Milano 21 Dicembre 2024
Una rivoluzione epocale. Non è esagerato definire così l’intelligenza artificiale. Gli algoritmi sono già da tempo entrati da protagonisti nella nostra vita quotidiana, dal momento che intervengono ormai in tutti (o quasi) i processi di automazione, dalle auto a guida autonoma ai sistemi di riconoscimento facciale, dal marketing digitale alla chirurgia.
Ma l’applicazione dell’intelligenza artificiale (o intelligenza delle macchine come qualcuno la definisce) non ha certo esaurito il suo potenziale espansivo. Tant’è vero che stanno crescendo a vista d’occhio le aziende impegnate a sviluppare nuovi programmi, così come si moltiplicano in misura esponenziale quelle che, invece, la utilizzano nei rispettivi processi produttivi. Insomma, il tentativo in gran parte già riuscito di simulare l’intelligenza umana è destinato a proseguire, fino ad abbracciare tutti gli ambiti produttivi, le attività professionali e perfino il tempo libero. Nei prossimi mesi si prevede che, per quanto riguarda le aziende, la nuova infrastruttura diventerà un elemento fondamentale di ogni piano industriale, insieme con quelli ormai consolidati, come la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale. D’altra parte già lo scorso anno, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano il giro d’affari dell’intelligenza artificiale è cresciuto in Italia del 52% rispetto ai 12 mesi precedenti. Un’espansione che ha provocato l’interesse di chi opera in Borsa, dai cosiddetti investitori istituzionali ai privati risparmiatori. A Wall Street il fenomeno è già consolidato, ma anche in Italia si sta rapidamente affermando. Le società quotate a Piazza Affari legate all’intelligenza artificiale sono ormai numerose e di esse almeno una decina ne fanno dichiaratamente la loro attività principale. Le loro azioni sono entrate nei portafogli dei principali fondi di investimento, i cui gestori hanno subito individuato la loro potenzialità di crescita. Non solo. Non c’è analista o esperto del mercato finanziario che non suggerisca di rivolgersi in questa fase ai titoli di aziende che si servono dell’intelligenza artificiale o che abbiano puntato su questo settore per sviluppare il proprio business.
Insomma, il mantra che oggi ricorre di più nel mondo della finanza è investire nell’intelligenza artificiale. Utilizzandola in primo luogo nei processi di business e nei processi operativi, per guidare l’innovazione e migliorare l’efficienza, ma anche per individuare le società quotate con le migliori prospettive di guadagno. Tra gli strumenti finanziari da utilizzare spiccano innanzi tutto le azioni. Come decidere su quali puntare? Naturalmente su quelle rappresentative di aziende che ne fanno uso in modo sistematico. Occorre però valutare una serie di elementi. Innanzi tutto la dimensione della società emittente, che deve essere abbastanza grande da poter operare a livello mondiale. Poi verificare la solidità della sua situazione finanziaria e infine la bontà della tecnologia specifica e dove viene utilizzata.
Quanto ai settori da privilegiare le opinioni non sono unanimi. Prevalgono tuttavia, oltre alla tecnologia, la Sanità e la finanza. Nel caso della Sanità si punta sull’utilizzo in chirurgia, ma anche sulla personalizzazione delle terapie e sull’impiego sempre più mirato dei farmaci, mentre per quanto riguarda la finanza la scelta si indirizza in particolare sulle società con le maggiori e più ampie opportunità di monetizzazione.
Tuttavia, investire direttamente in azioni, a prescindere dalle tipologie, non è l’unico modo di approccio all’investimento in intelligenza artificiale. Esiste infatti lo strumento degli Etf (exchange trader funds), una varietà di fondi comuni capace di fornire una corretta diversificazione fra le azioni da mettere in portafoglio, in modo di ridurre al minimo il rischio. Gli Etf sono quotati in Borsa e sono caratterizzati da basse commissioni di gestione e dalla negoziazione continua. Diversamente dai fondi comuni, infatti, le cui quote sono normalmente valorizzate a fine giornata, la loro quotazione varia continuamente nella stessa giornata di contrattazione, esattamente come le azioni. Rapportare continuamente la quota del fondo al livello dell’indice (il quale sta contemporaneamente variando la propria quotazione) è lavoro della società di gestione stessa, che comprerà o venderà le proprie quote in ragione dello scostamento dall’indice.
In Italia gli Etf sono stati quotati nel 2002 e attualmente se ne contano quasi 500, tanto che la Borsa di Milano è considerata una delle principali in Europa per questa tipologia di strumento. L’intelligenza artificiale, infine, può essere utile addirittura nel caso dell’investimento in oro. Esistono infatti delle applicazioni specifiche che permettono di calcolare quale percentuale del metallo giallo, sotto forma di lingotti o di certificati che li rappresentano, non si debba superare sul totale del proprio capitale. Non solo: gli algoritmi servono anche a prevedere il possibile impatto sulle quotazioni che potrebbero avere le guerre e le crisi geopolitiche come quelle che si stanno purtroppo vivendo di questi tempi nel mondo.
Immagine di apertura: foto di Gerd Altmann