Firenze 26 Marzo 2025
Un brillante successo quello del film Conclave, gratificato dalla critica internazionale e dal pubblico. Annoverato tra i migliori 10 film del 2024 dalla National Board of Review e costellato di stelle del cinema, è uscito in Italia poco prima di Natale: ha ricevuto otto candidature agli Oscar, vincendo quello alla Miglior Sceneggiatura non originale, dodici candidature Bafta vincendone quattro, di cui uno per il miglior film ed uno per il miglior film britannico, sei candidature ai Golden Globe 2025, compresa una candidatura come miglior regista al pluripremiato Edward Berger. Un thriller un po’ sacro, un po’ profano, che si innesca quando si riunisce il conclave per eleggere un nuovo Pontefice, dopo la morte improvvisa di Papa Gregorio XVII (già il nome evoca mistero)

Le scene fastose sono state girate prevalentemente negli studi di Cinecittà a Roma e nella Reggia di Caserta, con una cura eccellente di costumi (candidatura per i migliori costumi a Lisy Christl), dei luoghi, della fotografia, della ricostruzione scenica e dei dettagli (vedi la recensione di Giuseppina Manin il 21 dicembre su questa rivista nella rubrica Cinestar).
L’Italia ha contribuito al successo della pellicola grazie al Maestro d’arte orafa che ha realizzato gli oltre 500 gioielli protagonisti del film. Gioielli realizzati a Firenze, in una piccola bottega, che vive di storia, di dettagli, di professionalità. Paolo Penko ed i suoi figli Alessandro e Riccardo portano avanti una tradizione familiare di fine arte artigiana e sono stati selezionati dai ricercatori di eccellenze del cinema per il set di questo film.

Anelli, gemelli, spille, croci cardinalizie sono state create una ad una tenendo conto dei dettagli, dei caratteri e delle aspirazioni dei personaggi e del contesto storico.
Si entra nella Bottega di Paolo Penko, nel cuore di Firenze, già piena di turisti alle 10 di mattina, con il rispetto e la curiosità di chi entra in un museo. Rivolgiamo qualche domanda a Paolo Penko e al figlio Riccardo.
Dovete aver vissuto una grande emozione quando vi hanno invitati a realizzare i gioielli per il film Conclave. Chi vi ha contattati?
«Tutto è nato grazie alla Costums Supervisor Ilaria Marmurgi, fiorentina di nascita, figura che ha aiutato la famosa costumista Lisy Christl a trovare artigiani e materiali adeguati alla circostanza. Noi lavoriamo già per la Curia e realizziamo molta arte sacra, oltre ad essere stati tra i fondatori della Scuola di Arte Sacra nel 2012, con sede qua a Firenze, dove i maestri insegnano pittura, scultura, falegnameria, oreficeria a tema religioso o liturgico».

Avete dovuto realizzare modelli disegnati da altri? O copiare gli originali?
«Abbiamo disegnato noi i gioielli e li abbiamo realizzati a mano. Ogni croce è unica, lavorata fronte retro, disegnata e creata una ad una, tenendo conto del carattere del personaggio, delle sue visioni politiche, delle sue singolarità. Dovevano riflettere il contesto storico della realtà di oggi, ma anche dare carattere al personaggio visto che invece la stoffa scelta per le vesti per esigenze di set era per tutti uguale, un po’ più spessa di quella porporata tradizionale. Conclave mostra la contrapposizione tra cardinali conservatori e progressisti e quanto i loro interessi secolari si intreccino con quelli ecclesiastici: le peculiarità intime e caratteriali dei personaggi dovevano tradursi nelle caratteristiche estetiche delle croci cardinalizie che indossano».
Di quali materiali sono fatti?
«I gioielli sono in lega dorata o argentata e pietre vere, come quarzo, citrino, lapislazzulo, corniola. Alcuni, come le croci delle suore e qualche altro, sono in argento. Per Ralph Fiennes avevo creato una croce importante ma l’attore, leggendo il copione, si era immaginato con una croce più semplice, in lega d’argento, per completare il carattere del personaggio da lui interpretato. La croce in argento creata è però luminosa, grazie alla tecnica del “penkato” (rivisitazione della lavorazione a bulino, tecnica calcografica antica, con incisione più profonda grazie ad una fresa a punta di diamante e al cesello, ndr)».

I gioielli sono tutti diversi. Quanto tempo avete impiegato per realizzarli? Sono oltre 500…
«Sono tanti: 531 tra croci, anelli, gemelli e spille. Abbiamo lavorato per due mesi e mezzo, giorno e notte per rispettare i tempi delle riprese del film, riuscendo ad essere più che puntuali. All’inizio avevamo l’incarico solo per i pezzi principali ma poi, viste le prime realizzazioni, ci hanno commissionato anche tutto il resto»
Dove sono adesso i gioielli?
«Li abbiamo qui perché sono di nostra proprietà. Dalla chiusura del set abbiamo redatto una sorta di affitto dei manufatti che custodiamo per evitare che vadano dispersi. Inoltre, per contratto siamo obbligati a non creare copie esatte dei gioielli; ognuno di loro è soggetto al copyright del film».
Siete specializzati in gioielli ed oggetti di oreficeria storica: come riuscite a crearli?

«Abbiamo studiato e riprodotto esempi di oreficeria medicea ed alcuni gioielli scomparsi, cercando di ricostruirli filologicamente e tutti sono stati in mostra in musei e palazzi della città. Abbiamo ricreato oggetti unici come la Corona Granducale di Cosimo I, lo Scettro Mediceo, il Collare del Toson d’Oro, che non sono riproduzioni perché gli originali non sono arrivati fino a noi, ma ispirati a quelli raffigurati nei ritratti dei Granduchi medicei dei Palazzi della Città. Anche della cintura indossata dalla duchessa Eleonora di Toledo, riprodotta per celebrare i 500 anni dalla sua nascita, era rimasta memoria solo nel suo celebre ritratto con il figlio Giovanni, dipinto dal Bronzino e conservato nella Galleria degli Uffizi. Altro esempio è la corona del Marzocco, che ogni anno viene esposta al pubblico per una settimana, per le festività di San Giovanni Battista, patrono della città. O, ancora, il Gran Collare di San Pietro».
Riproducete il Fiorino, la moneta storica della città: di quale epoca è?
«Noi per primi abbiamo avuto l’idea di riprodurre quello originale, del 1252. L’attenzione alla storia deriva anche dal tipo di ricerca che c’è dietro alla compravendita di oggetti preziosi di antiquariato, filatelici o numismatici. Ed è diventata passione e il filo conduttore della nostra attività».
Immagine di Apertura: una scena del film Conclave con il cardinale Lawrence (Ralph Fiennes) a destra, e il cardinale Bellini (Stanley Tucci)
Complimenti vivissimi a questi impareggiabili orafi