Milano 27 Giugno 2025
Sono diverse per storia di vita, formazione, statuto. Ma unite da un unico scopo: individuare ed evidenziare la logica comune tra la strategia della tensione degli anni Settanta e quella mafiosa del biennio 1992-93, tese a “destabilizzare per stabilizzare” il quadro politico italiano. Dietro quei delitti che hanno insanguinato l’Italia, emergono coperture, manomissioni e depistaggi di segmenti dello Stato. Con questa consapevolezza, il 18 dicembre 2024 i famigliari delle vittime hanno ufficializzato il Coordinamento nazionale delle Associazioni dei famigliari di vittime di mafia e terrorismo, con un comunicato comune. Il Coordinamento non è definito giuridicamente e non è dotato di organi quali il Presidente e simili. Le decisioni e le iniziative da attuare sono prese collegialmente, veicolate da un nucleo di tre membri, denominato “Coordinamento operativo”.

Le associazioni e i membri della rete sono molti: Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione famigliari delle vittime della strage di Bologna; Salvatore Borsellino, presidente del Movimento Agende Rosse; Federico Sinicato, presidente dell’Associazione piazza Fontana; Manlio Milani, presidente dell’Associazione famigliari dei caduti di piazza della Loggia; Rosaria Manzo, ai vertici dell’Associazione vittime della strage del rapido 904; Franco Sirotti, fratello di Silver, vittima della strage dell’Italicus; Luigi Dainelli, presidente dell’Associazione vittime della strage di via dei Georgofili. Ne fanno parte anche diversi parenti stretti delle vittime.
Paolo Bolognesi e Salvatore Borsellino sono i due iconici protagonisti della nascita di questa nuova realtà, nata indipendentemente dai risvolti processuali sui delitti e le stragi che toccano le associazioni che l’hanno costituita. Fino ad oggi, i parenti delle vittime hanno mantenuto viva la memoria singolarmente, vigilando instancabilmente su indagini parlamentari, processi interminabili e continue ombre di depistaggi. Ora proseguono questo impegno collettivamente. “L’unione fa la forza” non è solo un proverbio: è una strategia concreta.

Il Coordinamento intende contrastare ogni ipotesi di sottovalutazione delle responsabilità storica dell’eversione nera nelle stragi, anche in quelle mafiose. Le richieste di audizione alle Commissioni parlamentari d’inchiesta, al Presidente della Repubblica, le manifestazioni e i comunicati stampa attueranno questo impegno. Uno degli obiettivi centrali del Coordinamento sarà la digitalizzazione degli atti giudiziari, per garantire a tutti la possibilità di consultarli. Parallelamente, verrà avviato un dialogo diretto con le principali istituzioni dello Stato – dal Quirinale ai ministeri della Giustizia, della Cultura e dell’Istruzione – per divulgare e valorizzare il patrimonio di conoscenze accumulato nel tempo. Per dare forza e continuità alla sua azione, l’associazione si attiverà per ampliare il lavoro di mappatura, censimento e digitalizzazione delle fonti avviato e oggi raccolto nel portale “Rete degli archivi per non dimenticare” (www.memoria.cultura.gov.it). Le fonti documentali più rilevanti della storia italiana recente saranno rese accessibili al pubblico, con un focus particolare su terrorismo e criminalità mafiosa, violenza politica e movimenti sociali.

Condividere e mettere in rete gli archivi delle associazioni coinvolte rappresenta una sinergia indispensabile per sostenere la ricerca e proseguire con determinazione il cammino verso una verità completa. Le difficoltà nel reperire queste fonti, insieme alle strumentalizzazioni del passato a fini politici, hanno spesso rallentato la storiografia italiana. L’azione del Coordinamento è temprata e puntuale. L’interlocuzione con le Istituzioni è partita il 5 marzo, in merito al Ddl 1236 sulla sicurezza. Il Coordinamento, per il quale la norma legittimerebbe le operazioni sotto copertura dell’Intelligence senza adeguati controlli, ha chiesto un’audizione urgente alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato.

Il 7 e il 21 marzo ha chiesto modifiche legislative, appellandosi direttamente al Presidente della Repubblica; il 29 aprile si è appellato alle forze politiche rappresentate in Camera e Senato. Il 2 maggio, l’associazione ha vergato un comunicato di solidarietà al giornalista Saverio Lodato, querelato per diffamazione dal presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo. Nella puntata di Otto e mezzo del 23 ottobre 2024, Lodato aveva citato l’amicizia tra Colosimo e Luigi Ciavardini, ex terrorista nero condannato per la strage di Bologna. Il Coordinamento ha criticato, inoltre, l’impostazione della Commissione a guida Colosimo, chiedendo al Parlamento di rivalutarne la composizione. Il 23 maggio, il Coordinamento ha aderito alla manifestazione “Non chiedeteci silenzio”, ideata in occasione della cerimonia commemorativa della strage di Capaci dagli studenti palermitani, contro il silenzio mediatico sulle complicità politico-istituzionali dietro le stragi e la minimizzazione di Cosa Nostra a media criminalità organizzata. Il 4 giugno, la neonata organizzazione ha sostenuto l’appello lanciato dall’Associazione di Via dei Georgofili al Capo dello Stato e alla Procura nazionale antimafia, affinché venga rafforzato l’organico della Procura di Firenze, impegnata nelle indagini sulle autobombe del 1993.
Immagine di apertura: Firenze 27 maggio 2025: membri del Coordinamento Nazionale delle Associazioni antimafia commemorano la strage di via dei Georgofili