Montecatini Terme 23 Giugno 2021
Le Terme di Montecatini saranno il prossimo sito italiano che entra a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità: la decisione sarà adottata durante la 44ª sessione del Comitato intergovernativo del Patrimonio Mondiale Unesco nella riunione che si terrà a Fuzhou in Cina in luglio. La cittadina toscana, a metà strada fra Firenze e Viareggio, fa parte del gruppo The Great Spas of Europe, che include undici stazioni termali storiche europee: Baden bei Wien in Austria, Spa in Belgio, il “Triangolo Boemo” composto da Karlovy Vary, Františkovy Lázně e Mariánské Lázně in Repubblica Ceca, Vichy in Francia, Bad Ems, Baden-Baden e Bad Kissingen in Germania, Montecatini Terme in Italia e Bath nel Regno Unito.
«Ognuna di queste città termali – spiega il Comitato che ha proposto la candidatura – si sviluppò tra il Settecento e i primi decenni del Novecento attorno a sorgenti minerali naturali, che fungevano da catalizzatori per un modello innovativo di organizzazione spaziale dedicato alle funzioni terapeutiche e sociali. Queste eleganti località di cura, svago e socializzazione, diedero vita a prototipi architettonici e tipologie urbane senza riscontro in epoche precedenti; sono le pioniere del nascente turismo moderno. L’atto di “prendersi la cura” ha trovato il suo completamento con l’introduzione di strutture rivolte ai visitatori e da infrastrutture di supporto alle attività termali; il tutto integrato in un più ampio contesto urbanistico che include spazi ricreativi gestiti con cura e inseriti nel paesaggio. Le città termali hanno contribuito alla trasformazione della società europea, riducendo il divario tra le classi d’élite e la nascente classe media e sono state teatro di importanti eventi politici, mentre la loro particolare atmosfera creativa ha ispirato opere di eccezionale significato nel campo della musica, della letteratura e della pittura».
Il lavoro della candidatura è stato portato avanti, per l’Italia, dal Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo (Mibact) e dal Comune di Montecatini Terme con un’avventura iniziata nel 2009, al momento dell’insediamento della prima giunta guidata dal sindaco Giuseppe Bellandi. La reciproca cooperazione tra Comune e Ministero è stata un’importante base per la preparazione e l’elaborazione del progetto di candidatura dal 2012, coinvolgendo vari esperti internazionali e partner su tutti i livelli. Il progetto è andato avanti per gradi e negli anni si sono costituiti tre gruppi di lavoro: quello politico (costituito dai Sindaci o da loro rappresentanti; per Montecatini Terme ha sempre partecipato alle riunioni l’ex-consigliere comunale Beatrice Chelli), quello degli esperti esterni (per Montecatini l’architetto Claudia Massi) e un gruppo di rappresentanti del Ministero (per l’Italia Adele Cesi e Francesca Riccio).
Il Comune di Montecatini, tra l’altro, aveva stretto un accordo e lavorato in partnership con l’Università di Firenze e in particolare con la Facoltà di Architettura (con la collaborazione del Preside Saverio Mecca). La redazione del dossier di candidatura è opera di Claudia Massi insieme agli uffici del Comune di Montecatini, soprattutto quello di Urbanistica, in sinergia con il Ministero (Mibact) per la preparazione del dossier. Ha fatto parte della squadra anche Chiara Bocchio, che dopo aver lavorato alla candidatura Unesco di Firenze, si è occupata materialmente del Piano di gestione sempre in accordo con il Mibac.
Beatrice Chelli, giornalista pubblicista, che è stata Presidente della Commissione Speciale Unesco racconta il lungo percorso affrontato per la candidatura: «Si era resa necessaria l’istituzione di una commissione consiliare al cui interno hanno preso parte moltissime persone: tecnici, consiglieri, architetti ed ingegneri. Come da protocollo, abbiamo eseguito le vari fasi in cui sono stati prodotti ben sei dossier esplicativi sulle Terme di Montecatini».
I “bagni” di Montecatini divennero celebri da quando nel 1882 venne a trascorrervi le vacanze e a curarsi con le acque Giuseppe Verdi che ne fu assiduo frequentatore fino al 1900, un anno prima della sua scomparsa. Qui compose opere come Otello, lo Stabat Mater e il Falstaff. Alloggiava alla Locanda Maggiore, un albergo che esiste tuttora. Ma anche Giacomo Puccini amava la cittadina toscana mentre Ruggero Leoncavallo vi trascorse gli ultimi anni della vita. La Belle Époque è l’epoca d’oro delle cittadina con ospiti celebri (D’annunzio, Lina Cavalieri, Pirandello, Madame Curie) che si curavano con le sue acque che, come si legge in una guida edita da Bertarelli (Milano, 1914) si dividevano in “leggere” (Tettuccio e Rinfresco) “medie” (Regina) e “forti” (Tamerici e Torretta).
A queste sorgenti corrispondevano rispettivi stabilimenti, La Torretta, trasformata dall’architetto Giulio Bernardini da rustica casa colonica in un castelletto medievale con torri merlate, decorazioni e ceramiche di Galileo Ghini, il Tettuccio, capolavoro del Liberty, opera dell’architetto Ugo Giovannozzi dove i saloni interni ospitano affreschi importanti, di Giuseppe Moroni nel salone delle Poste e nell’atrio, di Galileo Chini nella galleria centrale e le ceramiche di Basilio Cascella nella galleria della mescita delle acque. Le Terme Tamerici, infine, costruite nel 1915 su progetto di Giulio Bernardini, Ugo Giusti e Galileo Ghini, fondono elementi decorativi tra il moresco veneziano e il Rinascimento toscano conferendo allo stabilimento l’aspetto di un piccolo castello medievale con stemmi e torri merlate.
Nel dopoguerra Montecatini visse una nuova stagione di grande popolarità, registrando la presenza di noti attori di Hollywood, di regnanti (Grace e Ranieri di Monaco, lo Scià di Persia), e dei divi del cinema italiano. Poi, negli anni Settanta, l’inizio della decadenza. Ora questo notevole patrimonio artistico, bisognoso di restauri, aspetta con fiducia il verdetto di luglio in Cina.
Immagine di apertura: la galleria della bibita delle acque con le grandi decorazioni in ceramica di Basilio Cascella nello stabilimento Tettuccio di Montecatini Terme (foto: termemontecatini.it)