Firenze 23 Giugno 2020
Rimanere chiusi in casa per sfuggire alle conseguenze della pandemia da Covid 19 è stato per tutte le età fonte di disagio, ha messo a dura prova le nostre capacità di adattamento. Evitare il contatto sociale, il calore di una stretta di mano, leggere nella mimica dell’altro il cui viso è nascosto a metà da una mascherina, equivale già a un isolamento. Gli anziani sono subito apparsi la categoria più a rischio di contrarre l’infezione e, quasi sempre, in forma grave e mortale. Televisione e giornali non hanno smesso di informarci e di mostrare un numero di bare trasportate dagli automezzi dell’esercito che è sembrato incalcolabile. E, poi, i tanti, troppi, deceduti nelle case di riposo.

Oggi, superata la fase di lockdown, possiamo tirare le somme delle conseguenze che abbiamo avuto modo di osservare nei controlli ambulatoriali delle persone avanti con gli anni. Un gran numero di soggetti ha lamentato ansia e insonnia, altri riduzione dell’appetito, spesso apatia, a volte stanchezza non giustificata dal continuo riposo forzato, altri, ancora, sonnolenza diurna. Un tale stato di cose in alcuni si è prolungato ben oltre la fase di chiusura, configurandosi come vera e propria depressione.
È bene tenere presente che negli anziani la depressione si esprime spesso con sintomi fisici, per esempio con il dolore di schiena che, vista la quarantena, sembrerebbe da attribuire all’essere rimasti troppo a lungo seduti. Invece no: sono i casi di depressione “mascherata” in cui non appaiono tristezza e perdita di interesse. Al medico il compito di discernere il semplice scoraggiamento dall’inizio di qualcosa di più grave.
Qual è la relazione tra la pandemia, il cambiamento di abitudini imposte per contenere il Covid 19 e la depressione? Sappiamo che eventi ambientali sfavorevoli, se persistono a lungo fino a interferire con le abitudini di vita e con la nostra sicurezza, possono avere un effetto destabilizzante, sia fisico che psichico. A tutto questo diamo il nome di stress che se si prolunga oltre un certo limite, porta all’attivazione del sistema neuroendocrino, quindi all’aumento del cortisolo, l’ormone dello stress. Nei tempi lunghi, l’eccesso di cortisolo compromette le connessioni tra i neuroni di certe aree del cervello, l’ippocampo e la corteccia prefrontale, deputate alla memorizzazione e implicate nella volontà di vivere, appiattendo le emozioni. È quanto accade in alcune forme di depressione.

Le terapie farmacologiche oggi più efficaci ci hanno permesso di approfondire ulteriormente le varie tappe che portano alla depressione. Sono quelle che stimolano la serotonina e la noradrenalina, messaggeri chimici che i neuroni rilasciano nei punti di contatto tra di loro (detti sinapsi) per comunicare informazioni. La serotonina e la noradrenalina regolano funzioni del corpo molto importanti quali il sonno, l’umore, l’alimentazione, l’attenzione, l’energia, l’interesse a vivere. L’aumento del cortisolo, provocato dallo stress, porta ad una diminuzione dei livelli di queste preziose sostanze. Non dimentichiamo, comunque, che per mantenere il nostro equilibrio emotivo è fondamentale un’attività fisica possibilmente quotidiana, adeguata all’età e alle condizioni di salute.
Vogliamo riassumere in una sorta di “decalogo” come essere resilienti al coronavirus e alle conseguenze che, come in una reazione a catena, possono verificarsi se non siamo informati e sufficientemente preparati? Certamente distanza sociale, mascherina e lavarsi le mani. Non meno importante è, però, ricordarsi che corpo e mente sono inseparabili per cui sia che leggiamo, sia che ascoltiamo musica anche il corpo se ne avvantaggia, e perché no, anche il nostro sistema immunitario. Camminare anche in piccoli spazi o fare ginnastica ci aiuta ad acquistare forza e a migliorare il tono muscolare e quello dell’umore. Coltiviamo la fantasia e continuiamo a sognare: andiamo oltre i limiti fisici della nostra stanza; può essere un modo per tenere alti i nostri livelli di serotonina e noradrenalina e scongiurare la depressione!
Immagine di apertura: foto di Mabel Amber