Milano 27 Luglio 2022
Era sempre puntuale nella consegna della sua rubrica per ilbuongiorno, ci teneva a questa collaborazione. Mario Pappagallo era fatto così, professionista serio e brillante sia che scrivesse per il Corriere della Sera (testata di cui ha fatto parte per oltre vent’anni, caposervizio alle Cronache Italiane), sia per il Corriere dello Sport, il Mattino, o ilbuongiorno. D’ora in avanti Sana Sanità non comparirà più: lui ci ha lasciati. E lo ha fatto improvvisamente, senza darci il tempo di salutarlo. Giornalista medico-scientifico appassionato e competente (aveva studiato Medicina alla Sapienza di Roma e Scienze Biologiche all’università di Urbino), Mario era nato nella Capitale 68 anni fa, pronipote di Don Pietro Pappagallo, il sacerdote ucciso alle Fosse Ardeatine, ma si era trovato bene a Milano, soprattutto perché amava il giornale dove lavorava, sia come articolista sia come uomo di desk che contribuiva, e non poco, al faticoso lavoro di costruire il giornale giorno dopo giorno. Riuscendo ad avere buoni rapporti con tutti in un ambiente pieno di conflitti, con i colleghi, con i tipografi, con gli archivisti, con la Direzione. Come ha scritto nel ricordarlo Marco Imarisio su il Corriere della Sera pochi giorni fa: «Se ci fosse davvero un senso, questo articolo dovrebbe avere una firma collettiva. I tuoi amici delle Cronache Italiane e di ogni altra redazione, i colleghi che hai aiutato, ai quali hai dato un consiglio, guardandoli crescere e poi magari volare via verso altri incarichi».

Mario aveva lavorato sodo: assunto a il Corriere della Sera alla fine degli anni Ottanta, fu uno degli artefici dell’informazione medico-scientifica in Italia che fino allora non aveva avuto giornalisti dedicati e preparati in questo ambito. Uno dei «pionieri», insieme ad un manipolo di colleghi, e ben presto firma autorevole e prestigiosa, attestata da tanti premi e riconoscimenti. In quegli anni si creò la sua amicizia e collaborazione con il professor Umberto Veronesi per le pagine del Corriere, ma soprattutto per una serie di avventure editoriali di grande successo: dal primo libro scritto insieme, Una carezza per guarire (Sperling & Kupfer 2004) a Le donne vogliono sapere (ancora con Sperling, 2006) fino ai best-seller Verso la scelta vegetariana (Giunti 2011) e I segreti di lunga vita (Giunti 2013). Negli ultimi anni aveva scritto l’Artusi vegetariano (Tam editore 2016), L’orto di Michelle (editoriale Universo 2017) con Federico Serra. L’ultima sua fatica è stata Il genio in cucina, pubblicato ancora con Giunti nel 2019, dove ricostruisce la passione di Leonardo da Vinci per l’arte culinaria. Mario se ne è andato troppo presto e rimpiangeremo la sua originalità, la sua voglia di giornalismo serio e competente e la sua curiosità che ora si esprimeva in una vera passione per i Social. Quando andò in pensione dal Corriere nel 2015, si commiatò scrivendo: «Le uniche cose che contano sono il rispetto e lasciare un bel ricordo». A noi, Mario, hai lasciato un ricordo bellissimo.
Immagine di apertura: uno scatto recente di Mario Pappagallo durante una conferenza (fonte: Corriere della Sera)