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Firenze 21 dicembre 2024

In uno dei quartieri più antichi e suggestivi di Praga, il Malá Strana (piccolo quartiere) si incontra la Chiesa della Vergine Maria della Vittoria. È barocca, ma è più conosciuta come la Chiesa del Bambin Gesù per la statuetta di legno ricoperta di cera che ospita. La chiesa fu costruita per i luterani dall’architetto Giovanni Maria Filippi, ma, dopo la sconfitta protestante nella Battaglia della Montagna Bianca nel 1620 durante la Guerra dei Trent’anni, fu affidata all’ordine monastico dei Carmelitani Scalzi.

Praga: la chiesa della Vergine Maria della Vittoria dove è custodita la statuetta in legno e cera del Bambin Gesù (foto di Ludek)

La storia del Bambin Gesù di Praga inizia con Teresa d’Avila che donò questa statuetta, alta appena 47 centimetri, alla Principessa Polissena di Lobkowitz, figlia di Donna Maria Manriquez de Lara, una contessa spagnola, in occasione delle sue nozze. Quest’ultima la portò poi a Praga e la donò ai Carmelitani, che avevano ricostruito la Chiesa nel corso del Seicento e dove, nel 1628, fu dedicato un altare al Bambin Gesù. La piccola statua, opera di uno scultore spagnolo, un eremita (si dice), fu collocata all’interno di una teca di vetro ed argento. Il Bambin Gesù è raffigurato con la mano destra alzata in segno di benedizione e con la mano sinistra che sostiene una sfera dorata (simbolo del mondo) con una croce sulla parte più alta del globo, e porta sulla testa la corona della pace. Iniziarono ben presto a circolare voci riguardo i tanti miracoli attribuiti al piccolo Bambin Gesù: avrebbe protetto Praga dalla peste e da altre epidemie, da distruzione, carestia e saccheggi durante la guerra dei Trent’anni, ma anche dalle continue incursioni ed assedi dei protestanti, oltre che risparmiato la chiesa e l’adiacente monastero da varie altre calamità. I Carmelitani, in seguito, dovettero abbandonare il Santuario a causa delle leggi dell’“imperatore sacrestano” Giuseppe II d’Austria, figlio di Maria Teresa (1784), che puntò a mettere la Chiesa sotto il controllo dell’autorità statale.

Il Bambin Gesù nella chiesa della Vergine Maria Vittoria con il vestito azzurro, ma in un anno arriva ad indossarne 60 diversi

Secondo queste nuove disposizioni bisognava rendere più difficili, se non impossibili, i rapporti dei vescovi con Roma; si dava permesso ai vescovi di dare le dispense matrimoniali senza ricorrere a Roma, erano vietate le relazioni dirette con la Curia Romana, veniva proibito ai seminaristi di studiare al Collegio Germanico di Roma e si imponeva l’esclusiva giurisdizione statale sul matrimonio religioso. Di conseguenza il culto di Gesù Bambino conobbe in Boemia un lungo periodo di declino, ma giunse ad Arenzano, vicino a Genova, nel 1900, grazie a un piccolo quadro esposto dai Carmelitani nella loro chiesetta. Questo semplice atto dette avvio ad uno straordinario movimento di devozione. Nel 1902 il quadretto fu sostituito da una statua del bambinello simile a quella di Praga. L’afflusso crescente dei devoti motivò la costruzione del Santuario – primo nel mondo a lui dedicato – iniziato nel 1904 e inaugurato nel 1908. Nel 1924 la statua venne incoronata dal Cardinale Raffaele Merry del Val, inviato dal papa Pio XI, che nel 1928 insignì il Santuario del titolo di Basilica. Negli anni Sessanta la chiesa è stata ampliata con la creazione dei transetti, e arricchita con le maioliche di Angelo Biancini, le statue di Guido Galletti e il presepe permanente in ceramica di Eliseo Salino.

La Basilica di Arenzano dove si trova la statuetta del Bambin Gesù, costruita in stile neorinascimentale dall’architetto Giuseppe Castellucci (foto di Pasquale Relvini)

L’inverno spirituale di Praga divenne ancora più rigido con l’occupazione nazista e più tardi con il regime Sovietico. Situazione che cambiò soltanto nel 1989, con la “rivoluzione di velluto”: Praga, città storica e artistica dalle profonde radici cristiane, tornò libera di esprimere la sua religiosità. Così, dopo oltre due secoli di assenza, i Carmelitani poterono finalmente tornare a Praga nel 1994, partendo proprio dal Santuario di Arenzano, che nel frattempo era divenuto il nuovo centro di diffusione della devozione a Gesù Bambino. Così, in questi ultimi anni, il Santuario di Praga ha conosciuto una nuova stagione di sviluppo, diventando di nuovo un simbolo della religione cattolica nella città.

