Firenze 27 Gennaio 2022
Sono già numerose le iniziative che, a partire del prossimo 5 marzo, si apprestano a celebrare il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, poeta, narratore e regista tra i più rappresentativi, e non solo in Italia, del secondo Novecento. Il calendario degli eventi annovera i tanti luoghi ai quali è stato legato nel corso della vita, dal Friuli dove ha trascorso l’infanzia, a Bologna dove è nato e ha studiato, a Roma dove ha svolto la maggior parte della sua attività artistica e ha lasciato la sua eredità culturale.

Qui si terrà in autunno la mostra Pier Paolo Pasolini. Tutto è santo, ispirata alla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea (1969) che evoca la misteriosa sacralità del mondo, nelle tre sedi coinvolte: il Palazzo delle Esposizioni, il Palazzo Barberini e il Museo Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Mentre nel mese di marzo al Palazzo Ducale di Genova ci sarà la mostra del materiale fotografico sulla sua vita e al Festival internazionale di Bari, in collaborazione con Cinecittà, una retrospettiva di tutti i suoi film, iniziativa che nel mese di maggio sarà adottata anche dalla città di Barcellona presso la Filmoteca de Catalunya.
L’editoria parteciperà alla celebrazione dell’anniversario con un epistolario di Dacia Maraini, Caro Pier Paolo, pubblicato da Neri Pozza, in uscita a marzo – «l’idea di parlare di cose vissute insieme mi ha convinta» ha spiegato all’Ansa la scrittrice -, e con Renzo Paris che racconta il rapporto dello scrittore con Alberto Moravia in Moravia e Pasolini. Due volti dello scandalo per Einaudi. E, ancora, saranno presto in libreria, di Lucia Visca, la cronista che per prima arrivò all’Idroscalo di Ostia poche ore dopo l’assassinio dello scrittore il 2 novembre del 1975, Pasolini, un mistero italiano 1922-2022, edito da Mondadori e di Walter Siti Quindici riprese. Cinquant’anni di studi su Pasolini, che uscirà per Rizzoli in aprile.

Infine, nell’ambito del Programma Anniversari UNESCO 2022-23, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco proporranno la candidatura di Pasolini che ha già ottenuto il sostegno della Francia e della Germania. L’insieme di tutte queste iniziative che cadono nella celebrazione della ricorrenza spazia sull’intera produzione di Pasolini tra cinema, letteratura, dibattito pubblico e impegno politico. Si tratta di una figura tra le più eclettiche ed emblematiche della cultura italiana grazie alla sua capacità di leggere e anticipare le trasformazioni della società contemporanea, figura che risulta tuttora originale e di grande attualità.
Autore poliedrico e intellettuale scandaloso (dai suoi Scritti corsari ad alcuni suoi film) fu in anticipo sui tempi sfidando le convenzioni sociali, e i consueti registri dell’arte e della politica fino al giorno della sua morte (il 2 novembre 1975 all’età di 53 anni) avvenuta in maniera misteriosa e violenta.

Due anni prima di quella tragica fine ho avuto modo di essere il moderatore di un ciclo di incontro letterari che, dopo Alberto Moravia, lo videro protagonista a Montecatini Terme. In ricordo di quell’evento e come testimonianza personale, dirò che il tema delle serata prendeva spunto dall’incipit di una sua poesia (Oh sfortunata generazione, leggibile a pagina 670 delle sue Poesie dell’edizione Garzanti dello stesso 1975) contro la borghesia che assimilava al conformismo la condizione dei giovani e degli operai bruciandone le chance rivoluzionarie nella cultura, nel costume e nella sensibilità.
Ecco due passaggi di quanto Pasolini disse nel corso di quella conferenza. «Occorre che si recuperino alla rivoluzione alcune affermazioni reazionarie come quella che nel Ventennio della passata dittatura il senso etico della vita aveva valori comunitari per quelle generazioni di giovani mentre quella di oggi non ha speranza, ma solo malessere: all’Est perché la rivoluzione è fallita, all’Ovest perché l’entropia borghese è antropofaga e fagocita il loro presente e il loro futuro, salvo la rivolta o la disperazione». E poi: «Anche per questa ragione il mio atteggiamento con la realtà è crudelmente edonistico e il mio futuro si è fulmineamente accorciato».
Un triste presagio che due anni più tardi, nel giorno della ricorrenza dei defunti, si sarebbe rivelato in tutta la sua brutalità.
Immagine di apertura: il murales realizzato a Roma nel 2014 dallo street artist Mauro Pallotta (Maupal) in via Fanfulla da Lodi (foto Blocal)