con i nostri ragazzi fragili, ci aiuti?». «Si». Ed è cambiata in meglio la mia vita. Stare con ragazzi dai 15 ai 30 anni, che sperimentano momenti difficili di malattia e farli vivere dentro una quotidianità speciale, non è facile. S’impara molto. Dieci anni fantastici.

Uno scatto di Giancarlo Perego con i ragazzi de “Il Bullone” durante una riunione di redazione

La Fondazione Bullone è un Ente del Terzo Settore fondato dall’imprenditore sociale milanese Bill Niada nel 2012. Fondazione no profit, coinvolge ragazzi e ragazze tra i 15 e i 30 anni che hanno vissuto, o vivono, l’esperienza di malattie gravi o croniche – come tumori, HIV, Disturbi del Comportamento Alimentare, patologie rare e croniche – per costruire insieme percorsi di reinserimento nella vita sociale e professionale. Dice Bill Niada: «I ragazzi che accompagniamo nel loro percorso di riscoperta di un’identità oltre la malattia si chiamano B.Liver, dal nome iniziale del progetto: B.LIVE – Essere, Credere, Vivere: una comunità potente che va oltre le proprie difficoltà, guardando avanti. Per loro, organizziamo attività culturali, formative, di svago, professionalizzanti e di valorizzazione delle risorse e dei talenti di ciascuno. La nostra aspirazione è portare un cambio di paradigma nella società per costruire un mondo in cui malattia e fragilità possano essere raccontate, condivise e affrontate, scardinandole da pregiudizi e tabù».
L’esperienza dei B.Liver genera Il Bullone: un giornale, un sito, un podcast e un canale social, i cui contenuti sono realizzati insieme a studenti, volontari e professionisti. La testata, registrata e diretta da me, è nata nel dicembre 2015 da un progetto pilota in collaborazione con alcuni giornalisti del Corriere della Sera. Un mensile che tratta i temi cardine della nostra società, da un punto di vista “umano” e autentico, portando riflessioni ed esempi ispiratori per i giovani.

Consegna del Premio De Sanctis a “Il Bullone”: da sinistra, Sofia Segre, manager della Fondazione il “Bullone”, Lamberto Bertolé, Assessore al Welfare del Comune di Milano, Chiara Bosna, art director della rivista, e Giancarlo Perego, direttore  (fonte: Sesto Notizie)

Ogni mese, i ragazzi e i volontari “costruiscono” il giornale scrivendo articoli, realizzando reportage, inchieste e intervistando grandi nomi del panorama italiano e internazionale, come Marina Abramovic, Isabelle Allende, Piero Angela, Patch Adams, Giorgio Armani, Anthony Fauci, Jacques Attali e molti altri. In più di otto anni, hanno scritto sul Bullone circa 500 B.Liver, con più di 600 persone intervistate e 4500 copie al mese stampate gratuitamente grazie alla collaborazione con Monza Stampa, tipografia di proprietà del Corriere dello Sport, che stampa testate della levatura del Financial Times, e distribuite ogni mese tra scuole, ospedali e realtà del Terzo Settore. 84 dei nostri ragazzi hanno ricevuto il tesserino da giornalista pubblicista ad honorem, grazie all’Ordine dei giornalisti della Lombardia; inoltre, Il Bullone è stato insignito del Premio Montale Fuori Casa – sezione Milano e il Senso Civico e del Premio De Sanctis della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per l’impegno civile e sociale.
«La creazione di un nuovo numero del Bullone – precisa Sofia Segre Reinach, la general manager della Fondazione – ha sempre inizio da una riunione di redazione, a cui tutte e tutti i B.Liver sono invitati a partecipare: ogni riunione è inaugurata dall’illustrazione delle tematiche scelte preventivamente dal comitato di redazione, e su cui ognuno può prendere parola e ampliare, stravolgere, o aprire nuovi spunti di riflessione. Per noi, la riunione di redazione non è soltanto la continuazione di un progetto editoriale, ma anche e, soprattutto, un momento di incontro e dialogo, in cui l’unicità di ognuno è valorizzata per arricchire la pluralità che ci contraddistingue, nella speranza di poter essere specchio di una nuova comunità». Durante il mese di scrittura e progettazione del giornale, tutti i B.Liver vengono coinvolti secondo un obiettivo di elaborazione della propria storia di malattia, di orientamento formativo e professionale, in cui i dubbi, le debolezze e le incertezze sono parte integrante del processo. Il Bullone non è soltanto un giornale, forma questi ragazzi fantastici che hanno iniziato ad affrontare la vita in salita. Visite alle aziende, progetti di lavoro con marchi famosi, viaggi educativi. E soprattutto stare insieme.

