Milano 28 giugno 2022

Nel convegno La trappola delle sette, che si è tenuto nel novembre 2018 all’Università Lumsa di Roma, Francesca Capaldo, vicequestore aggiunto al Servizio centrale operativo della polizia di Stato e dirigente della Squadra antisette, ha evidenziato la caratura criminale di alcuni gruppi settari: «Tra i reati commessi ci sono la violenza sessuale anche di gruppo, le truffe, i maltrattamenti e le estorsioni».

Francesca Capaldo, vicequestore aggiunto al Servizio centrale operativo della polizia di Stato e dirigente della Squadra antisette (fonte: Youtube 2019)

Nella stessa occasione, don Aldo Buonaiuto, responsabile del Servizio antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII di Fabriano (Ancona), metteva a fuoco il nuovo settarismo: «In questi gruppi non ci sono soltanto le cosiddette ”sette sataniche”. Normalmente la parola setta viene abbinata al satanismo, ma è sbagliato. Lo scenario si muove dalle psicosette, che ricorrono a tecniche di manipolazione mentale, alle sette pseudo-religiose, che utilizzano il linguaggio spirituale e il mondo sacrale per raggiungere scopi che non hanno nulla a che fare con le religioni, fino alle sette esoteriche, che si appropriano di poteri divinatori per i propri condizionamenti, al fine di far credere di avere poteri ed energie trappole». Nel 2018 il Servizio antisette aveva ricevuto 2.467 richieste di aiuto, di consulenza e di informazioni. Nello stesso anno si parlava di psicosette (41 per cento dei casi), gruppi che praticavano culti estremi (30 per cento), sette magico-esoteriche (16 per cento), sette pseudo religiose (13 per cento).

Il fenomeno è emerso negli ultimi anni in tutta la sua gravità, anche sociale. La partenza viene, però, da lontano. Il 29 aprile 1998, dopo due anni di indagini, il Ministro dell’Interno, Giorgio Napolitano, inviò alla Commissione per gli Affari Costituzionali della Camera un rapporto di un centinaio di pagine redatto dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Il Rapporto del Viminale parlava delle psicosette come di culti distruttivi, in grado di portare alla “destrutturazione mentale”, al completo isolamento, all’impoverimento, fino alla rovina economica dell’adepto dopo essere stato indotto a consegnare ogni suo bene, utilizzando “meccanismi subliminali di fascinazione e il cosiddetto ‘lavaggio del cervello’ o altri metodi atti a limitare la libertà di autodeterminazione del singolo”.

In Italia, nel panorama delle sette, quelle pseudo-religiose rappresentano circa il 13 per cento (foto di Lilartsy)

In Italia esistono oggi circa 500 gruppi, con migliaia di affiliati. Sono soprattutto le psicosette a nascondersi dietro il paravento di associazioni culturali e di volontariato sociale, scuole di formazione, gruppi di studio, gruppi per potenziare la mente, scuole di formazione per imprenditori e dirigenti pubblici e privati, centri di benessere e cura o di riabilitazione da dipendenze come droga e alcool, enti di beneficenza, organizzazioni per la fratellanza fra i popoli, organizzazioni per la difesa dei cittadini e dei consumatori, gruppi di auto-aiuto, comitati contro gli abusi della psicologia e della psichiatria, comitati a sostegno dei genitori per l’ingiusta sottrazione dei figli, persino associazioni di lotta a maghi e ciarlatani.

La solitudine è la situazione esistenziale che facilita l’adesione alle psicosette di persone fragili (foto di Ali Arapoglu)

La pandemia da Covid-19 ha avuto come effetto quello di dare impulso al fenomeno perché quelle che cadono nelle spire delle psicosette sono persone accomunate da due aspetti: fragilità e isolamento. Spesso hanno vissuto un lutto, una separazione, una malattia, un disagio economico o altre situazioni che hanno indebolito, abbassato le loro difese psichiche. Il santone-leader comprende e sfrutta il bisogno di queste individui di essere ascoltati e compresi, la loro ricerca di un senso di appartenenza. Ecco arrivare, anziché un supporto psicologico professionale, l’offerta della psicosetta. Secondo un monitoraggio effettuato nel 2020 dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, le persone si rivolgono alle sette per problemi di salute (38 per cento), problemi familiari (24 per cento), bisogno di spiritualità (17 per cento), crisi economica (11 per cento), perdita dei propri cari (10 per cento).

