Milano 23 Giugno 2020
Nome graniticamente maschile, marinaio mal sopporta la versione femminile. Così, se clicchi “marinaia” quel che compare sul web è una sequenza di signorine con debiti berretti bianchi e blu, ammiccanti in pose sexy. Marinarette da cartolina, stereotipi di un immaginario maschile grossolano quanto duro a morire. Niente a che vedere con una professione che richiede, come ben sanno le circa 2000 donne in servizio nella nostra Marina, somma fatica e dura disciplina. Un lavoro difficile in un ambiente difficile, ad alto rischio di discriminazioni di genere, di molestie sessuali.

Laure Baer (Diane Rouxel), 23 anni, doppio master in francese e in russo alla Sorbonne, sa bene tutto questo. E forse proprio per questo, per misurarsi con un mondo di soli uomini e farsi valere in quanto donna, accetta la sfida. Ma quando annuncia in casa che intende arruolarsi in Marina non tutti approvano. “Ho partorito una militarista” sospira la madre, attrice impegnata (la celebre Josiane Balasko), di idee progressiste, che per la figlia sognava ben altro avvenire. Laure però non demorde. Gli ostacoli sono il suo pane. Entra in Accademia ben decisa a uscirne con il berretto verde, il riconoscimento più ambito, fino a quel momento trofeo per soli uomini. In prima linea (distribuito sulle migliori piattaforme digitali) è un film al femminile firmato da una donna, la regista e attrice Hélène Fillières, che qui si ritaglia anche un cameo in divisa.

Un film interessante per il tema, il rapporto tra due mondi storicamente lontani, le donne e l’esercito, non sempre all’altezza nella sceneggiatura, e che vale soprattutto per la bella prova dei suoi due protagonisti: l’intensa Diane Rouxel dall’aspetto fragile e i nervi d’acciaio e l’ascetico, ma non insensibile al suo fascino, e il comandante Rivière, alias Lambert Wilson.

La Miss e il Monaco, questi i soprannomi affibbiati ai due dai commilitoni. Usanza in voga nella marina francese (il film è stato girato nella sede dei Fucilieri di Marina di Lorient, in Bretagna) dove la ragazza, o meglio il luogotenente Baer viene assegnata come assistente al temibile Rivière, noto per la sua integrità e impermeabilità a qualsiasi cedimento emotivo. Ma gli occhi azzurri di Laure, la sua impavida freschezza, l’incrollabile determinazione con cui affronta le prove più ardue senza sconti di sorta, faranno breccia in un cuore d’inverno freddo e austero solo in apparenza. La tensione erotica che si instaura tra i due, la passione celata pronta a esplodere da un momento all’altro, sono il motore sotterraneo del lungo addestramento di Laure e anche la parte migliore della storia, per il resto indirizzata su binari piuttosto prevedibili.
Così come lo sono alcuni personaggi di contorno, il sergente di colore dal ghigno feroce come quello di Full Metal Jacket, il giovane soldato gay che le offre una spassionata amicizia. Per il resto, la sorpresa è che Laure, fatiche fisiche a parte, con quel mondo maschile e maschilista, alla fine non dovrà scontrarsi granché. Cadetti e superiori non le mancano mai di rispetto, spesso anzi la aiutano, la trattano da ufficiali gentiluomini. Ah la Marina francese…
Immagine di apertura: il luogotenente Laure Baer, l’attrice Diane Rouxel, alle prese con il difficile, e maschilista, ambiente della Marina Militare.