Milano 23 Luglio 2020

1. C’è Brooks Brothers tra i noti marchi vittime di bancarotta a causa del Coronavirus. Lo storico brand americano (il logo è quello di una pecora sorretta da un nastro) nasce a Manhattan nel 1818 e il suo stile ha appassionato numerosi Presidenti americani tra cui John F. Kennedy, Bill Clinton e Barack Obama. Dal 2001 l’Italia si intreccia con la sua storia perché il marchio è stato ceduto da Marks & Spencer al gruppo Retail Brand Alliance, controllato da Claudio del Vecchio, figlio del patron di Luxottica. La crisi sembrava essere già in atto prima del Covid: nata come produttore di abiti su misura e con negozi posizionati in luoghi prestigiosi, con l’avvento del fast fashion ha visto la necessità di abbassare i prezzi pur continuando a sostenere costi di affitto altissimi. Nell’emergenza, aveva anche riconvertito la produzione in mascherine. La storia di Brooks Brothers sembra tuttavia non essere destinata a finire. C’è una cordata interessata a mantenere il marchio in mani italiane. Si tratta del Club Deal 8, coordinato dall’imprenditore biellese Luciano Donatelli e composto da personaggi di spicco nel mondo della finanza, tra cui Brando Crespi in rappresentanza di alcuni fondi americani e la società Giglio Group che potrebbe avere il merito di portare Brooks Brothers su canali digitali.

2. Nuovi business nascono e si sviluppano a partire dalle esigenze generate dal Covid. È il caso dei sistemi che consentono la rilevazione della temperatura corporea mediante telecamera (il nome tecnico è telecamere termografiche). Un settore che prima del Covid vedeva ambiti di sviluppo minimi, ma che oggi, secondo il leader mondiale di ricerche di mercato IDC, crescerà del 25% in 5 anni (da 6 a 8 miliardi di dollari entro il 2025). Tra le possibili evoluzioni di tali dispositivi vi è la possibilità di applicare sistemi di intelligenza artificiale e riconoscimento facciale per rendere le informazioni raccolte più accurate e sfruttabili anche per altri fini. Tale modalità di utilizzo porta all’attenzione un problema di tutela della privacy, dal momento che le immagini vengono raccolte, seppure con finalità di protezione della salute pubblica, senza l’autorizzazione degli individui.

3. Il social network Twitter è stato preso di mira nelle ultime settimane da un importante cyber-attacco nell’ambito di una maxitruffa sui Bitcoin. Sono stati hakerati profili di personalità di rilievo con milioni di followers; come quelli di Elon Musk, Joe Biden, Jeff Bezos e Barack Obama. Nel concreto, dalle loro pagine partivano cinguettii che promettevano guadagni stellari a fronte di un versamento in denaro. Non poche persone hanno abboccato: la truffa ha avuto come effetto quello di raccogliere quasi 110.000 dollari. L’azione criminosa non ha mancato di sortire i suoi effetti in borsa con il crollo del titolo a Wall Street di oltre il 3%. Non solo cattive notizie per l’uccellino dei social network. Infatti, sembra essere proprio Twitter uno dei protagonisti della lotta all’uso improprio della piattaforma da parte dei cosiddetti haters, sviluppando sistemi di intelligenza artificiale che individuano e bloccano tweet in violazione dei termini di utilizzo. Sulla stessa scia Facebook, che dichiara di aver rimosso nel primo trimestre del 2020 l’89% dei post con contenuti impropri.

4. La mascherina: da dispositivo medico a vero e proprio oggetto hi-tech. Innovazioni interessanti provengono dal mondo della ricerca e l’Italia agisce da capofila. I ricercatori dell’Università di Siena mediante la società Sferatech hanno di recente sviluppato un prototipo di maschera attiva, capace di autosanificarsi sfruttando l’effetto benefico delle radiazioni Uv-C mediante dei led montati sul dispositivo. Proviene dal mondo dell’Università anche la start-up Narvalo, nata dalla collaborazione del Politecnico di Milano con la società lombarda Bls, produttrice di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Ha progettato infatti una mascherina di tipo ffp3 confortevole e di design, collegata ad una app in grado di fornire informazioni sulla qualità dell’aria respirata e sulle condizioni della mascherina. Infine Directa Plus, società lombarda quotata sulla borsa di Londra e produttrice di grafene, ha messo a punto una mascherina che sfrutta l’”effetto barriera” di tale materiale, antibatterico antistatico e con proprietà antivirali (queste ultime ancora in fase di test).

Immagine di apertura: foto di Gerd Altmann

Classe 1988, abruzzese di origine e milanese di adozione, laureata presso l'Università Bocconi di Milano in Economia delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni internazionali, si occupa dal 2013 di consulenza manageriale per una multinazionale del settore. Ha la passione per la lettura, per i viaggi e la Toscana.

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