Gli ultimi dati sulla qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente ci confermano che, ahimè, la Pianura Padana è la regione più inquinata dell’Europa occidentale. Le cause di questo primato sono note. Si tratta di una regione densamente popolata (dieci milioni di abitanti) e industrializzata con emissione nell’aria di grandi quantità di inquinanti. A questi fattori si aggiunge la conformazione geografica del bacino del Po chiuso tra le Alpi e gli Appennini, che gli dà un’alta stabilità atmosferica e scarsità di vento, con conseguente ristagno degli inquinanti. Secondo una classifica del 2021, in Italia i comuni più inquinati, tra quelli con più di 50mila abitanti, sono tutti in Pianura Padana: Cremona, Padova, Vicenza, Brescia, Piacenza, Bergamo, Verona (Milano è dodicesima e Torino quattordicesima). Sciagura ineluttabile visto che ci si mette di traverso anche il clima? Niente affatto. Basta guardare il rapporto annuale sul consumo di suolo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) per accorgersi che in Italia nonostante le tante chiacchiere sulla tutela della biodiversità e la vocazione green, lo scempio delle terra, baluardo fondamentale contro l’inquinamento visto che assorbe dall’ambiente anidride carbonica e metano (cattura il 20% circa del carbonio immesso nell’atmosfera dalle attività dell’uomo) va avanti implacabile. Tra il 2021 e il 2022 sono stati cementificati nel nostro Paese 6331 ettari (+22,4%) di terreni fertili. Come ben riporta Paolo Pileri, ordinario di pianificazione urbanistica-ambientale del Politecnico di Milano nell’articolo che trovate in questo numero. E, guarda caso, proprio le province di Brescia e di Bergamo che hanno consumato tanto suolo fra il 2020 e il 2021 quanto l’intero Lazio hanno alte percentuali di inquinamento atmosferico. Si cementifica creando impianti logistici, depositi, supermercati, parcheggi e rotatorie….  Tutto questo porta nuovo inquinamento. Pensiamo davvero che basti piantare un po’ di alberi qua e là grazie al finanziamento di 330 milioni di euro dall’Europa per migliorare la qualità dell’aria se non si ferma la corsa al cemento? Senza un programma integrato e ragionato (di cui non si vede ombra per ora grazie all’inerzia dei decisori politici), si fa poca strada. Tra l’altro, per ora si sono piantati più semi che alberi. E, paradossalmente, la città Metropolitana di Milano che di questi alberi avrebbe davvero bisogno, non sa dove metterli perché il suolo è occupato dal cemento. Amen

Toscana, milanese di adozione, laureata in Medicina e specializzata in Geriatria e Gerontologia all'Università di Firenze, città dove ha vissuto a lungo, nel 1985 si è trasferita a Milano dove ha lavorato per oltre vent'anni al "Corriere della Sera" (giornalista professionista dal 1987) occupandosi di argomenti medico-scientifici ma anche di sanità, cultura e costume. Segue da tempo la problematica del traffico d'organi cui ha dedicato due libri, "Traffico d'organi, nuovi cannibali, vecchie miserie" (2012) e "Vite a Perdere" (2018) con Patrizia Borsellino, editi entrambi da FrancoAngeli. Appassionata di Storia dell'Ottocento, ha scritto per Rubbettino "Costantino Nigra, l'agente segreto del Risorgimento" (2017, finalista al Premio Fiuggi Storia). Insieme ad Elio Musco ha pubblicato con Giunti "Restare giovani si può" (2016), tradotto in francese da Marie Claire Editions, "Restez Jeune" (2017). Nel gennaio del 2022, ancora con Rubbettino, ha pubblicato "Cavour prima di Cavour. La giovinezza fra studi, amori e agricoltura".

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