Firenze 28 Luglio 2022
Meditare è una tradizione secolare, antica quanto l’umanità stessa, all’origine emersa in seno ad esperienze filosofico-religiose: l’induismo in India, il taoismo in Cina, secoli avanti Cristo. Ci sono altresì molteplici riferimenti a pratiche di tipo meditativo in diverse culture e religioni che hanno contribuito a formare la pratica che oggi conosciamo. Nel secolo scorso una nuova ondata di interesse per i modelli orientali di spiritualità influenzò un certo numero di persone ad andare in dall’India per conoscere i guru di questa pratica. Tra questi il più noto è Maharishi Mahesh Yogi, promotore della “meditazione trascendentale” cui si rivolsero tra gli altri, negli anni Sessanta, i Beatles e Mia Farrow, nota attrice americana, per far fronte alle tensioni della celebrità.

In effetti la meditazione si propone come un mezzo per ridurre lo stress della vita quotidiana favorendo il benessere e l’efficienza mentale, mediante la ripetizione di un mantra, parola che deve rimanere segreta, suggerita dall’istruttore, rimanendo seduti in posizione comoda, lontani da distrazioni, per venti minuti. La pratica quotidiana della meditazione trascendentale è stata oggetto di numerosi studi sperimentali di tipo elettrofisiologico che hanno confermato all’elettroencefalogramma l’aumento, nei meditanti, del ritmo alfa occipitale, il ritmo tipico del rilassamento vigile. Quindi, rilassati ma più efficienti a interagire coll’ambiente.
Negli anni Settanta Jon Kabat-Zinn, medico statunitense di origine indiana, professore nel Dipartimento di Medicina preventiva e comportamentale dell’Università del Massachusetts iniziò a sviluppare un programma di mindfulness per adulti per la riduzione dello stress basato sulla consapevolezza. Mindfulness significa prestare attenzione all’esperienza del momento presente, senza esprimere un giudizio sull’esperienza stessa. Per esempio facendo una passeggiata mindful, noteremo ogni piccolo dettaglio dell’ambiente circostante – alberi, erbetta che spunta dalle fenditure dei muri, un cane che attraversa la strada – anziché pensare o programmare quello che faremo nel corso della giornata. Il senso è che vivendo attimo per attimo, dovremmo riscoprire quel senso di pace che spesso perdiamo nel rincorrere pensieri e progetti, sottraendoci ai vissuti e alle sensazioni del momento. Senza perdersi nelle ruminazioni del passato o nelle fughe nel futuro, la vita è presente è “qui e ora”, il cuore di cui sentiamo le pulsazioni, batte nel presente. Un senso di calma e di pienezza ci dovrebbe accompagnare e tutto questo significa essere mindful. La mindfulness insegna a rimanere in ogni momento in contatto con noi stessi attraverso le nostre sensazioni fisiche, ovvero sentire il corpo, procedendo dalla punta dei piedi verso l’alto, le gambe, le cosce, i glutei, e così via in una sorta di “body scan” e poi il collo, la testa, non tralasciando addome e pettorali, fino ad ottenere una sensazione di pienezza, di compattezza, di globalità, di energia, di sicurezza, di presenza nel mondo, rendendoci più disponibili ad aprirsi verso gli altri, a quella gentilezza amorevole verso l’estraneo che è anche una finalità della mindfullness. Accorgerci del passeggero seduto accanto a noi sull’autobus o del cameriere che ci serve il pasto provando un sentimento di solidarietà, è sperimentare un momento di gentilezza amorevole.

La meditazione è anche l’allenamento perfetto per l’attenzione che è essenzialmente un fermarci, un selezionare tra i tanti stimoli che ci pervengono dall’ambiente quello che ci interessa maggiormente anche in termini di coinvolgimento emotivo. L’attenzione è una funzione cerebrale legata all’attivazione di determinate aree sia della corteccia cerebrale sia di zone sottocorticali e, nonostante svolga continuamente un ruolo di importanza vitale ai fini della sopravvivenza (ci permette di intravedere tempestivamente un pericolo e quindi di poterlo evitare), diventa meno efficace di fronte ad un eccesso di stimoli ambientali ma anche quando si pretende di interessarsi o svolgere più compiti contemporaneamente, quel multitasking che oggi crea menti sempre più distratte. In sostanza, la mindfulness non è una tecnica per rilassarsi, ma un atto di grande consapevolezza che tutti possono raggiungere attraverso la meditazione e che ci aiuta a concentrarci sul momento presente per viverlo con intensità, partecipazione emotiva e attenzione. Quindi, la registrazione di tutto quanto può essere elemento di crescita senza limiti fissati dalla nostra età cronologica. Non siamo più giovani, ma forse possiamo scoprire per questa via cose interessanti su noi stessi.
Immagine di apertura: foto di Okan Caliskan