Hisham Matar è nato nel 1970 a New York da genitori libici. Tuttavia ha vissuto sin dall’infanzia a Tripoli con i genitori. Grande appassionato dell’arte pittorica italiana del Due e del Trecento, è stato una delle tante vittime del terrore e dell’ingiustizia politica. Il padre un giorno fu prelevato dalla polizia politica di Gheddafi e non fece più ritorno. Hisham Matar si trasferisce allora prima al Cairo, vivendo poi tra Londra e New York, dove inizia la sua attività di scrittore di successo internazionale. Tra i suoi libri ricordiamo Nessuno al mondo, tradotto in 29 lingue e finalista al Man Booker Prize, Anatomia di una scomparsa e Il ritorno, con cui vince il Premio Pulitzer nella sezione Autobiografia.
I ricordi giovanili di quando frequentava con passione i musei britannici e newyorchesi, nei quali poteva ammirare le sue opere preferite, lo portano a compiere un viaggio a Siena, quasi per rispondere a un imperativo categorico interiore che gli ingiunge di doversi trovare a diretto contatto con il mondo che quelle opere ha partorito settecento anni prima. È il percorso del suo ultimo libro, Un punto di approdo, pubblicato da Einaudi.

A Siena finalmente può ammirare gli affreschi di Duccio di Buoninsegna, di Ambrogio Lorenzetti, fra i quali La guarigione del cieco, l’Allegoria del Buon Governo, gli Effetti del Buon Governo in città, gli Effetti del Buon Governo in campagna, la Madonna dei francescani, la Madonna del latte. Ma i dipinti diventano una straordinaria occasione, un’occasione quasi non cercata dall’Autore, e che lentamente gli si manifesta come l’irripetibile epifania di un mondo senziente che vive quasi di vita propria. Gli incontri, spesso fugaci, con i senesi e soprattutto con gli immigrati che hanno vissuto sulla loro stessa pelle le persecuzioni che la sua famiglia ha vissute, lo portano, quasi condotto per mano dalla figura di un angelo appena sceso da un affresco, a scoprire piccole vie tortuose, palazzi incastonati tra grumi di case, chiese a volte minuscole, altre volte imponenti, campanili e torri che sembrano voler portare quel colore rossiccio fino al cielo, pietre e colori senesi che, una volta arrivato nel centro di Piazza del Campo, gli faranno comprendere come Siena abbia un’anima e una volontà, che la fanno sembrare quasi un essere vivente, dotato di carne e sangue e che vive al di là delle persone che a loro volta la abitano.
Chi vive in un luogo spesso ne influenza, nel bene e nel male, l’essenza, ma anche i luoghi influenzano, non spesso ma sempre, anch’essi nel bene e nel male, le anime di coloro che li vivono.
Un punto di approdo è testo straordinario, lussureggiante, affascinante.
Da acquistare, da leggere e conservare nel tempo.
Immagine in evidenza: uno scorcio di Piazza del Campo, Siena (foto di Samuele Schirò)
Bellissimo articolo, complimenti