Milano 27 Gennaio 2023

Non siete convinti del comportamento della vostra banca o del consulente al quale avete affidato la gestione dei vostri risparmi? Oppure ritenete di essere stati privati di un vostro diritto? Situazioni di questo tipo si verificano spesso e di norma vengono superate in modo amichevole. Qualche volta però possono sfociare in vere e proprie controversie. Ebbene, pochi sanno che prima di arrivare all’apertura di un procedimento giudiziario – che sarebbe certamente lungo e complicato – esiste la possibilità di rivolgersi alla Consob, l’Authority pubblica che vigila sulla Borsa e i mercati finanziari, che dal 2017 ha messo a disposizione del pubblico uno strumento, totalmente gratuito, per risolvere i conflitti che potrebbero insorgere tra i risparmiatori e i cosiddetti intermediari, che sono sostanzialmente le banche, i fondi comuni d’investimento e le Sim (società di intermediazione mobiliare) sia italiane sia estere purché autorizzate a operare in Italia.

Il logo della Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa

Si tratta dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), istituito appunto presso la Consob, che nei giorni scorsi ha pubblicato il rendiconto dell’attività svolta durante il 2022. Spulciando questo documento si possono trovare vere e proprie sorprese. Per esempio, nel corso dell’anno appena trascorso sono stati liquidati complessivamente ai risparmiatori che vi hanno fatto ricorso la bellezza di 18 milioni di euro, con un tasso di accoglimento del 57,5%, per una media di quasi 28 mila euro per ogni procedimento andato a buon fine. Nei primi anni di attività il valore complessivo dei rimborsi riconosciuti sono così arrivati a 142,5 milioni di euro. Tra questi, una ventina hanno riguardato controversie con un valore unitario compreso tra 150mila e 500mila euro (il limite massimo di competenza dell’Acf), mentre di recente è stato stabilito un limite temporale alle controversie affidate all’Acf, che dovranno riguardare investimenti effettuati “non oltre il decennio precedente la presentazione del ricorso”.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei ricorrenti, il dato del 2022 conferma che il 41,4% risulta residente nel Nord Italia e di poco inferiore (40,9%) è la percentuale di chi vive nelle regioni meridionali, mentre proviene dal Centro Italia soltanto il 16,9% del totale. Quasi nulla (meno dell’1%) è infine la quota di chi risiede all’estero. È interessante ricordare che la gran parte dei ricorsi (il 68,4%) è rappresentata dai risparmiatori di sesso maschile, contro il 30,1% di sesso femminile e l’1,5% da persone giuridiche. Particolarmente curioso, infine, è il dato relativo all’età: gli over 55 sono oltre il 70% e meno del 10% gli under 40.

Nella maggior parte dei casi il rapporto con il consulente finanziario funziona, ma se sorgono conflitti ci si può rivolgere all’Arbitro per le controversie della Consob (Foto: Rodnae Productions)

Ma quali sono le procedure da seguire per presentare un ricorso? E che cosa avviene in pratica dopo la sua presentazione? Esistono tempi certi per la risoluzione della controversia? Sul sito della Consob si trovano in dettaglio le risposte a queste domande. In questa sede ricordiamo soltanto (oltre alle condizioni già indicate in precedenza, come il limite dei 500 mila euro e quello dell’ultimo decennio di riferimento) che è necessario avere già presentato un formale reclamo all’intermediario, al quale lo stesso abbia dato una risposta ritenuta insoddisfacente o non abbia risposto affatto entro sessanta giorni dalla data di presentazione. Inoltre non debbono essere in corso altre procedure di risoluzione extra-giudiziale delle controversie, come i normali arbitrati. Ovviamente tutto questo deve essere adeguatamente documentato. Il risparmiatore può procedere da solo oppure attraverso una qualsiasi associazione di consumatori accreditata. Il fai-da-te non è consigliabile a chi ha poca dimestichezza con il web, dal momento che la presentazione del ricorso deve avvenire on-line attraverso il sito dell’Acf, previa registrazione, necessaria per accedere all’area riservata. A questo punto basterà seguire le istruzioni operative, inserendo tutte le informazioni richieste.
Al ricevimento della documentazione, l’Arbitro per le controversie finanziarie si impegna a valutare entro 10 giorni tutti i requisiti di completezza e regolarità. Superato questo primo esame, parte il vero e proprio iter. Il ricorso viene inviato per via telematica all’intermediario interessato, che avrà 30 giorni di tempo (o 45 se la pratica è assistita da una associazione di categoria) per replicare con le proprie osservazioni. A queste argomentazioni è ancora possibile fornire una controreplica, fornendo entro 15 giorni ulteriori prove documentate. L’intermediario avrà a sua volta a disposizione lo stesso periodo di tempo (15 giorni) per controreplicare. Infine, le posizioni delle due parti in causa, corredate dalla documentazione relativa, confluiranno automaticamente nella piattaforma informatica, che entrambi potranno visionare. Superati tutti questi step, entra in gioco l’Arbitro, che valuterà le ragioni del risparmiatore e quelle dell’intermediario, decidendo di conseguenza.

Immagine di apertura: foto di RoboAdvisor

Nato a Rivanazzano Terme (Pavia) è giornalista professionista dal 1977. Per quasi trent'anni alla redazione Economia del "Corriere della Sera", è tuttora titolare della rubrica quotidiana sulla Borsa Valori. Prima di approdare nel 1986 a via Solferino, è stato Caporedattore a "Il Mondo" e in precedenza ha lavorato al "Sole24ore" e alla "Gazzetta del Popolo" di Torino. Tra i suoi libri, "Guida facile alla Borsa", Sperling & Kupfer (tre edizioni, l'ultima nel 2000) e "Meno Agnelli, più Fiat, cronaca di un cambiamento", Daniela Piazza Editore, 2010.Nel 2019 per Mind Edizioni è uscito il suo ultimo libro, "Difendi i tuoi soldi. Capire prima di investire".

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