La copertina del libro “Una vita apparentemente perfetta” (Mondadori), in cui Michelle Hunziker racconta il suo coinvolgimento in una setta, durato ben quattro anni

A cadere nella trappola criminogena non sono soltanto persone malate, anziane, sprovvedute. Colpisce la trasversalità delle vittime, fra cui si contano anche persone professionalmente affermate, di buona istruzione e con un discreto livello culturale. I segreti del reclutamento sono la semplicità, la disinvoltura, l’apparente “innocenza” dell’approccio e quindi, stabilito il contatto, la vicinanza, la presenza, le manifestazioni di affetto, di comprensione, di sostegno. Una strategia descritta da Roberta Grillo, presidente del Gris (Gruppo di Ricerca e Informazione socio-religiosa) della Diocesi di Milano, e coordinatrice del Centro di ascolto Sic, in una intervista pubblicata su Il Giorno il 30 giugno del 2019. «Capita di ricevere un sms: ”Vuoi essere felice?”. Ormai con i cellulari siamo tutti raggiungibili. O di leggere un dépliant. Una volta attratta nella psicosetta, la persona è sottoposta al love-bombing, ovvero a continue, insistite dichiarazioni di affetto, di amore. Si organizzano incontri in luoghi suggestivi, come Assisi. All’affiliato viene prospettato un percorso che dovrebbe portarlo all’illuminazione: percorso che però non arriverà mai a nulla. Nel frattempo è iniziata l’opera di disgregazione, di annullamento dell’identità».

Immagine di apertura: foto di St.Claire

Lombardo di Parabiago, a due passi da Milano, giornalista professionista dal 1979, ha seguito come inviato de "Il Giorno" molti dei più importanti avvenimenti di cronaca dagli anni Ottanta ad oggi. Tra i suoi numerosi libri, "Ustica: la tragedia e l'imbroglio" (con Sandro Bruni, Edizioni Memoria 2003) e "Risorgimento lombardo, ieri e oggi" (Edizioni Selecta 2011). Con Mursia ha pubblicato "Le Bestie di Satana. Voci dall'incubo" ( 2006, nuova ed. 2016), "Per denaro e per amore. Misteri lombardi, omicidi senza colpevoli" (2008), "Fausto Coppi. Solitudine di un campione" (2009), "Il Paròn. Nereo Rocco nelle testimonianze di calciatori, amici e avversari" (2012), "Il calcio malato. Indagini e segreti del racket delle scommesse" (2014), "Nonno Ragno e gli altri. Storie di lombardi da Guinness" (2015), "Delitti e vecchi merletti. Casi di cronaca nera che hanno fatto storia" (2018). Ha curato la pubblicazione delle memorie di Fausto Coppi con il titolo "Non ho tradito nessuno. Autobiografia del Campionissimo attraverso i suoi scritti" (Neri Pozza 2019). Nel 2003 e nel 2008 è stato uno dei premiati come “Cronista dell’anno” dal Gruppo Cronisti Lombardi. Nel 2012 ha ricevuto il Premio “Vita da cronista”. Il suo ultimo libro, edito da Diarkos, "Sette sataniche e psicosette", è uscito nel 2022.

1 commento

  1. Una corretta informazione è il presupposto indispensabile per la prevenzione. Un grazie immenso a Gabriele Moroni, che tanto si adopera per far luce su questo genere di fenomeni, ancora troppo sottovalutati a dispetto della loro insidiosità e pervasività.

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