Milano 28 giugno 2022
L’iter è già partito, ma la sua conclusione non è imminente. Per il varo ufficiale dell’euro digitale dovremo aspettare probabilmente alcuni anni. A luglio del 2023, però, vale a dire fra circa 12 mesi, dovrebbe concludersi la fase istruttoria, come ha spiegato di recente la stessa presidente della Banca Centrale Europea (Bce) Christine Lagarde illustrando il progetto nel corso di una conferenza pubblica. A quel punto il consiglio direttivo dell’Eurotower potrà decidere se e come passare alla fase successiva, che consiste nella simulazione e nella sperimentazione “sul campo” che potrebbe durare fino a un massimo di tre anni.

Anche tenendo conto dei possibili slittamenti rispetto alle scadenze previste, la moneta europea “virtuale” è comunque all’orizzonte. Ma in cosa consiste esattamente e come potrà cambiare le abitudini degli italiani? Sgombriamo subito il campo da confronti impropri: l’euro digitale non ha alcuna attinenza con le criptovalute e tanto meno con il Bitcoin, che di questa categoria è in assoluto la più conosciuta. La differenza sostanziale consiste nel controllo che sarà esercitato dalla Banca Centrale Europea, la quale vigilerà su tutte le operazioni di trading e impedirà di fatto gli alti e bassi che caratterizzano le criptomonete “private”, soggette a repentini sbalzi di valore a seconda dei flussi in acquisto e in vendita che nell’ambito di una stessa giornata si riversano sulle piattaforme dedicate.

In realtà l’euro digitale sarà semplicemente la versione elettronica della moneta europea, che si affiancherà al denaro contante. Ciascun cittadino europeo, in pratica, potrà creare un proprio “portafoglio digitale” e utilizzarlo facilmente con una app da scaricare sul proprio smartphone. La moneta per così dire “smaterializzata” potrebbe essere depositata presso una banca oppure – è questa è davvero una novità rivoluzionaria – direttamente presso la Bce, utilizzandola per pagamenti e transazioni varie. La garanzia della Banca Centrale è la stessa offerta sul cartaceo (in prospettiva sempre meno utilizzato) e sulla moneta già ora dematerializzata, vale a dire quella che deriva dall’uso di carte di credito e di debito oppure dalle transazioni da un conto corrente ad un altro attraverso un semplice bonifico online. Ma l’euro digitale presenta anche dei vantaggi rispetto al semplice utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento. Il principale è che non costa nulla. Gli intermediari tradizionali, dalle banche alla Posta, chiedono delle commissioni per il loro intervento che, anche se in molti casi sono minime, rappresentano comunque un costo aggiuntivo gravante sul trasferimento di denaro. Inoltre, in caso di eventi straordinari che potrebbero ostacolare la fornitura dei servizi (pensiamo ai black-out se non addirittura a possibili attacchi hacker), si potrà utilizzare la moneta digitale, permettendo così di portare a termine ogni tipo di pagamento al dettaglio.
Immagine di apertura: foto di Gerd Altmann