Firenze 28 novembre 2022

Ci sono pochi altri luoghi che lasciano un’immagine indelebile come le Cinque Terre che potremmo definire un vero e proprio “luogo a pennello”, un paradiso dove natura e arte si incontrano in un abbraccio a picco sul mare. Il nome fu dato nei primi del Quattrocento dallo storico e umanista Jacopo Bracelli al servizio della Repubblica di Genova.

Uno splendido scorcio di Vernazza

Il paesaggio è stato inserito nel Patrimonio dei beni di valore universale dell’Unesco e il World Monumenti Fund l’ha incluso, a sua volta, tra i territori da tutelare perché rischiano di scomparire a causa dello sgretolamento del terreno e del progressivo abbandono delle culture. Per preservare questo ambiente da un tale pericolo sono state istituite nel 1997 un’Area Marina Protetta e nel 1999 il “Parco Nazionale delle Cinque Terre” dove natura, arte, architettura e storia si uniscono ed è possibile ammirare i pendii del paesaggio, i fondali rocciosi e le distese di sabbia.
Uno dei modi per apprezzare ancora di più le Cinque Terre è quello di percorrere i sentieri che presentano vari livelli di difficoltà, da quello turistico a quello riservato ad escursionisti esperti. Ne dà una dettagliata descrizione la guida di Luciano Bonetti realizzata in collaborazione con il CAI e il Club Alpino Italiano.

L’opera di Michelangelo Pistoletto “Terzo Paradiso” collocata nel sentiero Verde-Azzurro (Corniglia-Vernazza). L’opera, che prende il titolo dall’omonimo Manifesto del 2003, è una rivisitazione del simbolo dell’infinito

Il primo sentiero prende il nome di Alta Via delle Cinque Terre (AV5T) che da Porto Venere si estende a Pignone-Levanto; il secondo è il Sentiero Verde Azzurro (SVA) nel tratto costiero che da Riomaggiore giunge a Monterosso passando per Manarola, Corniglia e Vernazza. Un tratto aperto è quello che da Corniglia porta a Vernazza (numero 592-3) Ha una lunghezza di 2.800 Km e presenta un dislivello di 269 m con un tempo di percorrenza stimato in un’ora e mezzo. Corniglia, che ha origini romane, sorge su un promontorio roccioso. Boccaccio nel Decameron ne fa menzione citando il brigante Ghino di Tacco che curò lo stomaco dell’abate di Cluny con la “vernaccia di Corniglia”. In fondo al carugio (via) che attraversa il paese si trova la Terrazza di Santa Maria. Qui un tempo sorgeva una chiesa bizantina crollata nel 1880. Dalla terrazza è possibile ammirare la Corsica, la Baia di Monterosso e la Punta Mesco con la casa di Eugenio Montale.

A Corniglia è possibile incontrare il più celebre esponente dell’Arte Povera, il pittore e scultore biellese Michelangelo Pistoletto che è stato insignito nel 2013 con il Praemium Imperiale di Tokyo, Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia, Laurea Honoris Causa all’Accademia di Belle Arti di Catania, di Brera e all’Università di Torino. Le sue opere non sono solo nei più famosi musei del mondo, ma anche a Corniglia che lui frequenta assieme alla moglie dal 1967.

Corniglia a picco sul mare

Nel 1968, Pistoletto realizzò a Vernazza il primo spettacolo dello Zoo, dal titolo L’Uomo ammaestrato. Si trattava di animazioni collettive con persone provenienti da diverse discipline (musica, letteratura, teatro ed arti visive). Gli spettacoli che erano concepiti come collaborazioni creative e come forma di comunicazione non mediata da oggetti, venivano realizzate nelle piazze, nelle strade, nelle birrerie, nelle discoteche, nei teatri e nelle gallerie d’Italia e d’Europa.
Dell’artista oggi è possibile vedere a cielo aperto l’opera Terzo Paradiso collocata nel sentiero Verde-Azzurro (Corniglia-Vernazza). L’opera, che prende il titolo dall’omonimo Manifesto del 2003, è una rivisitazione del simbolo dell’infinito. Una linea, incrociandosi due volte, crea tre cerchi concentrici e consecutivi. Gli estremi rappresentano le opposte polarità, ovvero tutti gli estremi, i contrari, gli antitetici, gli avversi, come ad esempio il mondo creato dall’uomo in contrapposizione con il mondo della natura.