La copertina del numero de “Il Bullone” dedicato all’InVisibile Festival

Ad ottobre dello scorso anno abbiamo organizzato InVisibileFestival, il primo festival della Fondazione Bullone presso l’IBM Studios in Piazza Gae Aulenti: tre giorni all’insegna del confronto intergenerazionale e intersezionale, per scoprire tutto ciò che ognuno di noi credeva, appunto, invisibile. InVisibile Festival ci ha anche offerto la possibilità di inaugurare il Bullone.eu, un progetto pilota realizzato in collaborazione con la realtà svedese Traces&Dreams e cofinanziato dall’Unione Europea. Idee, progetti. Pensare, fare, far pensare.
Ma torniamo al giornale. Il Bullone viene distribuito gratuitamente in ospedali, scuole e altre realtà e luoghi che credono nel progetto e che si mettono a disposizione per la divulgazione. Attraverso una donazione mensile o annuale, le persone possono inoltre sostenere la redazione e ricevere il cartaceo a casa ogni mese. Una volta stampato, il giornale viene pubblicato sul sito della Fondazione e alcuni dei suoi contenuti trasformati in articoli per il blog e divulgati attraverso i canali digitali. Da questa esperienza, sono nati diversi progetti editoriali: libri, podcast, blog, video, che si stanno sviluppando, sia per valorizzare la grandissima ricchezza di contenuti della comunità che ruota intorno al Bullone, sia per aziende e altre realtà per cui realizziamo progetti editoriali dedicati.

Elisa Tomassoli, laureata in economia e gestione dei beni culturali, dal 2022 vicedirettrice de “Il bullone”

«I temi che affrontiamo – racconta Elisa Tomassoli, una ragazza B.Liver oggi diventata vicedirettrice del giornale – sono una commistione di vissuti, cronaca, esperienze condivise ed esperienze che al di fuori della nostra realtà spesso non sono comprese. La vera forza della redazione de Il Bullone è la perpetua riscoperta della vita, una vita che non si nasconde, ma che pone dubbi, che attraversa l’incertezza per acquisire l’unica certezza che possiamo avere: che siamo tutti esseri delicati e fragili, ma che grazie alla sincerità di uno sguardo che accoglie, che indaga senza giudicare, che si apre al diverso, possiamo costruire. Mattone dopo mattone, bullone dopo bullone, una società più umana e armonica». Dare voce a questi ragazzi è diventata una missione. La mia. 40 anni di Corriere della Sera, dieci di Bullone. Solo oggi ho capito la mia ex professione. Sicuramente se avessi fatto l’esperienza del volontariato molti anni fa, mischiandolo al lavoro, avrei alzato il livello di sensibilità. Mi sarei occupato di più degli altri.
Il Bullone è un grande spazio e di riflessione e libertà.

Immagine di apertura:  fonte: Fondazione “Il bullone”

Cresciuto a Sesto San Giovanni (Milano), classe 1953, a sedici anni diviso tra scuola, gli allenamenti nelle giovanili dell’Inter e una piccola redazione di una settimanale a Sesto San Giovanni. Il grande fascino di ascoltare una radio ricetrasmittente sintonizzata con quella di polizia e carabinieri per sapere in tempo reale i fatti accaduti. Andare sul posto con il motorino o la bicicletta e poi raccontare. Come diceva Oriana Fallaci il giornalismo si fa, non si studia. A 22 anni prima nomina di corrispondente del “Corriere della Sera” dal nord Milano. Dieci anni di gavetta, poi l’approdo in via Solferino nel 1984. Successivamente capo servizio redazione Lombardia-Metropoli. Vice capocronista redazione Milano per 7 anni, capocronista Milano per altri 12. Infine, due anni nello staff dei caporedattori centrali del “Corriere della Sera” alle dirette dipendenze del direttore. Poi, dal dicembre 2015, direttore del mensile “Il bullone”.

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