Milano 27 Luglio 2024
I dirigenti della Sanità hanno un ruolo ed un potere decisionale determinante che sfugge alla comprensione generale: sono assunti per gestire aziende complesse e dovrebbero principalmente adoperarsi per garantire le cure migliori nel rispetto dello svolgimento clinico appropriato, supportando il personale sanitario. Non emerge, però, che i Direttori Generali hanno anche il potere trasformare un ospedale pubblico “a loro immagine e somiglianza”: disfare reparti, strutture e procedure che esistono e funzionano, senza logiche di cura e questo avviene anche solo spostando infermieri e tecnici da un reparto all’altro.
I medici che restano soli vengono così snaturati dal loro incarico: non saranno licenziati ma messi in panchina, per poi decidere del loro ruolo. E così non si lavora più. È un attimo annullare la capacità terapeutica di un reparto, si può fare dal venerdì al lunedì.
Il Direttore Generale muove una tale cascata di indotto economico che si è assistito negli ultimi anni a procedure di nomina con stuoli di nomi decisi da altri stuoli di commissari. L’elenco centrale dei circa 2000 candidati idonei alla posizione di direttore generale viene elaborato da una commissione centrale che lo aggiorna ogni due anni. La palla poi passa alle regioni per arrivare alle nomine locali dei DG (Direttori Generali) dei ASST (Aziende Socio-Sanitarie Territoriali, i “vecchi ospedali”), degli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), delle ATS (Agenzie per la Tutela della Salute, le “vecchie ASL”) e dell’AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza).
Diverso è l’iter per i direttori sanitari e amministrativi che è lasciato alle decisioni regionali. Ci sono vari articoli che commentano queste normative, ma da operatore della Sanità io mi interrogo in merito a questo “popolo di idonei”. È questo che dovrebbe dare certezza ai cittadini di essere curati al meglio? Oppure parte da un’ipotesi che vede questi manager della salute troppo spesso con le mani in affari che nulla hanno a che fare con le cure? Oppure ancora per frenare la libertà dei Direttori Generali “disonesti” di utilizzare le proprie prerogative per affari personali o di favore politico? Resta certo che da un lato abbiamo la coperta corta per le cure e per il personale medico ed infermieristico, dall’altro il mare magnum amministrativo dei “nominabili”, con costi per il sistema che dilagano ad ogni integrazione.
Altro problema, non secondario, riguarda le competenze. Gli idonei dovrebbero esserlo per esperienza nei percorsi di cura, nell’attività clinica e nell’interazione con il personale medico-sanitario, ma possono arrivare anche da settori diversi. Inoltre, la “sensibilità architettonica ed estetica” dei DG forse prevale sulla sensibilità clinica e terapeutica. La danza delle poltrone porta i DG esperti di costruzioni, dove ci sono altre costruzioni: basti vedere le liste dei nominati, in Lombardia ad esempio, per rendersi conto dell’ovvio scambio delle sedie. Sarà che metà degli ospedali lombardi è in ristrutturazione, ditte ed appalti devono essere monitorati ed i DG devono interagire con le imprese come “mezzi architetti della sanità”, avere l’occhio sui contratti e si innescano così delle “competenze perverse”.
Questo problema è ovunque, non solo in Lombardia.- Team Infatti, riguardo alle costruzioni sanitarie, con il “PNRR Missione 6 Salute” la rete territoriale di assistenza verrà incrementata con la costruzione/ristrutturazione di 307 “Ospedali di Comunità”, strutture intermedie tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. L’ assenza della percezione e conoscenza della clinica da parte dei Direttori Generali, tranne qualche raro caso, si riflette tutti i giorni su pazienti, medici e infermieri, dove prendersi cura è un percorso ad ostacoli, con mancanza di personale in un panorama sempre più scollato.
Invece di garantire le cure, aumentare il personale medico-infermieristico e retribuirlo in modo adeguato, ritroviamo nella programmazione degli investimenti in Sanità che non risolvono i problemi reali e con scelte dirigenziali che riguardano molto di più l’ammodernamento strutturale. La priorità è garantire il cantiere ospedaliero, invece di dare sicurezza a chi è impegnato ad operare sui malati e non si abbattono le liste di attesa inserendo un nuovo slot per prenotare esami alla sera o alla domenica se poi manca il personale per farli! Dagli anni Ottanta ha avuto inizio la scure sulle scuole di medicina ospedaliera, dei tagli a reparti di eccellenza con il personale sbigottito e inerme davanti ad uno “tsunami artificiale” che ha portato alla devastazione attuale della Sanità pubblica. I Direttori Generali hanno un potere immenso e le evidenze pratiche ci dicono che la Sanità pubblica è alla deriva. È sufficiente che spostino gli infermieri da un reparto per farlo chiudere, approfittare di chiusure estive per non aprire più, mettere qualche medico a singhiozzo che arriva da una cooperativa e lavora a cottimo in un Pronto Soccorso per depotenziarlo definitivamente.
Se andiamo avanti così ci ritroveremo tante grandiose strutture ospedaliere, con tanti Direttori Generali senza più medici ed infermieri dentro.
• Ha collaborato Sabrina Sperotto
Immagine di apertura: foto di shrikrishnab