1. Con l’obiettivo di gestire l’elevato numero di ordini registrati in tempo di quarantena e dare priorità agli acquisti di beni essenziali, Amazon sta implementando, a partire dagli Stati Uniti, le misure per scoraggiare il riempimento dei carrelli virtuali e minimizzare gli acquisti d’impulso. Il colosso dell’e-commerce ha infatti eliminato le componenti informatiche che “suggeriscono” all’utente articoli acquistati da altri utenti. Sono stati inoltre cancellati gli sconti previsti per la festa del papà e della mamma e sembra che sarà rimandato a data da destinarsi l’Amazon Prime Day, giornata di supersconti per gli utenti Premium solitamente prevista a luglio. Queste misure non hanno intaccato i ricavi e la pandemia è stata complice dei colossi delle vendite online che hanno toccato cifre record: lo scorso 14 aprile Amazon ha guadagnato il 5,3%, facendo così schizzare il prezzo di una sua azione alla cifra record di 2.283 dollari. Risultati positivi anche per Alibaba (protagonista asiatico dell’e-commerce) il cui fatturato del primo trimestre del 2020 è aumentato del 62%. Jeff Zhang, presidente di Alibaba Cloud Intelligence, annuncia di voler investire nei prossimi 3 anni 28 miliardi di dollari nel cloud computing (distribuzione di servizi di calcolo, come server, risorse di archiviazione, analisi e intelligence, tramite Internet) con l’obiettivo di giocare un ruolo da protagonista nella trasformazione digitale e nel recupero del terreno perduto a causa del Covid-19.
2. La Banca Centrale cinese ha confermato lo scorso 17 aprile l’avvio dei test per l’adozione di una moneta digitale in 4 città del Paese (Shenzhen, Suzhou, Xiong’An e Chengdu). L’utilizzo del contante è già da tempo fuori moda in Cina: vi è una grande diffusione di tecnologie di pagamento come Alipay e WeChat Pay. La straordinarietà dell’operazione consiste nel fatto di avere, per la prima volta, un sistema di pagamento elettronico gestito da una grande banca centrale. Questa possibilità era già allo studio dal 2014 per prevenire transazioni illecite (riciclaggio di denaro sporco, finanziamento del terrorismo), almeno stando a quanto dichiarato dal governo del Dragone. La diffusione del Coronavirus e la necessità di prediligere scambi di moneta digitale, potrebbe aver accelerato i tempi. La principale differenza rispetto alle criptovalute (ad esempio Bitcoin) è che l’anonimato nelle transazioni non è garantito, tema che desta non poche perplessità in tema di protezione della privacy degli utenti.
3. Le misure di contenimento messe in atto in tutto il mondo hanno pesato sulle vendite del comparto cosmetico. Da quando le donne hanno interrotto la loro routine quotidiana a favore dello smart working, il comparto ha visto azzerarsi il traffico presso duty free e saloni di bellezza. Secondo quanto riportato da The Business of Fashion, LVMH (Louis Vuitton Moet Hennesy, protagonista nel panorama dei prodotti di bellezza con i marchi Estée Lauder e Guerlain) vede le vendite relative a tali prodotti nel primo trimestre del 2020 in calo del 18% rispetto all’anno precedente. Notizie migliori per Zalando, che probabilmente grazie al canale di vendita online, registra ancora un numero consistente di ordini per prodotti dedicati alla cura della pelle, dei capelli e delle unghie, addirittura superiori a quelli dello stesso periodo dell’anno scorso. La fine del contenimento in Cina fa tuttavia ben sperare per una ripresa delle vendite. Evidenze incoraggianti provengono da L’Oreal, che dichiara un fatturato di nuovo positivo in Asia nel mese di Marzo e stime per il periodo Aprile-Giugno che farebbero presagire un incremento dei ricavi tra il +5% e il +10%.
4. Il Coronavirus sarà ricordato, tra le altre cose, per aver portato la popolazione mondiale a sperimentare la carenza di alcuni beni essenziali: uova, lievito e…carta igienica. Decine di migliaia di supermercati nel mondo hanno faticato in questi mesi a garantire l’approvvigionamento della carta igienica, ma il problema sembra non essere stato avvertito in Italia. Del resto, non è la prima volta che l’assenza di questo articolo negli scaffali preannuncia l’arrivo di una crisi economica (era, ad esempio, già successo in Venezuela nell’estate del 2013). A beneficiarne i grandi produttori di beni per la cura della persona, ad esempio Procter&Gamble, che nel primo trimestre del 2020 ha fatto registrare tra i più alti incrementi di fatturato nella sua storia. Le vendite nette sono ammontate a 17,2 miliardi di dollari (+5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Le previsioni di crescita future delle società del settore sembrano tener conto delle nuove esigenze di pulizia degli ambienti e della persona generate dal Coronavirus.
Immagine di apertura: foto di Gerd Altmann
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molto interessante brava!