Milano 23 Febbraio 2021
Quali conseguenze avrà sull’Italia l’arrivo di Joe Biden alla Presidenza degli Stati Uniti? Il “nuovo corso” americano si rivelerà positivo per la nostra economia? Insomma, chi guadagna e chi perde nel Bel Paese con il nuovo inquilino della Casa Bianca? A pochi mesi dalle elezioni americane e dopo il successivo, turbolento trapasso dei poteri da Donald Trump al nuovo Presidente democratico, è possibile delineare un quadro generale abbastanza preciso dei futuri rapporti tra le due sponde dell’Atlantico. Il cambiamento riguarda in primo luogo l’Europa, ma anche per l’Italia le novità non mancheranno. Vediamole in sintesi.
Commercio. Durante la precedente Presidenza Trump erano stati introdotti dazi e restrizioni commerciali, che hanno riguardato in primo luogo la Cina, e poi l’Europa. Dopo la risoluzione della controversia fra Airbus e Boeing da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio, gli Usa avevano imposto dazi per 7,5 miliardi di dollari sui prodotti provenienti dall’Unione Europea. Bruxelles a sua volta aveva risposto con iniziative analoghe sui prodotti importati dagli States. Ma con Biden la musica è cambiata: il Consigliere per la politica estera del nuovo presidente Anthony Blinken ha,infatti, annunciato l’intenzione di ”mettere fine alla guerra commerciale artificiale con l’Europa”.

Gli scambi tra Italia e Usa avevano subito una frenata a partire dal maggio 2020, quando le importazioni americane dall’Italia erano diminuite drasticamente, anche se il calo è in gran parte da attribuire alla pandemia da Covid 19. Il mercato americano è rimasto in ogni caso uno dei più importanti per il nostro export. Ora, con il nuovo corso di Biden, si aprono prospettive positive per le aziende della filiera green, dai veicoli elettrici al fotovoltaico, vista l’attenzione manifestata da Biden per le tematiche legate al cambiamento climatico. Ma per altri comparti potrebbe arrivare il rilancio. I settori con il maggior potenziale sono quelli tradizionali: la meccanica di precisione, il farmaceutico, la moda e il food. Basti pensare che la sola filiera agro-alimentare ha registrato nel 2019 un export di 4,8 miliardi di euro e un incremento del 4% nei primi tre trimestri del 2020, in particolare per pasta, olio e vino. Numeri destinati a crescere, visto che Biden sarebbe intenzionato a eliminare i dazi del 25% imposti da Trump su salumi, formaggi e liquori.

Infrastrutture. I gruppi italiani di grandi costruzioni e i produttori di cemento saranno quasi certamente coinvolti nell’ambizioso piano di rilancio delle infrastrutture che Joe Biden ha messo tra le priorità della sua azione di governo. Un primo segnale è arrivato già a fine gennaio-inizio febbraio dalle Borse. Alcune società di questi comparti quotate a Piazza Affari sono state riscoperte dagli investitori proprio per il ruolo che dovrebbero giocare nel prossimo futuro, registrando buoni incrementi delle quotazioni azionarie. Quella di Astaldi, per esempio, che fa parte del gruppo Webuild (ex Salini-Impregilo), è quasi raddoppiata negli ultimi tre mesi e nell’ultimo mese ha guadagnato il 50% circa in termini di capitalizzazione. La stessa Webuild è cresciuta in parallelo agli stessi ritmi se non di più.

Quanto a Buzzi-Unicem, multinazionale del cemento e calcestruzzo con sede in Italia ma presente massicciamente negli Usa (è il quarto produttore nel mercato nordamericano), è indicata dagli analisti come una delle maggiori beneficiarie del piano Biden. Così come Cementir (gruppo Caltagirone), che possiede tre stabilimenti produttivi negli Stati Uniti. Non solo: fra le società italiane destinate a raccogliere nuove commesse negli Usa c’è anche Prysmian, che produce cavi per l’energia e le telecomunicazioni. Sul mercato americano, sul quale ha intenzione di rafforzare la sua presenza, controlla General Cable, società acquisita nel 2017.
Immagine di apertura: Joe Biden, 46° Presidente degli Stati Uniti dal 20 Gennaio 2021