Firenze 27 Aprile 2024

C’è un’importante biblioteca, forse non la più antica, né la più grande, comunque una delle prime in Europa: quella di Danzica, la città polacca nota perché lì è nato il movimento Solidarność che ha svolto un ruolo importante nel porre fine al regime comunista in tutta l’Europa Centrale. Biblioteca che ha una storia quanto mai curiosa e poco conosciuta, oltre che molto antica.

La biblioteca di Danzica, Rijks Museum, Amsterdam (autore anonimo e data sconosciuta)

Sappiamo che le biblioteche, durante la metà del Sedicesimo secolo, ebbero una grande diffusione in Europa. Tuttavia quella di Danzica, che è nel cuore della città, ha una origine particolare degna di essere ricordata perché è nata (per così dire) da un naufragio “italiano”. O, meglio, dal naufragio della nave sulla quale viaggiavano un singolare carico e uno strano personaggio: Bonifacio Giovanni Bernardino, Marchese d’Oria, che nacque a Napoli il 25 aprile 1517 e morì a Danzica il 24 marzo 1597. Fu uno studioso, un umanista, considerato il fondatore di una delle due Biblioteche dell’Accademia Polacca delle Scienze a Danzica. Erano i tempi della Riforma protestante ed oggi la biblioteca conserva libri molto importanti dell’epoca medievale grazie al naufragio di quella nave italiana.
Ma chi era questo personaggio? Era un nobile napoletano che ebbe un’educazione cattolica, ma frequentava gli ambienti valdesiani della città, motivo per cui fu sospettato di eresia, così dovette fuggire per rifugiarsi in Puglia. Lì possedeva un ricco feudo ed il castello svevo di Oria, nel Salento settentrionale, da dove governava le sue proprietà. Ma non si fermò a lungo: nel 1556, ancora giovane, lasciò il grande castello e, vendute le terre, si stabilì a Venezia, ma ci rimase poco: scelse di viaggiare per sfuggire all’Inquisizione e ai conflitti religiosi che scuotevano l’Europa.

Il castello svevo di Oria al tramonto (foto di Paris Taras)

Bonifacio era appassionato di cultura, ma soprattutto di libri, tanto da non separarsene mai: viaggiava portando con sé la sua biblioteca personale negli spostamenti, studiando e formando a poco a poco un’importante raccolta di preziosi volumi, una vera e ben fornita biblioteca che, com’egli diceva, gli era “dopo Dio, carissima al mondo”.
E così vagò prima in Italia, poi raggiunse la Spagna, la Francia, la Svizzera, dove a Basilea, stampò (1553) a sue spese il De Situ Japygiae dell’umanista salentino Antonio De Ferraris, che fu per secoli il più autorevole trattato storico-geografico sul Salento, poi l’Austria, la Danimarca, la Svezia, la Polonia, l’Inghilterra (dove, per una malattia, divenne quasi cieco, ed il cui ritratto si trova conservato nella Biblioteca di Danzica), ma sempre portando con sé i suoi preziosissimi libri. Poi si imbarcò per raggiungere Danzica, città di rilievo a quell’epoca, visto che a partire dal Trecento aveva sperimentato una crescita rapida, divenendo nel Cinquecento la città più importante sulla costa del Mar Baltico e la più grande della Polonia.

Panorama di Danzica, 1573

Così nell’agosto del 1591, Bonifacio navigando verso la Lituania, giunse alle foci della Vistola, ma la sua nave naufragò vicino alla costa con il carico. In questo naufragio perse quasi tutti i suoi averi, ma salvò miracolosamente la biblioteca grazie all’aiuto della famiglia principesca dei Radziwiłł che lo ospitò. Sebastiano Valerio, ordinario di Letteratura Italiana all’università di Foggia, studioso di Bonifacio scrive: «Impressiona notare come ancora oggi quei testi riportino nel proprio corpo le tracce indelebili del naufragio del 25 agosto 1591, che è testimoniato dagli aloni di umido che li ricoprono».
Quel migliaio di libri, tra cui alcuni molto importanti, che Bonifacio riuscì a salvare dal naufragio, costituisce ancora oggi il primo nucleo della nuova biblioteca della città, nata per deliberazione del senato di Danzica (1596) e destinata non solo a tramandare (come se fosse un museo) ma a fare vivere ed arricchire nella quotidianità le memorie storiche di quel periodo. Inoltre, ci informa su aspetti della cultura non solo religiosa d’Europa e su molte problematiche ancora attuali.

La città vecchia di Danzica oggi (foto di Pjama)

Il marchese Bernardino d’Oria scrisse, fra gli altri, il libro che fu pubblicato postumo nel 1599, come, del resto, tutta la sua opera, dal suo amico Andrea Welsio (Danzica 1599) intitolato Miscellanea Hymnorum epigrammatorum et paradoxorum quondam di Joannis Bernhardini Bonifacii neapolitani Questo libro contiene prose che combinano storie con reminiscenze classiche e testi sacri e offrono a noi l’occasione di conoscere la sua propensione al protestantesimo.

Anton Moller, “Ritratto di Bonifacio Bernardino”, olio sul tavola, Biblioteca di Danzica, Polonia

Quando nel 1591 Bernardino donò al Senato di Danzica la sua biblioteca, ricevendone in cambio il vitalizio di un fiorino d’oro al mese e un’abitazione nell’antico monastero francescano, inserì nell’atto di donazione una clausola per cui i suoi libri non avrebbero dovuto mai cadere nelle mani dei gesuiti. Morì pochi anni dopo, nel 1597 a Danzica.
La biblioteca fu aperta ufficialmente nel 1596, cinque anni dopo la donazione, arricchita dei lasciti di alcune famiglie di Danzica. Nel fondo di Bonifacio, che contava 1.043 opere in 1.161 volumi, il settore grammatici, poetae, mathematici, astrologi era quello più largamente rappresentato (242 titoli); venivano poi i teologi latini e greci (239 titoli), i filosofi (199), i medici (141), gli storici (129). Figurava un gruppo nutrito di autori italiani (72 titoli), mentre i giuristi erano mal rappresentati (solo 21 titoli). La biblioteca, dunque, rifletteva gli interessi religiosi e umanistici del marchese di Oria arrivati miracolosamente fino a noi.

Immagine di apertura: foto di ArtTower

Toscana, ha vissuto l’infanzia a Siena per poi studiare lingue a Firenze e conseguire il diploma in Langue et Civilisation Françaises Université de Grénoble. Pittrice, ha esposto le sue opere a Villa Bottini a Lucca nel 2005 (personale), alle Terme Tamerici e alle Terme Tettuccio di Montecatini Terme (dove vive) nel 2006, alla Versiliana di Marina di Pietrasanta nel 2007. Si interessa ad ogni forma d’arte, specialmente se insolita o curiosa.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.