La democrazia regge? Nelle società più avanzate la gente la considera ancora il sistema migliore di governo? Sorprendentemente, la risposta è incerta: c’è disillusione. Sono i risultati emersi da un sondaggio realizzato tra maggio e giugno scorsi dalla “Open Society Foundation”, fondata nel 1993 dall’imprenditore filantropo George Soros, su un campione di 36mila persone intervistate in trenta Paesi, Italia compresa. In effetti, ritiene la democrazia “la forma preferita di governo” solo il 56 per cento degli americani, il 58 per cento degli inglesi e il 60 per cento dei francesi. Il nostro Paese si posiziona più in alto nella fiducia, arriva al 69 per cento, il che significa, però, che un buon 30 per cento di italiani non crede nella democrazia, o ci crede poco. Il dato più sconcertante è in questo 30 per cento ci sono i soggetti più giovani, dai 18 ai 35 anni. I risultati mostrano, infatti, una forte correlazione tra età e disillusione: se l’86 per cento degli intervistati predilige uno Stato Democratico e solo il 20 per cento ritiene che i regimi autoritari siano più capaci di fornire ai cittadini “ciò che vogliono”, nella fascia d’età 18-35 anni soltanto il 57 per cento ritiene che la democrazia sia preferibile a qualsiasi altra forma di Governo. Ma non basta: oltre un terzo, il 35 per cento, dei giovani interpellati dal sondaggio (si tratta di un dato globale, non scorporato per l’Italia) è favorevole a un leader forte che elimini le legislature e le elezioni, mentre nelle fasce di età più avanzate il favore crolla. Anche se la democrazia continua a esercitare un “fascino diffuso” nel mondo occidentale, per i giovani che si trovano impoveriti rispetto alle generazioni che li hanno preceduti e stanno assistendo con senso di impotenza ai cambiamenti climatici, senza dimenticare l’isolamento sofferto per il Covid, la nostra organizzazione politica non sembra capace di dare risposte credibili. Oggi a un trentenne le libertà politiche e civili interessano meno rispetto a chi lo ha preceduto, perché è sopraffatto dall’incertezza del suo futuro. Ha torto? Non credo. Comunque sono dati abbastanza allarmanti, su cui riflettere….

Toscana, milanese di adozione, laureata in Medicina e specializzata in Geriatria e Gerontologia all'Università di Firenze, città dove ha vissuto a lungo, nel 1985 si è trasferita a Milano dove ha lavorato per oltre vent'anni al "Corriere della Sera" (giornalista professionista dal 1987) occupandosi di argomenti medico-scientifici ma anche di sanità, cultura e costume. Segue da tempo la problematica del traffico d'organi cui ha dedicato due libri, "Traffico d'organi, nuovi cannibali, vecchie miserie" (2012) e "Vite a Perdere" (2018) con Patrizia Borsellino, editi entrambi da FrancoAngeli. Appassionata di Storia dell'Ottocento, ha scritto per Rubbettino "Costantino Nigra, l'agente segreto del Risorgimento" (2017, finalista al Premio Fiuggi Storia). Insieme ad Elio Musco ha pubblicato con Giunti "Restare giovani si può" (2016), tradotto in francese da Marie Claire Editions, "Restez Jeune" (2017). Nel gennaio del 2022, ancora con Rubbettino, ha pubblicato "Cavour prima di Cavour. La giovinezza fra studi, amori e agricoltura".

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