Pavia 27 Maggio 2023

Due sole parole, simbolico e diabolico, potrebbero bastare per far capire di cosa stiamo parlando. Nei loro prefissi esse racchiudono l’espressione di due parti di mondo opposte e impossibili da far convivere. La prima unisce, la seconda divide. Dal Verbo, dalla Parola, ha inizio l’eterna guerra tra il Bene e il Male. Ma per chi volesse saperne di più è appena uscita per Mondadori Electa la “Bibbia” del principe del Male: Il grande libro di Satana.

La copertina de “Il grande libro di Satana”, pubblicato da Mondadori, mastodontica opera di Edoardo Rosati e Danilo Arona

527 pagine che dall’Antico Testamento all’arte, dal cinema alla letteratura, dal fumetto al rock, come recita il sottotitolo, ripercorrono la biografia del più famoso angelo caduto, Lucifero, ideata e raccolta dai due Autori: Edoardo Rosati, giornalista scientifico e scrittore e Danilo Arona, esperto di cinema horror e anche lui scrittore, che in questo imponente lavoro, passando dal profetico al filosofico, dallo storico all’enigmatico, dallo scientifico al raccapricciante, non hanno lasciato nulla di intentato per donarci la più ampia versione mai scritta del “fenomeno” Satana. Il libro nasce all’interno di una collana: “Il grande libro di…”, ed è il secondo dopo quello dedicato a Stephen King.
Ricorrono in questo periodo i cinquant’anni dall’uscita del film L’Esorcista e Edoardo Rosati accetta di lavorare a questa pubblicazione, forte del fatto che fin da bambino i racconti e i fumetti fantahorror avevano rappresentato un suo profondo interesse, molto più che un hobby. Ora ammette che il lavoro è stato estremamente formativo, un bel viaggio in cui si è accorto di non essersi mai avvicinato alle Sacre Scritture come con questo libro.
Per spiegare il contagio satanico, l’opera ha inizio con la citazione di due luoghi emblematici in cui venivano ambientati gli horror e i thriller “manicomiali” a sfondo gotico: il londinese Bedlam, ovvero il Bethlem Royal Hospital, fondato nel 1247, il primo istituto per malati di mente in Inghilterra, e il parigino Salpetrière, una nave dei folli edificata nel Seicento per ricoverare i reietti della società. Questi posti divennero subito incubatoi del fantastico più nero. È qui che si può sperimentare il Diavolo come contagio. Satana in quanto virus, infezione mentale che si manifesta come motore maligno e incontrovertibile della Storia. Come spiega Rosati: la paura più antica del mondo.

Raffaello e Giulio Romano,” San Michele sconfigge Satana”, 1518, olio su tela, Museo del Louvre, Parigi

Ma come nasce la figura di Satana? Gli Autori affermano che la loro indagine prende inevitabilmente le mosse dal libro dei libri, la Bibbia, con risultati a dir poco sorprendenti. Nell’Antico Testamento si parla di lui solo tre volte, tutte risalenti al periodo successivo all’esilio degli ebrei in Babilonia. E in modalità molto generiche. L’identikit del Maligno inizia, in area mediorientale, identificandosi in due spiriti gemelli, uno che anela al bene, l’altro che istiga al male. Dopo un’aspra contesa vince il bene ma lasciando un po’ di spazio anche ai rappresentanti del maligno, come fosse un contratto tra gentiluomini, che da quel momento però iniziano a organizzarsi per riprendere fiato.
Comincia a profilarsi qui, nei testi apocrifi, quella fisionomia di Satana adottata poi nel Nuovo Testamento. Col tempo anche le ali soffici e piumate, caratteristica del suo stato angelico, si trasformeranno, a partire dal Dodicesimo secolo, nelle ali membranose di un pipistrello. E 666 è il numero della Bestia, che compare già nell’Apocalisse di Giovanni: «Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E la cifra è seicentosessantasei».
Rosati ci spiega che pare quasi di ripercorrere il pensiero antropologico della scrittrice ed esploratrice francese Alexandra David-Néel (1868-1969) quando allude a certe credenze occulte tibetane che hanno a che fare con l’esistenza dei tulpa, formazioni magiche incorporee generate da una potente concentrazione di pensiero. Sta di fatto, aggiunge l’Autore, che la presenza pervasiva del 666 nella cultura pop contemporanea ha finito per donare a questo topos la capacità di evocare paure millenaristiche, riferite sia al destino ultimo del singolo individuo sia a quello del genere umano e dell’universo.

