Educazione americana di Fabrizio Gatti, inviato del settimanale L’Espresso, è un libro imprescindibile per il lettore attento. Non stiamo parlando di un banale noir o di un romanzo storico o di un saggio romanzato. Stiamo parlando di un vero e proprio report che sembra giungerci dal fondo di qualche agenzia spionistica o dagli archivi di un qualche centro di addestramento militare semiclandestino. El Centro si intitolava il romanzo di Marc Saudade (pseudonimo di Furio Colombo), uscito negli anni Ottanta, che narrava la storia di un training center che era al centro di tutte le più oscure trame mondiali, con una particolare attenzione al terrorismo millenarista di Sendero Luminoso. Molto più tardi, nel 2014, sarebbe stato Giuseppe Genna, nel suo lucidamente allucinato Dies Irae, a focalizzare il momento di passaggio tra il mondo immobile della cortina di ferro a quello difficilmente comprensibile della nuova politica, in particolare italiana, del terzo millennio.

Ma è soltanto con Fabrizio Gatti che la finzione diventa una orribile realtà che rende illusorie le finzioni più orribili. Un “contesto” (come non pensare all’omonima opera di Leonardo Sciascia o al Pasolini di Petrolio?) oscuro e terribile che tutto pervade e tutto definisce, al servizio di interessi quasi invisibili a se stessi, quasi incomprensibili a se stessi.
Un faccendiere, un agente segreto o forse soltanto una pedina di lusso, Simone Pace, decide, spinto dall’umanissima impossibilità di trattenere i segreti più terribili, di contattare un giornalista (chiaramente alter ego dell’Autore) e lentamente gli racconta un mondo di trame nazionali e internazionali che si intersecano e si sostengono le une con le altre, delineando una fase storica che va da Mani Pulite fino al terzo millennio. Chi ha gestito cosa? Perché? A vantaggio di chi o di che cosa? Come un agente al servizio di George Smiley e del Circus, Simone Pace sa perfettamente che non è possibile mentire in un interrogatorio né tanto meno a se stessi. Però sa altrettanto bene che più si dice e più è possibile nascondere.
Fabrizio Gatti ci racconta una storia inquietante sul nostro più recente passato prossimo ben consapevole della lezione manzoniana secondo la quale la storia dei re e dei papi (o meglio, in questo caso, dei servizi segreti e delle mafie) passa sulla testa dei comuni mortali definendone, a loro insaputa, il loro stesso destino personale.
Educazione americana, pubblicato dalla Nave di Teseo, va letto, analizzato, consultato perché ci racconta tutto quello che siamo diventati anche se i nostri sogni e le nostre speranze erano tutt’altro.
Se siamo alla ricerca di un peccato originale della nostra attuale collettività, in questo libro senz’altro ne troveremo le tracce.
Immagine di apertura: foto di Gerd Altmann