Roma 23 Febbraio 2021

Ormai la reazione insofferente alla chiusura di teatri, sale da concerto e cinema è praticamente unanime. Nei giorni scorsi, un susseguirsi di appelli accorati da parte di attori, registi, coreografi, musicisti, artisti performer… affinché si dia la possibilità allo spettacolo dal «vivo» di «vivere» e non soltanto di «sopravvivere» con spettacoli o letture in streaming, per la maggior parte gratis, senza ritorno economico per chi lavora a metterli in scena. E se è apprezzabile la trasmissione su Rai5 o Raiplay di ottimi prodotti appositamente realizzati per il mezzo televisivo, è altrettanto necessario che si dia la possibilità al pubblico di tornare a vivere e a condividere, sia pure a prudente distanza, l’emozione «fisica» di una rappresentazione teatrale, di un balletto, di un’esibizione musicale… Perché è ormai evidente, dati Agis alla mano, che la pericolosità pandemica nelle sale è praticamente inesistente: nel periodo dal 15 giugno 2020 (riapertura dopo il lockdown) a inizio ottobre, su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli tra lirica, prosa, danza e concerti, si è registrato un solo caso di Covid.

Una bella immagine di Carla Fracci, milanese, 84 anni. La grande ballerina spinge per la riapertura di tutti i luoghi di cultura

La protesta accomuna personaggi come Carla Fracci e Beppe Menegatti («Riapriamo i luoghi della cultura, riapriamo i teatri, naturalmente con le dovute cautele. La salute viene prima di tutto, ma dobbiamo farlo soprattutto per i giovani e i giovanissimi») e Cristina Comencini («Penso che sia una follia, perché per i teatri e i cinema esiste la possibilità di regolare molto bene il contingentamento delle presenze. Il pubblico può essere dimezzato, provvisto di mascherina e, oltretutto, mentre guarda una pièce o un film non può parlare»). Giorgio Panariello insorge: «Il protrarsi della chiusura è scandaloso. Restiamo chiusi mentre per andare a comprare una maglietta in un negozio si è inghiottiti da una folla di gente nelle vie commerciali». Così Paola Minaccioni: «Bisogna riattivare il teatro nel modo ora possibile e impegnarsi al massimo per trovare le modalità per farlo». Per Elio Germano «è quasi criminale: conosco persone dello spettacolo che hanno dovuto cambiare mestiere». E non manca chi riesce a fare un po’ d’ironia. Tra questi, Pierfrancesco Pingitore, il noto regista e autore del Bagaglino: «C’è una ragione precisa per la quale i teatri si trovano in questa situazione; la politica si è arrogata il compito di fare teatro».

Il calo di fatturato è drammatico e tanti lavoratori dello spettacolo rischiano di rimanere ancora a casa. E non mancano critiche al ministro Franceschini che, sia pure assicurando tutele e indennità speciali per il settore (ritenute da molti insufficienti), ha lanciato la sua azzardata proposta di creare la piattaforma Netflix Cultura: un’idea considerata, dalla maggioranza degli operatori, quanto meno bislacca.

Gabriele Lavia, 78 anni, attore, regista e sceneggiatore (foto: Karasciò consulenze artistiche)

Tuttavia, si continua a lavorare, nella speranza di rialzare i sipari. Gabriele Lavia e Federica Di Martino hanno voluto andare in scena, sia pure per pochissimi spettatori-ospiti, al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, con Le leggi della gravità, un bellissimo testo, tratto dal romanzo omonimo di Jean Teulé. Dice Lavia: «Lo streaming non è vero teatro e mantenere i sipari abbassati è pura follia. Le sale sono i luoghi più sicuri, le regole vengono rispettate al massimo!». E Di Martino: «Ci si preoccupa, giustamente di tenere aperti i ristoranti, i parrucchieri, gli estetisti.. tutti hanno bisogno di lavorare, ma anche noi attori, insieme alle maestranze, vorremmo essere confortati da qualche certezza, come i set cinematografici e televisivi che continuano a produrre. Fino a quando potremo resistere senza un futuro?».
Il Teatro Stabile di Roma, sia al Teatro Argentina sia all’India, non si è mai fermato. Il direttore artistico Giorgio Barberio Corsetti ha prodotto spettacoli, come Metamorfosi Cabaret, che vanno in onda regolarmente in diretta sui canali social dello Stabile e poi replicati su YouTube. Inoltre, Corsetti ha trasformato lo storico Teatro Valle in un luogo di registrazione per una serie di radiodrammi, interpretati da attori come Filippo Timi e Caterina Guzzanti.
Altrettanto il Piccolo Teatro di Milano. Nei mesi scorsi ha proposto in diretta streaming su Facebook gli spettacoli Storie di Stefano Massini e Edificio 3, diretto dal regista argentino Claudio Tolcachir con una compagnia tutta italiana.

Claudio Longhi, bolognese, 54 anni, regista teatrale, dal 1° Dicembre 2020 è Direttore Generale del Piccolo Teatro di Milano (foto: Teatro.it)

Inoltre ha prodotto una serie di podcast con letture interpretate dalle voci di Sonia Bergamasco, Roberto Latini, Federica Fracassi. Sono, infine, in via di definizione svariati progetti sulla nuova drammaturgia, rivolgendo una particolare attenzione ai giovani artisti, fra i più colpiti in questo momento. Ovviamente, anche il direttore del Piccolo Claudio Longhi afferma: «Lo streaming non può sostituire lo spettacolo dal vivo ma, in questi tempi di sospensione delle attività, riteniamo sia necessario mettere in campo tutte le strategie possibili per mantenere vivo almeno il dialogo col pubblico, alimentando il desiderio di teatro».

