Firenze 21 dicembre 2023

Nella notte di Natale del 1914 infuriava la Prima Guerra Mondiale, iniziata il 28 luglio, fra inglesi, francesi, tedeschi e belgi. Fu chiamata la “guerra delle trincee” perché al fronte i soldati erano ammassati in stretti corridoi scavati nel terreno da dove, a comando, dovevano uscire allo scoperto per attaccare il nemico pur sapendo che con molta probabilità sarebbero stati subito uccisi. Una guerra spaventosa.

La croce che ricorda il luogo nelle Fiandre dove avvenne l’incontro fraterno fra i soldati tedeschi e quelli inglesi la notte di Natale del 1914

Ma una testimonianza racconta che «il tempo era splendido, sia la vigilia che il giorno di Natale: freddo e con le notti molto luminose grazie alla luna e alle stelle». Immaginare il tempo che faceva è importante per capire lo stato d’animo dei soldati, dato che fino a pochi giorni prima la pioggia era caduta incessantemente per settimane. Poi arrivò un gran freddo che fece gelare tutto il paesaggio intorno e i soldati si trovarono davanti agli occhi lo spettacolo suggestivo del classico Bianco Natale di cui si racconta nelle favole. In quel periodo il Belgio era invaso dalla Germania. Nelle Fiandre, a sud di Ypres, durante la notte precedente il Natale, quando le armi tacevano, alcuni soldati tedeschi, forse subendo la magia di quella notte così simbolica, si misero a decorare come potevano alcuni alberi, ad accendere candele e poi cominciarono a cantare Stille Nacht  (Silent Night, in inglese). Dall’altra parte della trincea e del filo spinato, i soldati inglesi sentirono il canto natalizio, si commossero ed iniziarono anche loro a cantare insieme agli altri e gridarono da una parte all’altra di quelle strette buche: «Buon Natale!», probabilmente pensando alle loro famiglie lontane e sentendo nostalgia di casa. A questo punto, approfittando del fatto che il fuoco era cessato, un soldato britannico, a mani alzate, uscì dalla trincea e coraggiosamente avanzò disarmato verso il nemico.

Lo scatto che immortalò lo straordinario incontro pacifico fuori dalle trincee dei soldati britannici e tedeschi il giorno di Natale (fonte: Imperial War Museum, Londra)

Avrebbero potuto facilmente ucciderlo, ma nessuno sparò. Così lui continuò a dirigersi verso l’altra trincea e molti altri commilitoni lo seguirono. Alla fine, anche gli oppositori si diressero verso il nemico (che ormai per un po’ non era più considerato tale), e, incontrandosi a metà strada, cominciarono a darsi la mano, ad abbracciarsi, a scambiarsi auguri di Natale e fotografie dei congiunti. Un’altra testimonianza racconta che, addirittura, ad un certo punto spuntò un pallone, portato là da uno di loro, e cominciarono a giocare a calcio, con porte fatte usando i loro cappotti. Una partita di calcio disputata nella “terra di nessuno” (la no man’s land) vicino ad Ypres: incredibile. Fu una partita senza aspre rivalità, ma solo di puro divertimento e di speranza, per dimenticare le armi, almeno per un giorno. La partita finì con il punteggio di 3 a 2, a favore dei tedeschi. Poi ognuna delle due parti cominciò a seppellire i suoi morti (in soli cinque mesi, dall’inizio della guerra, era già morto un milione di soldati) ed alla fine si celebrò una Messa. Né il governo del Kaiser Guglielmo né quello di Re Giorgio d’Inghilterra aveva concordato questa tregua, nata in maniera spontanea dall’umanità di quei ragazzi.

Discendenti dei veterani della Prima Guerra Mondiale inglesi e tedeschi rievocano nel 2008 la Tregua di Natale del 1914 (foto di Alan Cleaver)

E pensare che, precedentemente, Papa Benedetto XV aveva proposto ai governi in guerra di sospendere le ostilità almeno la notte di Natale, ma la proposta era stata respinta. Questo bellissimo episodio fu chiamato e rimasto famoso semplicemente come “La tregua di Natale”.
Molte sono state le testimonianze ed i relatori di questo fatto straordinario. Il capitano Hamilton, ad esempio, raccontò che ci fu tra i soldati uno scambio di regali come cioccolato, liquori, sigarette e soprattutto abbracci e sorrisi, ma anche indirizzi per potersi rivedere dopo la guerra. I rispettivi ufficiali permisero questa tregua di 48 ore nelle varie ed opposte trincee al fronte, senza che ci fosse un vero accordo ufficiale. Anzi: quando gli alti ufficiali dei due schieramenti vennero a conoscenza del fatto, proibirono categoricamente altre simili iniziative. Quando il generale britannico Horace Smith Dorrien lo seppe, ad esempio, minacciò di punire chi fraternizzava col nemico mandandolo alla Corte Marziale.
Comunque furono circa 100mila i soldati che ne beneficiarono in quella zona.
Uno di loro racconta: «Davvero avresti stentato a credere che eravamo in guerra. Eravamo li, al fronte, parlando insieme ai nemici. Sono proprio come noi: hanno madri, fidanzate, mogli che aspettano il nostro ritorno a casa. E pensare che fra qualche ora ricominceremo a spararci addosso».

Il libro di Alan Cleaver “La tregua di Natale, lettere dal fronte” pubblicato da Lindau nel 2015

Infatti, il giorno seguente tutti ripresero a combattere. Nei mesi che seguirono questa tregua di Natale, molti di quei soldati furono uccisi, insieme a tanti altri ed anche molte lettere, scritte dai soldati ai famigliari, furono perse o distrutte durante i combattimenti. Ce ne sono tuttavia alcune ritrovate in vari modi dopo la guerra, in cui raccontano di questo vero miracolo avvenuto nella favolosa notte di Natale del 1914. Come la lettera che inviò ai genitori il caporale Leon Harris del 13esimo battaglione del London Regiment : «È stato il Natale più meraviglioso che io abbia mai passato». Scrivendo alla sorella, uno di quei soldati si chiedeva se ci fosse mai stata una vigilia di Natale paragonabile a quella, anche se era solo una tregua. I giornali di tutto il mondo decisero di autocensurarsi finché il New York Times ruppe il silenzio e raccontò al mondo l’accaduto. Così la notizia di questa memorabile “Tregua di Natale” si diffuse presto in tutto mondo. Molti giornali ne parlarono, come il Manchester Guardian del 31 dicembre 1914, che lo definì il “Miracolo di Natale”. In seguito sono stati girati film che si ispirano a questo avvenimento; ad esempio quello del regista francese Christian Carion del 2005 intitolato Joyeux Noël, una verità dimenticata dalla storia. E sono stati scritti libri come La tregua di Natale, lettere dal fronte, di Alan Cleaver, pubblicato da Lindau nel 2015.

Immagine di apertura: la ricostruzione di una trincea della Prima Guerra Mondiale (fonte: National Geographic)

Toscana, ha vissuto l’infanzia a Siena per poi studiare lingue a Firenze e conseguire il diploma in Langue et Civilisation Françaises Université de Grénoble. Pittrice, ha esposto le sue opere a Villa Bottini a Lucca nel 2005 (personale), alle Terme Tamerici e alle Terme Tettuccio di Montecatini Terme (dove vive) nel 2006, alla Versiliana di Marina di Pietrasanta nel 2007. Si interessa ad ogni forma d’arte, specialmente se insolita o curiosa.

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