Gente ordinaria: un po’ meno che gente “normale”, un po’ più che “povera gente”. È quella che popola il libro fotografico Gli Italiani, del sociologo e fotografo Massimo Baldini, uscito da poco per il Mulino. Un’umanità in bianco e nero colta in momenti qualsiasi della giornata in giro per l’Italia, più nelle periferie che nelle città.

Piazza del duomo Siena. foto di Massimo Baldini

Il libro raccoglie 83 scatti realizzati tra il 2015 e il 2018 corredati da testi di autori famosi, da Dante a Leopardi, a Pasolini, da La Capria a Sereni, a Savinio, scelti da Claudio Giunta, saggista, docente di Letteratura Italiana all’Università di Trento.

Caffè-Palazzolo Acreide, Siracusa. Foto di Massimo Baldini

L’Italia di oggi viene riproposta come appare nella normalità di ogni giorno senza ansie di interpretazione. «Baldini ha opportunamente adottato uno stile oggettivo, volutamente basso, antitrionfalistico, che evita inutili spettacolarizzazioni dell’immagine, così che i soggetti possano manifestarsi, senza imbarazzo, senza correzioni e abusi, per quello che sono» scrive lo storico della fotografia dell’Università di Bologna Claudio Marra nell’introduzione al volume. Il quadro che ne emerge non è certo quello di un’Italia che naviga nel benessere, che affoga nei consumi, appagata, se non proprio felice.

Chiosco-Pescara. Foto di Massimo Baldini

L’impressione è, piuttosto, quella di un Paese rimasto al palo nel bel mezzo di un miracolo economico non compiuto, dove la gente si accontenta di poco e si aspetta poco. Un’Italia secondaria, poco raccontata, rispetto alle grandi città, al patrimonio artistico, al cartolinesco. Baldini, le cui foto sono comparse su copertine di riviste e volumi e che nel 2017 ha tenuto una personale a Parigi alla Maison de l’Italie intitolata Italianité, in questo lavoro si ispira a un libro di grande importanza per la storia della fotografia, The Americans (anche quello composto da 83 scatti) pubblicato nel 1959 negli Stati Uniti con la prefazione di Jack Kerouac. Autore, Robert Frank, il fondatore della Street Protography, svizzero naturalizzato statunitense scomparso pochi mesi fa, che dette un volto all’altra America, quella che si sottraeva al mito del Paese perfetto e assolutamente desiderabile, che dopo aver vinto la Guerra godeva della propria immagine di agiatezza.

Pasqua-Matera. foto di Massimo Baldini

La rivoluzione fotografica fu totale, come sottolinea ancora Marra: «Un’opera che, per ragioni di contenuto e di linguaggio, ha rappresentato una svolta radicale, un passaggio senza ritorno nel modo di concepire e raccontare la vita attraverso la fotografia. Non ci sono significati da cercare. Frank diceva “nelle mie foto non c’è un inizio e una fine, stanno in mezzo”. Questo perché non è possibile pensare la vita come un insieme di fatti eccezionali nei quali si concentra il senso profondo e autentico delle cose».

Caffè-Palermo. Foto di Massimo Baldini

Massimo Baldini, sulla scia di Frank, ci propone una faccia che non ci saremmo aspettati del nostro Paese, cruda, di poche aspirazioni e, soprattutto, poca felicità. Commenta Giunta: «Gli italiani di Baldini sono soprattutto persone mature o anziane. La crisi di natalità che i demografi documentano con i numeri qui la si percepisce con gli occhi. È questa la radice del malumore, il senso di angoscia che trasmette un’umanità invecchiata specialmente in provincia e nelle città del Mezzogiorno?».

Immagine di apertura: Treno ad alta velocità – Fra Roma e Firenze di Massimo Baldini

Toscana, milanese di adozione, laureata in Medicina e specializzata in Geriatria e Gerontologia all'Università di Firenze, città dove ha vissuto a lungo, nel 1985 si è trasferita a Milano dove ha lavorato per oltre vent'anni al "Corriere della Sera" (giornalista professionista dal 1987) occupandosi di argomenti medico-scientifici ma anche di sanità, cultura e costume. Segue da tempo la problematica del traffico d'organi cui ha dedicato due libri, "Traffico d'organi, nuovi cannibali, vecchie miserie" (2012) e "Vite a Perdere" (2018) con Patrizia Borsellino, editi entrambi da FrancoAngeli. Appassionata di Storia dell'Ottocento, ha scritto per Rubbettino "Costantino Nigra, l'agente segreto del Risorgimento" (2017, finalista al Premio Fiuggi Storia). Insieme ad Elio Musco ha pubblicato con Giunti "Restare giovani si può" (2016), tradotto in francese da Marie Claire Editions, "Restez Jeune" (2017). Nel gennaio del 2022, ancora con Rubbettino, ha pubblicato "Cavour prima di Cavour. La giovinezza fra studi, amori e agricoltura".

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