La facciata del settecentesco Teatro Mercadante di Napoli. Chiuso per molto tempo in seguito ai danneggiamenti della Seconda Guerra Mondiale, ha riaperto i battenti con stagioni regolari nel 1995 (foto di Armando Mancini)

Innumerevoli, in tutta Italia, le iniziative che mirano allo stesso scopo. Il Teatro Mercadante di Napoli, diretto da Roberto Andò, ha moltiplicato i progetti e gli allestimenti teatrali, a cominciare dalla messinscena di Piazza degli Eroi di Thomas Bernard, che ha debuttato su Rai5, con protagonista lo straordinario Renato Carpentieri. Ma non basta: per il Premio “Leo de Berardinis”, sono pronti 14 studi realizzati da giovani artisti campani under 35; al Teatro San Ferdinando è stato allestito il documentario inedito Prenditi cura di me, che il regista Lucio Fiorentino ha realizzato intorno allo spettacolo Spacciatore, Una sceneggiata, diretto da Pierpaolo Sepe; e nello stesso teatro il regista Alfonso Postiglione sta girando un vero e proprio film, La vita nuda, tratto da alcune novelle di Luigi Pirandello.

Uno scatto recente di Pamela Villoresi, 64 anni. L’attrice toscana, divenuta famosa giovanissima, dal 2018 è Direttrice del Teatro Biondo di Palermo (foto:Teatro.it)

Vivacemente all’opera sono anche Il Biondo di Palermo, diretto da Pamela Villoresi, e lo Stabile di Catania diretto da Laura Sicignano. «Non abbiamo mai smesso di lavorare! – afferma la prima – Il Misantropo di Molière, con la regia di Fabrizio Falco, per ora è andato in scena a porte chiuse, poi abbiamo iniziato le prove di altri spettacoli, che ricompariranno a sipario aperto, come Inferno di Dante con la regia di Bob Wilson… Insomma, dobbiamo essere pronti alla riapertura». Stesso atteggiamento combattivo quello di Sicignano, che sta preparando opere classiche come Baccanti o La nuova colonia di Pirandello, ma anche omaggi speciali a due «principi» catanesi del palcoscenico, Turi Ferro e Nino Martoglio.
E se il Teatro Sistina di Roma si è trasformato in palcoscenico televisivo, accogliendo il programma Ricomincio da Raitre, dedicato ai protagonisti bloccati dal lockdown e andato in onda sulla terza rete con Stefano Massini e Andrea Delogu, al Teatro Satiro Off di Verona è stata presentata la prima rassegna Streaming Drama, intitolata Abbiamo rapito William Shakespeare.

L’interno del Teatro Vespasiano di Rieti, inaugurato nel 1893. In questo teatro Gabriele Lavia e Federica Di Martino sono andati in scena davanti a pochissimi spettatori con “Le leggi della gravità” (foto: Fondazione Flavio Vespasiano)

Inarrestabile anche l’attività del Teatro Stabile di Torino: tra le ultime iniziative, il docu-film Dov’è finita la normalità? del regista e videomaker Lucio Fiorentino, realizzato durante le prove dello spettacolo The Spank di Hanif Kureishi con Valerio Binasco e Filippo Dini protagonisti, per svelare il teatro a porte chiuse.
Ma i teatri, i cinema, le sale da concerto le porte le riapriranno? E quando lo spettacolo dal vivo ripartirà, la gente avrà ancora voglia di partecipare in presenza o si sarà abituata a restare a casa? È ottimista Gabriele Lavia: «Chi ama il teatro, a teatro tornerà».

Immagine di apertura: foto di Andreas Glöckner 

Romana, laureata in Lettere e Filosofia all’università La Sapienza, è critico teatrale e giornalista professionista. Lavora da molti anni al "Corriere della Sera", dove si occupa di Cultura e Spettacolo. Membro della giuria del Premio Roma-Campidoglio, della giuria del Premio Nazionale Le Maschere del Teatro, del Premio Pavoncella dedicato alla creatività femminile, del Premio teatrale Persefone, presiede la giuria del Premio Rodolfo Valentino. Dal 2018 è docente nei Master di Metodologia della critica teatrale e di Drammaturgia e Sceneggiatura all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Al Festival di Spoleto nel 2011 è stato realizzato il suo progetto "Donna-contro: in memoria di Oriana Fallaci", rappresentato poi in molti teatri italiani e a New York. Con l’editore Aliberti nel 2009 ha pubblicato "Tu dentro di me," sul tema della maternità surrogata, e nel 2010 "Oltre lo specchio", dedicato ai problemi dell’handicap. È anche autrice di una biografia di Rodolfo Valentino, edita nel 2013 da RTI-Fivestore Mediaset. Il suo terzo romanzo, "Quel segno sulla fronte", pubblicato nel 2014 (Imprimatur Editore), affronta il tema spinoso del traffico di organi. Nel 2021 le è stato assegnato il Premio "Biagio Agnes" per il cinema.

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