Milano 21 Febbraio 2020
1 Quali sono gli impatti economici del Coronavirus? Risulta ancora difficile ottenere informazioni certe. La prima delle misure precauzionali adottate dai maggiori retailer è la chiusura dei negozi nelle aree della Cina interessate dall’epidemia. Non si parla solo di McDonald’s, Starbucks e Pizza Hut. Enormi sono stati anche gli impatti sulle realtà nel mondo della moda: fiere cancellate o posticipate, blocco della supply chain e riduzioni significative nel flusso di clienti. Alcuni dati arrivano da Capri Holdings (stimati -100milioni di dollari di mancati ricavi), seguono i numeri di Burberry (gli analisti di Credit Suisse prevedono minori ricavi per almeno 80milioni di sterline) e un occhio particolare è anche sulla tedesca Adidas che secondo quanto stimato da Credit Suisse realizza in Cina circa il 20% del proprio fatturato. Non per tutti il male viene per nuocere. Il tentativo è anche quello di comprare l’immunità al virus, ed è così che farmacie e parafarmacie terminano le loro scorte di mascherine, saponi e disinfettanti. A beneficiarne gli store online quali Alibaba e JD.com: le società di distribuzione logistica hanno strutturato servizi ininterrotti in 300 città cinesi.
2 Svolta “Verde” per Delta, una delle principali compagnie aree del mondo. A partire dal 1 marzo 2020 e per i prossimi dieci anni si impegnerà ad investire almeno un milione di dollari per neutralizzare tutte le emissioni derivanti dal suo business. Sulla base di un’analisi proposta dal quotidiano inglese The Guardian, il settore aviazione è responsabile del 2% delle emissioni globali di Co2: un solo volo Londra-New York è in grado di generare 986 kg di anidride carbonica, più di quanta ne produca un abitante di 56 Paesi del mondo in un anno intero. Nel concreto, Delta promette l’acquisto di aerei più efficienti che utilizzino meno carburante, di studiare interventi che agiscano sulla riforestazione, sulla conservazione dei pascoli ed il ripristino delle zone umide. La vera sfida sarà misurare l’efficacia delle azioni intraprese.
3 Social Network e realtà aumentata: Pinterest accoglie la sfida. Il famoso social network basato sulla condivisione delle fotografie propone la possibilità di provare l’effetto del rossetto sul viso mediante la realtà virtuale. Ad oggi la funzionalità è attiva solo per gli Stati Uniti ma sarà presto disponibile a livello globale. Grazie al pulsante “Try on” e sfruttando la fotocamera del proprio smartphone sarà possibile vedere dal vivo sulle proprie labbra sfumature di Estee Lauder, Neutrogena, Lancome e molti altri brand con la possibilità di acquistarli direttamente dall’applicazione. La competizione sui social network è sfrenata e l’intuizione di aprirsi all’e-commerce potrebbe fruttare una significativa crescita per Pinterest: il 2019 si è chiuso con fatturato di circa 1 miliardo di dollari (+51% anno su anno) e circa 300 milioni di utenti (Instagram ha di recente raggiunto 1 miliardo).
4 Virgin Galactic, la compagnia del magnate inglese Richard Branson ha fatto registrare un incremento del 400% sulla borsa di New York da inizio Dicembre. Si tratta della prima società di turismo spaziale quotata in borsa ed è nata per realizzare voli spaziali suborbitali rendendo quindi possibile l’accesso turistico allo spazio (le società competitor sono Space X e Blue Origin). La compagnia ha già fatto registrare 600 prenotazioni (un biglietto costa 250.000 dollari per voli di 90 minuti). Quali sono gli impatti in Italia? Virgin Galactic ha siglato un contratto con l’Aeronautica Militare Italiana per un volo di ricerca con equipaggio e lo scalo pugliese di Grottaglie (Taranto) sembra essere destinato a diventare il secondo “spazioporto” al mondo della Virgin Galactic (dopo il primo scalo in New Mexico, USA).
5 È davvero efficace redistribuire il carico fiscale da imposte dirette (IRPEF) a quelle indirette (IVA) per aumentare la crescita? L’esperienza giapponese sembra smentire i risultati di alcune ricerche recenti di Fondo Monetario e OCSE. A pochi mesi dall’inizio delle Olimpiadi di Tokyo, arriva la notizia di una brusca frenata per il PIL giapponese (-6,3% per il quarto trimestre 2019) a causa dell’aumento dell’ IVA dall’8% al 10% che ha abbattuto significativamente i consumi. Si tratta della peggiore contrazione in sei anni. Il primo ministro Shinzo Abe, responsabile della misura, cerca di contrastare un debito pubblico che ammonta a circa il 240% del PIL e sostenere le enormi spese per le politiche sociali che si trovano a fronteggiare una popolazione sempre più anziana. A pesare ulteriormente sulle finanze dello stato gli effetti del coronavirus: Toyota, Honda e Nissan hanno dovuto sospendere la loro produzione nelle fabbriche cinesi.
Immagine di apertura: foto di Gerd Altmann