Killer Bob di “Twin Peaks” di David Lynch interpretato da Frank Silva

Dopo i patti scellerati alla Faust, le possessioni diaboliche e gli esorcismi, che includono l’esperienza di padre Gabriele Amorth, lo ”scacciademoni” per eccellenza, il libro si occupa estesamente del rock demoniaco. Tra i tanti si cita la vita di Robert Johnson, uno dei più grandi autori di blues “satanico” di tutti i tempi. Bevitore smodato e dall’esistenza errabonda, si dice che sia scomparso nel nulla per quasi un anno, per poi riapparire avendo acquisito, nel frattempo, un talento e delle capacità inverosimili tanto da generare alla chitarra virtuosismi di estrema complessità tecnica. Da allora girò voce che avesse sottoscritto un patto con il Demonio e che fosse dedito a riti satanici. Per non parlare della cinematografia sulfurea di cui tra i tanti esempi citati è presente il regista e sceneggiatore americano David Lynch, che nel suo più conosciuto serial Twin Peaks fornisce una singolare rappresentazione del Male nella figura di Killer BOB, che si accasa nel corpo del padre della protagonista, Laura Palmer, e che finirà per uccidere dopo anni di molestie e abusi.
Dopo il celeberrimo Rosemary’s Baby di Roman Polanski si passa al vasto mondo dei fumetti in cui, negli USA, la Marvel Comics farà la parte del leone condizionando perfino gli X-Men, i più classici supereroi marvelliani.

Mia Farrow (Rosemary Woodhouse) in una delle scene finali di “Rosemary’s Baby”, celebre film di Roman Polanski del 1968

Nel Chi è chi targato Marvel c’è il potente Satannish, e poi Asmodeus, Astaroth, demone della vendetta, Belphegor, Belzeboul, Beliar… e via nominando. Nel mondo fumettistico nazionale non potevano certo mancare le demonesse dell’erotico a fumetti made in italy. Gli eccessi viziosi e peccaminosi, l’incontrollata sensualità e l’abbandono senza freni ai piaceri del sesso propongono un Demonio lussurioso e noi i suoi più convinti gregari.
Tra le tante eroine spicca Lucifera che nasce nel 1971 e sfoggia gli spettacolari disegni plastici di Leone Frollo.

Dylan Dog alle prese con Satana

Invece Dylan Dog, fisico snello e asciutto, camicia rossa e giacca nera, ex agente di Scotland Yard ed ex alcolista è l’”indagatore dell’incubo” per professione. Nasce dalla fantasia di Tiziano Sclavi con l’editore Sergio Bonelli e le sue avventure cavalcano l’orrore (spesso esistenziale) ma, come afferma lo stesso Sclavi, la sua nascita ha dato vita, nel mondo del fumetto, al gioco dell’orrore, mescolando due elementi in apparente contraddizione: lo splatter e l’ironia.
Anche la psicoanalisi infine ha voce in capitolo parlando di Satana. Bene e Male infatti sono due formazioni psichiche compresenti in ciascun individuo.
Freud a questo proposito afferma che non occorre una grande perspicacia psicoanalitica per arguire che Dio e il Diavolo furono originariamente identici, un’unica figura scissa in seguito in due, dotate di attributi opposti.
A conclusione del volume non si può tacere del magnifico cammeo che sigla l’epilogo: l’intervista a Quirino Principe, critico musicale, musicologo, traduttore e saggista. Ha tradotto Il signore degli anelli di Tolkien nell’edizione Rusconi, e si riconosce luciferino per cultura, nel senso che è intimamente convinto che sia il cosiddetto Male a muovere il mondo giacché Prometeo ha rubato il fuoco per il bene dell’umanità. Il male è estremamente dinamico, il bene è statico; il male ha generato l’inferno dantesco e se non ci fossero i cattivi chi mai creerebbe le storie?

Immagine di apertura: Aldo Falchi, Satana, scultura in terracotta dipinta, Polo Museale Vespasiano Gonzaga, Sabbioneta (Mantova)

Nato a San Giorgio di Lomellina, ma pavese di adozione, si è laureato in Filosofia e Psicologia a Pavia, dove ha risieduto dal 1975 al 2015, mantenendo attività clinica e didattica e dal 1999 è stato docente di "Tecniche di riabilitazione psichiatrica" nell'ateneo pavese. Psicoanalista e Arteterapeuta, allievo di Sergio Finzi e Virginia Finzi Ghisi è membro dell'associazione "La Pratica Freudiana" di Milano, dove dal 2000 ha tenuto seminari. Fondatore di "Tracce di Territorio", associazione no-profit con sede in Lomellina, è tra i promotori di gruppi di studio di Psicoanalisi e laboratori di Arteterapia. Ha pubblicato con Selecta : "L'insonnia", "Problemi etici in psichiatria", "Guida illustrata ai farmaci in psichiatria" Disegnatore anatomico, ha lavorato per diversi ospedali e per il "Corriere della Sera". Le sue opere sono state esposte recentemente nelle sale del Museo per la storia dell'Università di Pavia.

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