In “Conclave”, film stranamente profetico uscito qualche mese fa, suor Agnes (una incisiva Isabella Rossellini, non a caso candidata all’Oscar) a chi le ricorda che le donne con il velo non hanno voce nella Chiesa, risponde: «Dio ci ha dato comunque occhi e orecchie». Soltanto quelli, purtroppo, visto che le donne non possono celebrare messa né assolvere una persona durante una confessione, né diventare sacerdoti. In sostanza, circa la metà delle persone credenti sono ancora escluse da qualsiasi esercizio del culto in una Chiesa dominata dai “maschi”. E in questi dodici anni di pontificato Bergoglio non è cambiato nulla. È vero che Papa Francesco ha nominato suor Simona Brambilla prefetto di dicastero, l’equivalente vaticano della carica di un ministro e suor Raffaella Petrini la prima donna governatrice dello Stato della Città del Vaticano e ha incluso le donne nei Sinodi, le riunioni straordinarie dei vescovi. In posizione meno visibile, ma di potere reale, ci sono poi suor Yvonne Reungoat, salesiana francese, e Maria Lia Zervino, consacrata argentina, che, insieme a suor Raffaella Petrini, Francesco ha voluto inserire nel dicastero che seleziona i vescovi — maschi — di tutto il mondo. E una donna, per la prima volta, Elena Beccalli, è Rettrice dell’università Cattolica del Sacro Cuore. Ma qui finisce la rivoluzione femminista di questo Papa, innovatore in molti altri campi. Imbarazzanti le sue dichiarazioni all’università di Lovanio: «la Chiesa è donna, è la sposa di Gesù, ma maschilizzare le donne non è umano». Alla fine di quell’incontro, l’università belga pubblicò un comunicato stampa in cui criticava le posizioni «conservatrici» del Papa. Francesco nel corso di questi anni ha promosso ben due commissioni interne sulla possibilità che le donne possano diventare diacono (ruolo di sola assistenza nell’esercizio del culto). Nessuna delle due commissioni ha dato una risposta. La donna prete continua ad essere un tabù per la Chiesa Cattolica. Scrive, giustamente, Ferruccio de Bortoli nel libretto “Francesco” allegato in questi giorni al “Corriere della Sera”: «Forse le nostre chiese sarebbero meno deserte se si avesse il coraggio di una tale rivoluzione. Se toccasse alle donne celebrare messa. Ci sarà un Papa che prima o poi lo farà?» Ce lo auguriamo: lo Spirito Santo, da solo, non basta….

Toscana, milanese di adozione, laureata in Medicina e specializzata in Geriatria e Gerontologia all'Università di Firenze, città dove ha vissuto a lungo, nel 1985 si è trasferita a Milano dove ha lavorato per oltre vent'anni al "Corriere della Sera" (giornalista professionista dal 1987) occupandosi di argomenti medico-scientifici ma anche di sanità, cultura e costume. Segue da tempo la problematica del traffico d'organi cui ha dedicato due libri, "Traffico d'organi, nuovi cannibali, vecchie miserie" (2012) e "Vite a Perdere" (2018) con Patrizia Borsellino, editi entrambi da FrancoAngeli. Appassionata di Storia dell'Ottocento, ha scritto per Rubbettino "Costantino Nigra, l'agente segreto del Risorgimento" (2017, finalista al Premio Fiuggi Storia). Insieme ad Elio Musco ha pubblicato con Giunti "Restare giovani si può" (2016), tradotto in francese da Marie Claire Editions, "Restez Jeune" (2017). Nel gennaio del 2022, ancora con Rubbettino, ha pubblicato "Cavour prima di Cavour. La giovinezza fra studi, amori e agricoltura".

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