Ma questo piccolo Gesù ha attraversato anche gli oceani. In America Latina i fedeli, pur da sempre affezionati alla statuetta rosa del Divino Niño Jesùs locale, con le braccia alzate benedicenti, divennero devoti a quello di Praga da quando nel 1914 il padre veneto salesiano Giovanni del Rizzo ottenne di aprire un santuario per custodire e venerare il Gesù Bambino a Barranquilla (vicino a Bogotà, in Colombia). Poi la statua, un po’ diversa dall’altra, passò ai carmelitani scalzi e, dopo qualche iniziale dissapore fra i due ordini religiosi, adesso i due Gesù, molto simili, sono due fratellini sudamericani che in processione sfilano uno accanto all’altro. Comunque, il culto di questo simbolo cristiano, spalancò le porte anche a seguaci di altre fedi provenienti dall’Indonesia, dal Brasile, dalle Filippine, dal Vietnam, dalla Cina, dall’India.

Il cambio d’abito della statuetta è un’operazione delicata e per proteggerla si ricorre ad un cilindro di metallo (fonte: Karmel.at)

E proprio nel sud dell’India, a Bangalore, c’è il più grande Santuario del mondo dedicato al Bambin Gesù di Praga. Fra gli altri riconoscimenti, è da ricordare che nel 1806 Papa Leone XIII fondò la Congregazione del Bambino Gesù di Praga e Pio X nel 1913 ne istituì la Fratellanza. Tuttavia, la peculiarità vera ed insolita di questa statua è che possiede un corredo composto da tre preziose corone e da moltissimi e bellissimi vestitini, 46 dei quali sono esposti nella Chiesa (ma in un anno ne può indossare fino a 60 diversi). Molti di questi provengono da ogni parte del mondo. Alcuni sono decorati con perle e pietre preziose, oro e diamanti, ricamati a mano da artigiani al servizio di re e imperatori, e costituiscono un piccolo tesoro. Furono donati da sovrani, capi di stato e personaggi; ad esempio l’imperatrice Maria Teresa d’Austria, o lo scrittore Paolo Coelho. Delle tre corone d’oro, una è stata donata da papa Benedetto XVI nel 2009 in occasione della sua visita apostolica nella Repubblica Ceca.

Il bambin Gesù custodito nella Basilica di Arenzano

La stoffa usata per confezionare molti dei vestiti si chiama “tela Vaticana” ed è la stessa usata per il vestiario di culto dei sacerdoti. Questi piccoli abiti vengono cambiati una decina di volte durante l’anno, in base al periodo liturgico (talvolta anche molte di più).

Così, per le celebrazioni del Natale e della Pasqua il vestito è bianco. Durante la Quaresima e l’Avvento è viola, mentre il colore rosso è indicato per la Settimana Santa e la Pentecoste. Il processo di vestizione del Gesù Bambino viene realizzato dalle Suore Carmelitane che seguono un preciso e rigido rituale, tramandato senza interruzione di generazione in generazione dal periodo Barocco fino ai nostri giorni, anche perché la statua è molto delicata visto che è ricoperta di cera.
C’è un’altra liturgia specifica. Ovunque ci sia questa statua, ogni 25 del mese, in ricordo del Natale, viene benedetto l’olio sacramentale.

Immagine di apertura: la piccola statua del Bambin Gesù nella Chiesa della Vergine Maria della Vittoria a Praga

Toscana, ha vissuto l’infanzia a Siena per poi studiare lingue a Firenze e conseguire il diploma in Langue et Civilisation Françaises Université de Grénoble. Pittrice, ha esposto le sue opere a Villa Bottini a Lucca nel 2005 (personale), alle Terme Tamerici e alle Terme Tettuccio di Montecatini Terme (dove vive) nel 2006, alla Versiliana di Marina di Pietrasanta nel 2007. Si interessa ad ogni forma d’arte, specialmente se insolita o curiosa.

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