Uno dei suggestivi percorsi di Corniglia

Nel cerchio centrale il Terzo Occhio opera la loro congiunzione mediante una fusione e una fecondazione che crea equilibrio, pace, armonia, bellezza e amore. È lo stesso Pistoletto ad annunciare che così «Entriamo in un nuovo mondo, nel terzo stadio dell’umanità. È il Terzo Paradiso, un modello ispirato a quello da me realizzato ad Assisi nel 2010, con il FAI». Si tratta di un tema di estrema attualità in un mondo che trova sempre più difficoltà a raggiungere questa condizione di armonia ed equilibrio. Riprendendo il nostro cammino che conduce a Vernazza, tutto il sentiero è, di fatto, un museo a cielo aperto e le bouganville che qui si trovano sono tra le più belle al mondo. Non è possibile non restare incantanti dallo stacco che l’orizzonte disegna tra il blu del cielo e quello del mare perché per tutto il tragitto che si snoda a decine di metri d’altitudine si costeggia sempre il mare.
Corniglia ospita dalla fine degli anni Sessanta Michelangelo Pistoletto e il trombettista jazz Enrico Rava oltre al direttore d’orchestra e pianista del Conservatorio di Milano Marco Brunamonti e al pittore bergamasco Trento Longaretti, che tuttora, all’età di 97 anni, passeggia per i vicoli, all’ombra del suo cappello a larghe tese. A loro volta Renzo Piano e Richard Rogers (autore del Centro Pompidou) hanno donato alla comunità di Vernazza un nuovo progetto architettonico per la piazzetta principale segnata dall’alluvione dello scorso 2011.

La chiesa di Santa Margherita di Antiochia a Vernazza (foto di Sailko)

Tra le chiese del borgo di Vernazza Santa Margherita di Antiochia è un vero e proprio gioiello architettonico. La chiesa a tre navate, costruita nel 1318 secondo i canoni del gotico ligure, ha un campanile che si innalza per quaranta metri, mentre poco oltre l’imponente Castello Doria è la testimonianza del potere della famiglia genovese.

Al suo fianco svetta il massiccio torrione di Belforte, con cinta merlata, saldamente piantato nella scogliera Ventegà.

Immagine di apertura: quel che resta del Castello Doria a Vernazza, Cinque Terre

  • Le foto del servizio sono di Nicola Rosi
Pistoiese, storica dell'arte e docente. Laureata all’Università di Firenze è stata direttrice della Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli e successivamente ha lavorato presso la Fondazione di Casa Buonarroti a Firenze. Attualmente è nel CdA della Fondazione dell’Antico Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena e collabora con ArtinGenio Museum a Pisa. Ha curato numerose mostre tra le quali quelle di Luciano Minguzzi e di Jorio Vivarelli a Palazzo Vecchio, di Renato Guttuso a Pontassieve, di Michelangelo a Forte dei Marmi e Firenze. Per la Regione Toscana, ha realizzato la mostra permanente sul percorso storico-artistico sulla “Identità della Toscana” a Palazzo Pegaso. Tra le sue numerose pubblicazioni il volume “Ugo Giovannozzi” per le Edizioni dell’Assemblea della Regione Toscana e assieme ad Antonio Paolucci, Francesco Gurrieri e Aurelio Amendola, “I crocifissi di Jorio Vivarelli per le chiese di Giovanni Michelucci”.

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